Glossario

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VEDICA religione

 
(Ind.) - La più antica religione degli Indù, che prende il nome dai Veda e si presenta come un politeismo complesso. Non si può parlare di "naturismo", anche se molte divinità sono legate a fenomeni naturali. Il pantheon si articola su tre livelli funzionali, rappresentati dalla sovranità, dalla forza e dalla ricchezza. Al primo livello appartengono Mitra e Varuna, al secondo Indra, al terzo i due Ashvin. Mitra e Varuna sono custodi del regolare ritmo del cosmo, dell'operare dell'uomo nel cosmo e nei confronti degli Dei (riti). L'ordine del mondo è difeso dal secondo livello, con la forza del combattimento, da Indra, per molti aspetti simile allo scandinavo Thor. Al livello della produzione dei beni si trovano numerose divinità, legate alle diverse attività. Al centro del culto vi è Agni, il fuoco sacrificale, e Soma, la bevanda sacra. Il culto non era mai pubblico; esso veniva eseguito su commissione a favore di un privato, che ne doveva sostenere le spese. Esistevano anche cerimonie domestiche, eseguite dal capo famiglia. Tutta la religione vedica è incentrata sul sacrificio, sia incruento che cruento (sacrifici umani). Eseguito e tramandato dalla casta sacerdotale, patrocinato dalla casta dei guerrieri, il rituale vedico perse via via gran parte della sua importanza, man mano che le esegesi liturgiche assumevano valore simbolico e la casta dei brahmani veniva contestata per il suo predominio. La mitologia vedica presenta non poche somiglianze con quella aria ed indoeuropea; sono evidenti le somiglianze fra Zeus-Jupiter e Dyauspitar, tra Marte ed i Marut, tra Pan e Pusan, ecc. La tradizione indù suddivide gli Dei vedici in Dei del Cielo, Dei dell'atmosfera e Dei della Terra, strutturando una rigida gerarchia. Vruna è il sovrano, con a fianco Mitra che garantisce l'armonia del cosmo e della vita. Indra, dio della folgore e signore degli Dei, accompagnato dai Marut, difende gli Dei ed assicura trionfi agli Arii. Famosi anche Surya (Sole) e Usas (Aurora) ed anche Agni, dio del sacrificio rituale.

VEDIOVE

 
(Lat.) - Antico dio romano, presente solo in età repubblicana. Raffigurato sotto le sembianze di Apollo, con frecce e capra, veniva collegato con Giove, talvolta fanciullo, talaltra infernale e malefico. In Roma aveva due templi. Qualcuno afferma trattasi di divinità degli inferi, forse di origine etrusca.

VEGGENTE

 
(Occ.) - Uno che è chiaroveggente; che può vedere cose visibili e invisibili - per gli altri - a qualsiasi distanza e momento, con la sua vista o percezioni interiori, o spirituali. In Grecia, Apollo era il dio dei veggenti, in India è Shiva il protettore di questi poteri occulti.

VEICOLO DI VITA

 
(Mist.) - L'Uomo "Settenario" fra i Pitagorici, il "numero sette" tra i profani. I primi "lo spiegavano dicendo che il corpo umano consiste di quattro elementi principali (principii), e che l'anima è tripla (la triade superiore)". (Vedi Iside Svelata, vol.II, p.418, N.Y,1877). È stato spesso sottolineato che nelle prime opere dei Teosofi, non era menzionata nessuna divisione settenaria dell'uomo. La citazione di cui sopra è una garanzia sufficiente a dimostrare che, pur con ogni precauzione, l'argomento fu trattato più di una volta, e non si tratta di una teoria immaginata oggi, nè di un'invenzione.

VELLEDA

 
(Sca.) - Vergine profetessa, nel mito germanico antico, che si diceva vissuta ai tempi di Vespasiano e che, dopo morta, fu onorata come Dea.

VELLO D'ORO

 
(Gre.) - Nella mitologia greca, è il vello dell'ariete alato che Zeus mandò per salvare Frisso ed Elle, figli di Atamante e Nefele, dal sacrificio cui Atamante li aveva votati per consiglio della seconda moglie, Ino. Fu recuperato da Giasone, con la spedizione degli Argonauti.

