Glossario

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POTERI DIVINI COSCIENTI

 
(Eso.) - Gerarchia settenaria, manifestazione attiva dell'Energia Suprema Una. Sono i Modellatori, i plasmatori, i creatori dell'Universo manifestato, Esseri intelligenti che regolano e controllano l'evoluzione , le manifestazioni della Legge Una che noi conosciamo come Leggi della Natura. Generalmente si chiamano Dhyan-Chohan, ma talvolta hanno anche altri nomi.

RAIVATA MANVANTARA

 
(San.) - Il ciclo di vita presieduto dal Manu Raivata. Egli è il quinto dei quattordici Manu (in Esoterismo, Dhyan Chohan); ci sono sette Manu-radice e sette Manu-seme per le sette Ronde della nostra catena terrestre di globi (Vedi Buddhismo Esoterico di A.P. Sinnett e La Dottrina Segreta, vol. IV, Cronologia Brahmanica). Raivata presiedeva sulla terza Ronda ed era il suo Manu-radice.

REGNI DELLA NATURA

 
(Eso.) - L'Antica Saggezza considerava la Natura divisa in dieci regni. I più alti appartenevano ai Dhyan-Chohan, quelli intermedi alla nostra Terra, i più bassi agli Elementali. La successione è la seguente: Primo Regno dei Dhyan-Chohan Secondo Regno dei Dhyan-Chohan Terzo Regno dei Dhyan-Chohan Regno Umano Regno Animale Regno Vegetale Regno Minerale Primo Regno degli Elementali Secondo Regno degli Elementali Terzo Regno degli Elementali A questa struttura sono da riportare i Tattvas ed i Bhutas e sempre a tale struttura si deve riferire il viaggio della Monade. Una trattazione completa dell'argomento si può trovare nel libro "Matematica della Mente Cosmica" di Gordon Plummer.

CURETI

 
(Gr.) - Divinità minori della mitologia greca, costituivano il seguito di Rea, associati al momento del parto e della nascita di Zeus. Il nome significa "giovani" ed il loro numero varia da tre a nove. In tre coprirono i vagiti di Zeus con danze orgiastiche affinchè non fossero uditi da Crono. Le loro confraternite erano uguali a quelle dei Coribanti. Con questo nome vengono designati anche i Sacerdoti Iniziati dell'antica Creta, al servizio di Cibele. Nei loro templi l'Iniziazione era molto severa; durava 27 giorni, durante i quali l'aspirante era lasciato solo in una cripta, subendo prove terribili. Pitagora fu iniziato in questi riti e ne venne fuori vittorioso. Questa classe di Dei, talvolta identificata con gli Dei del Diluvio, è simile ai Dioscuri, Anacti, Dii Magni, Lari, Penati, Dei Dactyli, Mani, Titani, Aleti, Cabiri, Rishi, Dhyan Chohan.

DEVA

 
(San.) - Un dio, una divinità "risplendente". Deva-Deus deriva dalla radice div, "lo splendore". Un deva è un essere celestiale, sia buono che malvagio o indifferente. I Deva soggiornano in "tre mondi", che sono i tre piani al di sopra di noi. Ci sono 33 gruppi e 330 milioni di Deva. Devi significa Dea. Sono Deva gli Dei, gli Angeli, i Sefiroti, gli Amshaspend, i Dhyan Chohan, gli Arcangeli, gli Spiriti dell'Occidente, gli Spiriti Cosmici, gli Elementali, ecc. Vanno dalla più assoluta spiritualità ( i più alti ) alla materialità più concreta. Sono tutti esseri che sono passati, o dovranno passare, attraverso i cicli umani. I Deva superiori sono gli assistenti del Sole, i Creatori Spirituali, ecc. Quelli inferiori sono i padroni di tutte le forze cosmiche della Natura. Molti di loro si sono incarnati dando origine all'umanità e sono, quindi, Uomini Divini, Creatori, Progenitori, ecc.

