Glossario

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SHARIRA

 
(San.) - Letteralmente significa "corpo" ed è sinonimo di kosha. Se ne distinguono tre: Sthula-sharira (corpo grossolano), Sukshma-sharira (corpo sottile), Karana-sharira (corpo causante), al cui livello opera la volontà cosmogonica nella condizione di sonno profondo.

SHARIRAKA

 
(San.) - Letteralmente significa "corporale" e si applica allo spirito vivente incarnato, in quanto dotato di corpo vivente.

SHASTAR

 
(San.) - Letteralmente significa "istruttore" ed è una denominazione talvolta usata per l'Atman.

SHASTRA

 
(San.) - Come "insegnamento, precetto, testo sacro", è un trattato o un libro; ogni opera di divina o di accettata autorità, compresi i libri della legge. Questi testi fanno autorità ed il loro autore, mitico o storico, è sempre un brahmano. In India, ai giorni nostri, uno Shastri significa un uomo istruito nella legge divina ed umana. Può significare anche "inno", recitazione rituale compiuta dallo hotar delle strofe del Rig Veda, in opposizione al canto degli stotra, intonato dall'udgatar. E può significare "strumento, arma", da cui Shastra-Devata, gli Dei dalle armi divine (da non confondere con gli Agniyastra).

SHATAPATHA BRAHMANA

 
(San.) - Antica opera indù che tratta di cosmogenesi.

SHAW

 
(Ing.) - Scrittore inglese citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta per le sue particolari idee sul sarcofago.

SHAWNEE

 
(USA) - Antica tribù indiana, oggi dimorata in riserve dell'Oklahoma, prima dell'occupazione europea era stanziata in una zona dell'America centro-orientale.

SHEBA HACHALOT

 
(Cab.) - Con questo nome, nello Zohar, si chiamano le dimore dei Kliphot, i Gusci. In realtà sono le sette zone del nostro globo. In ebraico, sheba significa giuramento (la Tetractide pitagorica) ed è identico al numero 7.

SHEDIM

 
(Eb.) - Vedi "Siddim".

SHEDU

 
(Bab.) - Termine babilonese ed assiro, di origine sumerica, con il quale si indicava un demone, o un genio buono, un protettore, una divinità di classe inferiore a quella degli Dei veri e propri, custode dei templi e dei palazzi. La sua immagine veniva collocata ai lati della porta di ingresso e talvolta era di grandi dimensioni. Era raffigurato a forma di toro con faccia umana. Le civiltà successive ne fecero uno spirito maligno, al punto di chiamarlo sheda, che in aramaico significa demone cattivo che perseguita gli esseri umani.
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