VENDIDAD

 
(Pahl.) - Il primo libro (Nosk) nella collezione dei frammenti Zend solitamente conosciuti come lo Zend-Avesta. Il Vendidad è una corruzione della parola composta "Vidaevo-datem", che significa "la legge antidemoniaca", ed è pieno di insegnamenti su come evitare il peccato e la corruzione mediante la purificazione morale e fisica, e ciascun insegnamento è basato su leggi Occulte. È un trattato preminentemente occulto, pieno di simbolismo e spesso di significato che è proprio il contrario di ciò che è espresso nella lettera morta del suo testo. Il Vendidad, come è affermato dalla tradizione, è l'unico dei ventuno Nosk (scritti) che sia sfuggito alle mani dell'ubriaco Iskander il Runi, colui che i posteri chiamano Alessandro il Grande - anche se l'appellativo è giustificabile solo se è applicato alla brutalità, ai vizi e alla crudeltà di questo conquistatore. È per mezzo del vandalismo di questo Greco che la letteratura e la conoscenza hanno perduto moltissime cognizioni inestimabili contenute nei Nosk da lui bruciati. Anche il Vendidad ci è pervenuto solo in uno stato frammentario. I primi capitoli sono molto mistici, e quindi chiamati "mitici" nell'interpretazione degli Orientalisti europei. I due "creatori" dello "spirito-materia" o del mondo della differenziazione - Ahura-Mazda e Angra-Mainyu (Ahriman) - vi sono introdotti, e anche Yima (il primo uomo, o l'umanità personificata). L'opera è divisa in Fargard, o capitoli, e una porzione di essi è dedicata alla formazione del nostro globo, o evoluzione terrestre. (Vedi: Zend-Avesta).

VENERABILE BEDA

 
(Ing.) - Durham 673-735. Santo e Dottore della Chiesa, orfano a cinque anni, fu accolto nell'abbazia del villaggio natio, poi al monastero di Jarrow; diacono a 19 anni, fu ordinato sacerdote a 30. Rimase nel monastero per tutta la vita, dedicandosi instancabilmente allo studio ed all'insegnamento. Scrisse omelie, compose inni sacri, commentò la Bibbia; conosceva latino, greco, ebraico, grammatica, prosodia, cronologia, medicina, astronomia, e molte altre discipline. Tradusse in inglese il Vangelo di S.Giovanni; quando sentì di essere vicino alla morte, si fece distendere sul nudo suolo ed intonò l'inno della morte, a noi trasmesso da Cuthbert, il discepolo che lo assistè fino alla fine. È sepolto nella Cattedrale di Durham. Scrisse la Storia Ecclesiastica delle Genti Inglesi, gesta del suo popolo fino al 731, opera di straordinario valore storiografico. Vi introdusse il metodo di computazione a partire dalla incarnazione di Cristo.

VENERDÌ

 
(Rel.) - Quinto giorno della settimana, il cui nome deriva dal pianeta Venere che, secondo l'astrologia, ne governa la prima ora. Per la Chiesa cattolica è giorno di penitenza, tradizionalmente realizzata mediante astinenza dalle carni. Nella settimana santa, in questo giorno si ricorda la passione e morte di Gesù. Con allusione ai valori di penitenza e mortificazione, la credenza popolare considera il venerdì un giorno di malaugurio. Sempre nella Chiesa cattolica, importante è il primo venerdì del mese. Nel calendario musulmano, il venerdì è giorno di festa. Assieme al mercoledì, la magia popolare consacra questo giorno alle streghe ed alla rappresentazione dei misteri.