DHYAN CHOHAN

 
(San.) - Letteralmente, "I Signori di Luce". I più alti Dei, che corrispondono agli Arcangeli della Chiesa Cattolica Romana. Le Intelligenze divine cui è affidata la sorveglianza del Cosmo. Letteralmente significa "i signori della meditazione" ed il termine si applica in linea generale a tutti gli esseri che si sono elevati dal Regno degli Umani. Sono gli Uomini Primordiali, i Dhyani Buddha, i Rishi-Prajapati, gli Elohim, gli Spiriti Planetari, i Deva, i Poteri Coscienti ed Intelligenti della Natura, i "Soffi" che mai riposano, gli Angeli. Hanno un duplice carattere, poiché sono composti dall'energia bruta insita nella materia e dall'anima intelligente (riflessione dell'Ideazione della Mente Universale), o Coscienza Cosmica, che dirige e guida l'Energia della Natura. Sono Spiriti, uomini disincarnati, vissuti in altri Manvantara, o uomini che si incarneranno. La loro intelligenza è il risultato della conoscenza conseguita durante il ciclo umano. Sono Elevati Spiriti Planetari il cui aggregato collettivo forma il VERBUM manifestato del Logos immanifestato e, nello stesso tempo, costituisce la Mente dell'Universo e la sua Legge immutabile. L'aggregato dei Dhyan Chohan e delle altre Forze forma il Demiurgo. La sostanza corporea dei Dhyan Chohan appartiene alla quinta divisione del Settimo Principio della Sostanza Madre, ed è quindi di quattro gradi più elevata della sostanza solare riflessa. Essi sono le prime forze che emanano dalla Forza Unica, quella che nel Genesi esegue gli ordini del Logos. Gli Elementi di San Paolo sono la sintesi velata dei Dhyan Chohan, i Sephiroti, gli Amshaspend, gli Arcangeli. Gli Occultisti li chiamano le Intelligenze Superiori. Sono i "Brahmandika", i Pitri lunari e solari che prendono possesso delle loro rispettive sfere (terre e pianeti) fino alla fine del Kalpa e le fanno ruotare. Appaiono durante la Seconda Generazione, come seconda gerarchia, e rappresentano l'origine della Forma, i Rishi che diventano le anime ispiratrici delle stelle dell'Orsa Maggiore. Sono i Primogeniti dell'Etere e si dividono in sette gruppi principali; sono i Sette Governatori, i Poteri Costruttori, gli Dei Superni, i Geni dei Pianeti. Rappresentano il primo dei Quattro Ordini di Esseri esistenti, seguiti dai Demoni, i Pitri e gli Uomini. Procedono direttamente dalla Causa Prima, e l'Uomo astrale è il loro riflesso. Sono Entità progredite di un Periodo planetario precedente e vengono considerati anche la Razza Immortale. Vengono individuati con molti nomi quali Aditya, Agnisvatta, Asura, Gandharva, Kumara, Marut, Pitri, Rudra. Alcuni di loro si incaricarono di creare, altri si rifiutarono; da qui la leggenda degli Angeli Caduti. Anche il più elevato Dhyan Chohan non è in grado di capire completamente le condizioni della precedente Evoluzione Cosmica. Essi non sanno che cosa c'è oltre i Sistemi Planetari visibili perchè la loro essenza non può assimilarsi a quella dei mondi esterni al nostro sistema solare.

RISHI

 
-PRAJAPATI (San.) - Letteralmente, "rivelatori"; nella storia religiosa dell'Aryavarta, sono saggi santi. Esotericamente i più elevati fra loro sono le Gerarchie dei "Costruttori" e gli Architetti dell'Universo e delle cose viventi sulla terra; vengono generalmente chiamati Dhyan Chohan, Deva e dei.

SAGGI

 
(Fil.) - Con questo termine vengono spesso designati i Rishi, i Dhyan Chohan ed altre divinità che impersonano la saggezza. I Sette Saggi sono i Sette Raggi di Saggezza che tracciarono i Sette Sentieri (le Razze), ma anche le vie che conducono alla sapienza. Sono i sette Principi in senso metafisico e le sette Razze in senso fisico. Saggi sono anche i Rishi della razza Ariana, i Prachetasa. I Saggi mistici sono i Kumara.

SAPTARISHI

 
(San.) - I sette Rishi. Come stelle, essi sono la Costellazione dell'Orsa Maggiore e, come tali, sono chiamati Riksha e Chitrasikhandina - pennacchio splendente. I Figli nati dalla Mente di Brahma, i sette Grandi Reggenti dell'Orsa Maggiore, i sette Grandi Spiriti Planetari, considerati anche le sette Grandi Gerarchie, o Classi, di Dhyan Chohan. Sono intimamente associati al tempo presente, l'oscuro Kali Yuga; la loro corretta interpretazione rivela all'Adepto i più profondi misteri della Natura occulta.

