Glossario

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SUNYAVADA

 
(San.) - Scuola e dottrina Buddhistica assertrice del vuoto (sunya), cioè della non-esistenza assoluta. È dottrina del tutto negativistica, che interpreta come vuota ogni cosa, nega sia l'essere che il non-essere, e ad ogni quesito risponde negativamente. È chiamata anche Sunyata ed i suoi seguaci sono detti Sanyavadin.

SUONO

 
(Occ.) - Il nome deriva dal sanscrito svana dalla radice svan o suan che significa appunto "suono". Il suono fisico è la causa delle sensazioni acustiche e consiste in vibrazioni dell'aria eccitate da una sorgente sonora che colpiscono l'orecchio, agendo sul timpano e provocando segnali che raggiungono il cervello. Il suono è caratterizzato da movimenti vibratori ritmici e concordi, in opposizione al Rumore che è costituito da movimenti confusi, di durata ed intensità ineguali. "Il suono è la caratteristica dell'Akasha; esso genera l'aria, la cui proprietà è il Tatto che (per frizione) produce Colore e Luce", così recita il Vishnu Purana. L'Akasha è talvolta chiamata "la causa materiale del suono", che non dev'essere confuso con il suono fisico che noi conosciamo. Il suono è l'unica qualità dello Spazio (Akasha) e le sue qualità sono: Shadja, Rishaba, Gandhara, Madhyama, Panchama, Nishada e Dhaivata. Queste sono le sette note del suono non fisico, i suoi sette principi. Se non ci fosse l'Etere, non ci sarebbe il suono; il conduttore del suono negli animali è l'etere nervoso. La Vita Una, sempre invisibile, eterna ed assoluta, ha una scala discendente ed una ascendente di gradi gerarchici, una infinita gamma settenaria, che ha all'estremo superiore il Suono, il Logos, ed a quello inferiore i Vidyadhara, i Pitri inferiori. Gli antichi Indù associavano il Suono e la Parola (Vach, la Voce o Verbo o Logos femminile) con l'Etere dello Spazio, la cui caratteristica è il Suono. Nell'Apocalisse troviamo i Suoni come sinonimi di Tuoni, ma soprattutto di Vocali, nel loro significato mistico.

SUORA

 
(Rel.) - Termine che deriva dal sanscrito svasri, poi suasr e quindi il latino soror. Con questo termine vengono designate le religiose meglio conosciute con la parola "monache".

SUOVAKKO

 
(Sca.) - Le popolazioni nordiche, con questo termine, designano una vecchia maga esperta nell'interpretare i presagi.

SUOYATAR

 
(Fin.) - Nel poema sacro dei Finnici, il Kalevala, si narra che il Serpente del Male è nato dalla saliva di Suoyatar, mentre da Hisi, il Principio del Male, riceve l'anima vivente. Esso, quindi, è il padre del primordiale Spirito del Male.

SUPER IO

 
(Psi.) - Una delle tre istanze della personalità, secondo Freud, assieme all'Es ed all'Io. Nasce dopo il superamento del complesso edipico (dopo il quinto anno di età) ed assomma tutti i divieti dei genitori e quelli provenienti dalle istituzioni sociali e religiose. Esso si pone come giudice dell'IO e ne condiziona in larga parte la libertà.

SUPERCOMPENSAZIONE

 
(Psi.) - Ogni bisogno di potenza che serve a nascondere a noi stessi una effettiva debolezza ed a distrarci dal compito di davvero superarla.