VENERE

 
(Eso.) - La Dea della bellezza, madre di Amore (Cupido), regina del sorriso, compagna delle Grazie e dei Piaceri. Presiedeva alla generazione ed era protettrice delle cortigiane; nel suo tempio erano conservati gli ornamenti dei morti, a rammentare la fragilità della vita umana. Le Veneri erano tante, ma la più famosa è certamente Afrodite, nata dalla schiuma del mare, portata nell'isola di Citera dagli zefiri, fu accolta sulla spiaggia dalle Stagioni. Fu ben presto portata in cielo, dove gli Dei ne ammiravano la bellezze e le Dee ne soffrivano la gelosia. Giove, come faceva con tutte, voleva possederla, ma Venere resistè ed allora per punizione fu data in sposa al deforme dio Vulcano. Ma Venere non rinunciò per questo a cercare i suoi piaceri ed amoreggiando con Marte, Bacco, Nettuno, ne ebbe molti figli. Perfino esseri mortali (Adone ed Anchise) ebbero il piacere dei suoi favori. Venere viene rappresentata in molti modi, ma il più bello è certamente quello di Apulejo. Nuda, o vestita di un trasparentissimo velo, Venere è sempre il concetto più puro della bellezza femminile, dell'avvenenza, della conturbanza. Il suo carro celeste è tirato da colombe, cigni e passeri. Secondo Pausania esisteva una Venere celeste che presiedeva all'amore puro, ed una Venere terrestre patrona dell'amore umano che procede alla generazione. Celebri le statue di Prassitele e di Fidia. A lei sono consacrati i cigni, le colombe, il delfino, la lepre, il passero, fra gli animali; il mirto ed il papavero fra le piante. Come dicevamo, esistono varie Veneri. Venere barbuta, vestita da donna e con faccia d'uomo, era venerata a Cipro, ma esisteva anche a Roma. Altra forma di Venere androgina era quella di un corpo maschile dalla cintola in su e femminile dalla cintola in giù. Esiste una Venere Callipiga, così detta per la bellezza delle sue natiche, una Venere armata venerata dai Lacedemoni, una Venere calva onorata a Roma, ed una Venere Vittrice, con veste lunga ed uno specchio in mano, raffigurata su alcune medaglie romane. Gli alchimisti chiamavano Venere il rame, monte di Venere è una parte anatomica del corpo femminile ma anche, in chiromanzia, uno dei rilievi della mano. In astronomia, Venere è il secondo pianeta del Sistema solare per distanza dal Sole. Ha un'orbita quasi circolare, una rivoluzione di poco più di 224 giorni, e caratteristiche simili alla Terra (raggio, densità, massa, velocità di fuga). Ha una leggera atmosfera, mentre è priva di satelliti; altissima la temperatura alla superficie ed anche la pressione. Questo pianeta si muove nello spazio con una caratteristica particolare: compare dopo il tramonto del Sole e lo precede al suo sorgere. Per tale motivo nell'antichità era ritenuto duplice: Espero e Lucifero. Fu Pitagora a riconoscerne l'identità dei due astri. Il simbolo di Venere è una croce sormontata dal cerchio i cui significati sono molteplici: il sole sulla linea delle acque, uno specchio con impugnatura, lo spirito che sovrasta la materia, ecc. Astrologicamente, Venere è il simbolo dell'amore che unisce agli altri, in ogni senso. Il venusiano è socievole, benevolo, comprensivo, espansivo, simpatico, compassionevole, affascinante. C'è anche un rovescio della medaglia: la paura della solitudine, l'incapacità di saper stare da solo; la disperata ricerca di una compagnia, porta alla superficialità affettiva, allo svago ad ogni costo. Deriva da ciò una vuota sensualità, dispersione in mille avventure, immaturità, menzogne, espedienti di ogni tipo. Non ha tendenza agli sforzi, poco costante, ha temperamento spesso artistico ed un grande senso estetico. Venere è fondamentalmente androgina, è la personificazione del Mare, la Madre del Dio d'Amore (Cupido), la generatrice di tutti gli Dei. La Terza umanità è sotto l'influenza diretta di Venere, il piccolo sole nel quale il globo solare immagazzina la sua luce. Venere, infatti, riceve dal Sole il doppio della luce e del calore ricevuto dalla Terra. Secondo l'occultismo, questo pianeta, precursore dell'alba e del crepuscolo, il più brillante di tutti i pianeti, concede alla Terra un terzo di quanto riceve dal Sole, lasciando a sè solo i due terzi. Il suo simbolo è il contrario di quello della Terra, ed è somigliante alla croce ansata di Iside, con il significato sessuale dell'energia partoriente; esso è anche un simbolo astronomico corrispondente al Tau portato fuori dal cerchio e ad esso sottoposto. Venere viene chiamato anche Shukra (Sol alter, l'altro Sole) per la sua brillantezza e, come Iside, viene talvolta simboleggiato con le corna di bue sulla testa, che sono simbolo della Natura mistica, il crescente di Luna. La Terra è figlia adottiva e sorella minore di Venere, che è la Stella del Mattino, corrispondente all'indù Ushanas. È la grande Vergine Madre, che nasce dall'onda del mare, dalla Matrice Universale, dal Grande Abisso, il Caos primordiale. Come tale, può essere considerata una variante di Gea, Gaia, la Terra. Poiché Kama è figlio di Lakshmi e corrisponde al greco Cupido, o Eros, Venere, che ne è la madre, corrisponde anche alla indù Lakshmi. Venere e Bacco, poi, sono considerati come i tipi posteriori di Aditi e Spirito, i genitori del Priapo celeste. Venere, come Astarte, Iside, Eva, e tante altre, rappresenta i poteri generatori della Natura e pertanto può essere simbolizzata dall'Arca contenente i germi di tutto ciò che vive. Nel Vangelo Gnostico, i sette grandi Dei sono suddivisi in due triadi: una superiore, l'altra inferiore. Gli Dei della triade superiore risiedono sulla Luna, in Giove ed in Saturno; quelli della triade inferiore risiedono in Marte, Mercurio e Venere. Per i cattolici romani, Mercurio, Venere e Giove sono i pianeti, o gli Dei, dei Diavoli. Per gli Gnostici, il potere di Sophia risiede nel pianeta Venere, o Lucifero. Questi è l'entità angelica che presiede alla luce della verità ed a quella del giorno. Venere, quindi, è lo Spirito Santo, lo Spirito di sapienza, d'amore e di verità. I Pitagorici consacrarono a Venere il numero Sei perchè la unione dei due sessi e la separazione della materia in triadi sono necessari per sviluppare la forza generativa. E nella dottrina sull'Armonia della Musica delle Sfere, individuarono la distanza fra il Sole e Venere equivalente ad un tono e mezzo. Venere è la Maddina Nag dei Caldei, ossia la loro Stella del Mattino.
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