SEPHIROTI

 
(Eb.) - Argomento molto arduo da svolgere, sia per il suo profondo significato mistico, sia per la necessaria cautela che si deve a quella disciplina divina che è la Cabala. Nel rispetto di tutto e di tutti cercheremo di dire quanto è possibile dire, e speriamo basti. En Soph è qualcosa che cade al di fuori della comprensione umana, è inaccessibile, è indefinibile, è il Deus absconditus al quale non si può associare nessun attributo. Da questo non-essere nasce la creazione, non come estrazione dal nulla , ma come emanazione. Il mondo nasce dal Nulla, da quella Non-entità che è la Pienezza della Divinità sconosciuta. Essendo l'Assoluto senza limiti, l'emanazione non può avvenire al di fuori di Esso, ma solo all'interno. Ed allora ecco che En Soph crea al suo interno una contrazione, un riflusso, che libera uno spazio (lo spazio primordiale); possiamo chiamarlo un movimento centripeto di regressione, una inspirazione. Nasce il cerchio, al centro del quale appare il Punto, la prima manifestazione di En Soph. Entra ora in azione la forza centrifuga, il movimento di emersione, l'espirazione che irrompe nello spazio liberato come Luce. Il Punto primordiale è il passaggio dal Nulla all'Essere, è adimensionale e contiene il Tutto. È il germe delle dimensioni e nell'alfabeto ebraico è espresso dalla lettera Iod. Quando il Punto assume l'aspetto di Ideazione Divina, o Pensiero ideale della creazione, esso diventa la Saggezza, Chokmah, la seconda Sephira. Quando questa Saggezza, plasmate le forme, scolpite le impronte, si trasforma in Intelligenza, siamo alla terza sephira, Binah, ed ha inizio la differenziazione. In questo modo si chiude il primo triangolo, quello superiore, la sfera ontologica principale, il Principio unitario, il Mondo Archetipo. Qui troviamo ciò che nella Bibbia viene descritto l'Abisso sul quale vola la Forza attiva di Dio, il Padre-Madre di ogni cosa manifestata a livello puramente metafisico. L'emanazione continua con altri sette aspetti, racchiusi in due triangoli capovolti successivi che costituiscono il Mondo delle Orbite ed il Mondo Elementare. Questi sette aspetti della manifestazione di En Soph, scaturiti dalla mistica Madre Binah, sono i sette giorni della Bibbia, i sette stadi originari della creazione. Concludendo: dall'En Soph, dalla Essenza e dalla Totalità del suo Essere nascosto, scaturisce un flusso emergente che viene simbolicamente raffigurato come l'emanazione dei Sephirot. Lo splendore del Potere creativo diventa processo creativo attraverso dieci aspetti che, in gradi diversi, rappresentano ciascuno il particolare modo in cui Egli agisce. I Sephirot, quindi, sono gli archetipi, le determinazioni essenziali, le cause prime, i principi di tutte le cose manifeste. Non sono Enti distinti, ma aspetti vari della Realtà Una che è Kether, o Adam Kadmon, l'Uomo Prototipico. Essi sono semplici modificazioni della Mente divina, cifre di un unico numero, l'Uno, che li emana e li contiene. L'Albero sephirotico è come un mandala, ha senso nel suo complesso, lo perde se si prende in considerazione una parte. In Natura vi sono varie forze che, nel loro insieme possono essere considerate, valutate, descritte, ma singolarmente cessano di esistere. Non è possibile separare la forza centrifuga dalla forza centripeta, la forza di gravità dalla Legge dei più leggeri, l'inerzia dal moto, è così via. Allo stesso modo, ogni sephira esce dallo sbocciare della precedente ed a sua volta fiorisce per dar vita alla successiva. Ogni sephira è un'Idea, una Potenza-Sostanza, una Energia, una Forza, a seconda dell'angolo di osservazione, talché l'Albero sephirotico, alla fine, diventa una rappresentazione simbolica sia del mondo manifestato che di quello non manifestato. Questo simbolo può essere applicato a qualsiasi cosa, a qualsiasi situazione, a qualsiasi evento del mondo manifestato; e dunque anche all'uomo, con corrispondenze fisiche che servono per operazioni occulte. La Saggezza