SUPERSTIZIONE

 
(Occ.) - Dal latino super-stare, con il significato di "paura tormentosa che fa ristare dinanzi a ciò che eccede la comune credenza", secondo il Georges. Cicerone chiamava superstizioso colui che di continuo stancava gli Dei con continui sacrifici, affinchè conservassero "superstiti" (sani e salvi) i propri figlioli. In questo senso diventerebbe soverchio amor di Dio. Oggi il termine significa stravaganti pratiche di culto, proibite dalla religione ufficiale, con il falso concetto di attirarsi il favore della divinità. Ovviamente non vi era superstizione nelle religioni primitive dal momento che non esisteva una religione ufficiale e, quindi non poteva esistere contrasto fra ciò che si doveva fare e ciò che non era permesso fare. Nelle religioni di tipo politeistico si potevano manifestare diversità di divinità, o di culto, ma non contrapposizioni fra liceità e non liceità di rendersi benevola una divinità. Nelle grandi religioni, dove esiste un sistema dottrinario ben definito, la linea di culto è ben delineata: chi ne sta sopra, o sotto, è fuori dall'ortodossia. Coerenza vorrebbe che lo stesso trattamento fosse fatto all'estasi, quale forma soggettiva legata ad esperienze sovrannaturali: ma se questa è dei santi, allora ben venga! Per i Greci, la superstizione era puro timore della divinità, mentre per i Romani era già qualcosa di più: un atteggiamento soggettivo che, in quanto esorbitante dal giusto rapporto uomo-dio gestito gelosamente dal sacerdozio pubblico, andava a turbare l'equilibrio universale e, quindi, poteva essere disprezzato, condannato e perseguitato. I cristiani cominciarono col giudicare superstiziosi gli Ebrei (vedasi l'osservanza del sabato), satanassi i pagani, infedeli gli islamici. Oggi cercano di difendersi dicendo superstiziosi quanti dicono di non trovare risposte nella religione cattolica e si rifugiano in altre fedi. Considerano la superstizione un retaggio dei tempi passati, una forma inferiore di religiosità; la superstizione degli altri è un atto di culto falso e superfluo, mentre la devozione delle centomila madonne di gesso che piangono ovunque è un atto di fede giusta ed incrollabile. Sono condannate le preghiere a fini illeciti (quali sarebbero quelli leciti ?), le cerimonie fatte a fini di divinazione (mentre si fanno processioni per far cadere la neve e poter effettuare i campionati mondiali di sci), la magia dei talismani (quando in tutti i santuari vi è sempre un prete di servizio per benedire gli oggetti acquistati dai turisti), la medicina alternativa (con chiese totalmente tappezzate di ex-voto). Forse Pietro II è ormai vicino al suo pontificato! Oggi, la stragrande maggioranza dei cattolici sta bene attento a non mettere il pane rovesciato, non passa sotto una scala, tiene in tasca un portamonete con fermaglio a ferro di cavallo, trascorre una giornata di inferno quando è venerdì 17, ha sul cruscotto dell'auto un magnifico corno rosso a fianco della immagine di "S.Antonio proteggimi", non appoggia il cappello sul letto, non siede a tavola se si è in tredici, non accende la sigaretta da un cerino che ne ha accese altre due, bada a non versare il sale, corre a farsi benedire se rompe uno specchio, e potremmo anche continuare. Le regole di S.Tommaso per definire la superstizione si possono pari pari applicare a molte cerimonie religiose della chiesa cattolica.

SUPPLIZIO

 
(Rel.) - Deriva dal latino supplicium che significava "preghiera"; questa, infatti, era sempre accompagnata dalla uccisione di vittime, per cui il termine finì per conglobare le due cose e, per estensione, ogni castigo corporale inflitto a quanti la giustizia giudicava dei malfattori. A Roma, quando si conduceva a morte un cittadino, il "rex sacrorum" (direttore dei sacrifici) votava il condannato agli Dei mediante preghiere ed un sacrificio che aveva lo scopo di lavare il popolo romano dal sangue versato. Oggi è il prete ad accompagnare il condannato a morte e destinarlo a Dio, ma nessuno lava l'onta degli assassini di stato.

SURA

 
(San.) - Un termine generale per Dei, lo stesso che deva; il contrario di asura o "non-dei". All'origine, il termine designava i primi e più brillanti Dei degli Indù, divenuti Asura solo quando li ha detronizzati la perversa immaginazione dei Brahmani. I Sura appartengono alla Legione degli Spiriti incaricati di creare ed organizzare il nostro universo visibile. Aditi è chiamata Surarani come Madre, o Matrice, degli Dei detti Sura.
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