Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

SKANDHA

 
(San.) - O Skhanda. Letteralmente, "fasci" o gruppi di attributi; qualsiasi cosa finita, inapplicabile all'eterno ed all'assoluto. Ci sono cinque (esotericamente sette) attributi in ogni essere umano vivente, che sono conosciuti come i "Pancha Skandha". Sono: (1) forma, rupa; (2) percezione, vidana; (3) coscienza, sanjna; (4) azione, sanskara; (5) conoscenza, vidyana. Questi skandha, raggruppati, alla nascita dell'uomo ne costituiscono la personalità. Dopo la maturità di questi Skandha, gli attributi cominciano a separarsi e ad indebilirsi, quindi segue jaramarana, o decrepitezza e morte.

SKINNER Ralston

 
(USA) - Autore dell'opera "La Chiave ai Misteri Ebrei ed Egizi nell'Origine delle Misure", un approfondito studio sulla Grande Piramide, attraverso il quale l'autore cerca di dimostrare l'origine delle misure inglesi. L'opera è ripetutamente citata da H.P.B. nella Dottrina Segreta.

SKRYMIR

 
(Sca.) - Uno dei famosi giganti dell'Edda.

SKULD

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava era una delle Norne, la sorella del destino, quella che presiedeva al futuro.

SLACK H.J.

 
(???) - Autore citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta a proposito della contrapposizione fra metafisica e fisica.

SLAUGHTER W.B.

 
(USA) - Un reverendo, citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta quale autore dell'opera "La moderna Genesi".

SLAVI

 
(Ant.) - Detti anche Slovacchi e Sloveni, il loro nome ha origine sconosciute. Secondo alcuni deriva da slovo, "parola", ovvero coloro che si esprimono in un linguaggio comprensibile, a differenza dei nemici, i "muti", simile al greco Barbaroi, ovvero coloro che parlano in modo da non farsi capire. Altri fanno derivare il nome da klew, "bagnare, pulire", da cui Slovna, Slovnja, Slovac, Slavinc, ecc. con il significato di "abitanti presso un luogo umido o bagnato da un corso d'acqua chiamato Slovo". Il collegamento con la parola, quindi, rimane. Questo popolo apparve all'improvviso al confine settentrionale dell'impero bizantino, all'inizio dell'era moderna; era molto numeroso e si installò fra il Danubio, il Dnestr e la Vistola. Ad esso appartenevano certamente gli Anti, di cui parla Giordane, ed i Veneti, o Venedi, menzionati da Plinio, Tacito e Tolomeo. Secondo Cornelio Nepote, potrebbe trattarsi di Indi, o Vindi, che Erodoto dice discendenti degli Sciti. Era un popolo sedentario, dedito all'agricoltura ma , investito dalla schiera di nomadi che si spostava verso sud-ovest, furono costretti a migrare, o come federati o come sudditi. E fedeli alle loro abitudini, si fermarono stabilmente nelle terre conquistate, ivi costituendo i loro stati. La loro organizzazione partiva da un nucleo essenziale rappresentato dalla famiglia patriarcale, nella quale persistevano ancora tracce di matriarcato (forse esiste un legame con gli antichi gipsi, gli odierni zingari), caratterizzata dal possesso comune della terra, degli strumenti di produzione e del bestiame. Più grandi famiglie messe assieme formavano una stirpe, i cui membri erano legati da vincoli di parentela; più stirpi formavano una tribù, le tribù tutte assieme formavano il popolo. Talvolta, per scopi bellici, si formarono anche federazioni di più popoli. Alla testa di ogni formazione (famiglia, stirpe, tribù, popolo) vi era un'autorità impersonata da un Capo coadiuvato da un consiglio di anziani. Poco o nulla sappiamo della loro religione, che era diversa fra gli Slavi russi e quelli Baltici. Le poche testimonianze pervenute sono opera di autori cristiani che, accecati dalla loro parzialità, hanno fornito un quadro falso e deformato. Si trattava certamente di un paganesimo idolatrico che, almeno in parte, è ben descritto nel Canone degli Dei di Vladimiro. Divinità suprema era Perun, Dio del fulmine, seguito da Chors, divinità lunare e da Dabog, divinità solare; quindi Mokos, dea connessa con la filatura e le attività domestiche caratteristiche della donna che, però, quale grande divinità femminile, era in qualche modo collegata con l'attuarsi e lo svolgersi del ritmo del mondo. Volos era il Dio degli armenti, mentre altre divinità minori erano Pereplut, Rod, Trojan, ecc., più un Svarozic, Dio del fuoco, non meglio definito. Molto importanti erano le collettività divine: le Berenice (tre o nove), ninfe delle sponde e dei monti, le Vile, ninfe fluviale e lacustri (diventeranno poi le Rusalke), le Rozanice, divinità del destino, ecc. Agricoltori, cacciatori, pescatori, lavoravano il ferro per costruire le armi, e conoscevano la tessitura; lavoravano l'argilla, erano dotai di carri e di una tecnica militare piuttosto rudimentale. Forse rimane di loro qualche scrittura, ma si tratta di omelie o prediche di carattere religioso.

SLEIPNER

 
(Sca.) - Il cavallo di battaglia di Odino, i cui zoccoli erano sporchi di sangue.

SLOKA

 
(San.) - Letteralmente significa "suono, inno, strofe" ed indica il metro epico Sanscrito formato da trentadue sillabe: versi in quattro mezze righe di otto sillabe ciascuna, o due righe di sedici. Nella versificazione indù, questo tipo di strofe è stato largamente usato, soprattutto nell'epica e nella letteratura classica.

SMARA

 
(San.) - Letteralmente "memoria", è il principio della consapevolezza.
Vai alla Bibliografia