corrisponde al cervello, la Bellezza al cuore, Amore e Giustizia sono le braccia, e così via. Il processo di emanazione si volge attraverso quattro mondi: il triangolo superiore è il mondo dell'emanazione o mondo degli archetipi, il secondo è il mondo della creazione, il terzo è quello della formazione; l'ultima sephira è il mondo manifestato ovvero il risultato di tutto il lavoro di En Soph. Riepilogando, abbiamo che i Sephirot sono le dieci emanazioni della Divinità; la più alta è formata dalla concentrazione dell'Ain Soph Aur, o la Luce Illimitata, ed ogni Sephira produce per emanazione un'altra Sephira. I nomi dei dieci Sephiroti sono: (1) Kether, la Corona; (2) Chokmah, La Saggezza; (3) Binah, la Comprensione; (4) Chesed, la Misericordia; (5) Geburah, la Giustizia; (6) Tipheret, la Bellezza; (7) Netzach, la Vittoria; (8) Hod, lo Splendore; (9) Jesod, il Fondamento; (10) Malkuth, il Reame. Quella della Divinità incarnata nei Dieci Sephiroti è una concezione veramente sublime, ed ogni Sephira è per il Cabalista l'immagine di un gruppo di idee, titoli ed attributi esaltanti, che il nome rappresenta solo debolmente. Ogni Sephira è considerata sia passiva che attiva, sebbene questa attribuzione possa trarre in inganno; passiva non significa un ritorno all'esistenza negativa, e le due parole esprimono solo la relazione fra i singoli Sephiroth e non qualche qualità assoluta. Dopo questa premessa, abbastanza lunga per la pazienza di chi legge, aggiungiamo qualcosa scritta con la solita maestria da H.P.B. I Sephirot della costruzione, che sono i sette compresi fra la Triade superiore e l'ultimo, Malkuth, sono i sei Dhyan Chohan, o Manu, o Prajapati, costituiscono la Prima emanazione, o Logos, e sono i Costruttori dell'Universo inferiore o fisico. Ella ce li presenta come vertici del Sigillo di Salomone ed aggiunge che la loro essenza, o Upadhi, è il Settimo, considerato la Base, o Pietra fondamentale, sul quale è edificato lo Universo oggettivo, i noumeni di tutte le cose. Questi Sephirot, o Costruttori, corrispondono alle Forze della Natura, ai Sette Angeli della Presenza, al sesto ed al settimo principio dell'uomo alle Razze Madri, ecc. Questo parallelismo aiuta a capire come il concetto della creazione sia lo stesso in tutte le religioni, fatto salvo l'uso dei nomi e qualche dettaglio di procedura. E continua. Lo zero è il circolo che limita il mondo manifestato, ossia lo spazio primordiale creato da En Soph nel suo primo moto di contrazione. Dallo zero deriva l'uno (il Punto primordiale), e da queste prime due cifre sono formate tutte le altre. In proposito, Eliphas Levi mostra il prototipo di costruzione dei numeri con lo schema del Giardino dell'Eden. Possiamo anche dire che lo zero è la circonferenza, l'uno il diametro e quindi il processo di emanazione dei Sephirot che porta alla costruzione dell'uomo archetipico, Adam Kadmon, l'origine creatrice di tutte le cose manifestate. Il Tetragrammaton contiene nelle prime tre lettere la Triade superiore, nella quarta la sintesi dei sette inferiori. I Sephirot non sono delle individualità, nè delle astrazioni: essi sono influssi, sostanza spirituale, forza cosciente, sono la Luce emanata da En Soph, attraverso il Punto, nei vari gradi discendenti, sempre più opaca. Adam Kadmon rappresenta anche l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a sè sette colonne che sono i pilastri del mondo, ovvero i Rettori (Sephirot inferiori), che operano attraverso i rispettivi ordini di Angeli, nelle sfere dei sette pianeti. Questi Sephirot sono identici agli Elohim della Bibbia, agli Amshaspend delle Avesta, ai Sette Doni dello Spirito Santo dei cristiani, ai sette figli di Devaki (uccisi da Kansa) degli Indù, ai Sette Centri di energia evoluti, o resi oggettivi, da Fohat sull'elemento unico. E Adam Kadmon, l'Uomo Celeste, è la sintesi dei Sephirot, come Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati.
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