Glossario

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SARANYU

 
(Ind.) - La sposa di Surya, il dio Sole.

SARAPH

 
(Eb.) - Un serpente volante.

SARAPH MEHOPHEP

 
(Eb.) - Il Serpente di Bronzo che Dio ordinò a Mosè di costruire. Il Saraph è Yehowah, il capo dei Serpenti di Fuoco. Saraph è il singolare di Seraphin, ognuno dei quali aveva sei ali, e significa "fuoco ardente".

SARASVATI

 
(San.) - Lo stesso che Vach, la sposa e la figlia di Brahma, prodotta da una delle due metà del suo corpo. È la dea della parola, della conoscenza sacra, o esoterica, e della saggezza. È chiamata anche Sri, e le si attribuisce l'invenzione della lingua e dell'alfabeto sanscrito. Nell'ambito della cultura vedica, con questo termine si designava la dea delle arti ed in particolare della letteratura, della scienza e della retorica. Nell'induismo, questa divinità venne identificata con Vach, la dea della generazione. L'appellativo Sarasvati è quello che si rivolge alla madre allorché si consegna per la prima volta il figlio da allattare. Talvolta è considerata la personificazione di un fiume sacro, mentre esiste un Svami Dayanand Sarasvati che è il più grande studioso di sanscrito dei suoi tempi, in India.

SARCOFAGO

 
(Gr.) - Urna sepolcrale di pietra o di marmo, per lo più monumentale, ornata da altorilievi e bassorilievi, usata nell'antichità classica e nel medioevo, come ricettacolo per il morto, ma anche per custodire gli oggetti che accompagnavano il morto. Il termine deriva da sarc = carne, phagein = mangiare. Lapis assius, la pietra con la quale erano fatti i sarcofaghi, si ritrova ad Asso, nella Troade, ed ha la proprietà di consumare i corpi in quaranta giorni. In Egitto i sarcofaghi erano fatti di svariate altre pietre, di basalto nero, di granito rosso, di alabastro e di altri materiali, poiché servivano solo come un contenitore esterno per la bara di legno che conteneva la mummia. Su alcuni di essi gli epitaffi sono eccezionali ed altamente etici, e nessun Cristiano potrebbe augurare ai suoi morti qualcosa di meglio. In un epitaffio datato migliaia di anni prima dell'anno uno della nostra era moderna, si legge: "Ho dato acqua a chi era assetato e vestito chi era nudo. Non ho fatto male ad alcuno". E in un altro: "Ho compiuto le azioni desiderate dagli uomini, e quelle che sono ordinate dagli dei". La bellezza di alcune di queste tombe può essere giudicata dal sarcofago di alabastro di Oimenephthah I, nel Museo di Sir John Soane, a Lincoln Inn. "Scolpito in un unico blocco di alabastro, misura 9 metri di lunghezza, 65 cm. di larghezza e da 60 a 90 cm. di altezza ... I fori sull'esterno, ora vuoti, erano una volta ripieni di ottone blu per raffigurare il cielo. Tentare una descrizione delle meravigliose figure che sono all'interno ed all'esterno di questo sarcofago, esula dallo scopo di quest'opera. Molta della nostra conoscenza della mitologia di quel popolo è dovuta a questo prezioso monumento, con le sue centinaia di figure che illustrano l'ultimo giudizio e la vita al di là della tomba. Dei, uomini, serpenti, animali e piante simbolici, vi sono meravigliosamente scolpiti ..." (Funeral Rites of Egyptians).

SARGON

 
(Cal.) - Il Mosè di Babilonia, vissuto molto tempo prima di Mosè (almeno 2000 anni). La sua nascita, la sua infanzia, il salvataggio dal Nilo, sono identici ai fatti raccontati nella biografia di Mosè. Era re di Accadia, padre di Naram-Sin, il conquistatore di Babilonia. Egli era un semplice funzionario alla corte di Kish. Spodestò il sovrano e, attraverso lunghe guerre costruì il primo impero semitico che comprendeva l'intera Mesopotamia e si estese oltre il mare, fino a Cipro. Fondò una grande biblioteca e fu protettore della letteratura.

SARIOLA

 
(Sca.) - Letteralmente "luogo delle alghe". È un sinonimo di Pohiola.

SARIPUTTA

 
(Ind.) - Discepolo di Buddha che, assieme a Magallana, si convertì al Buddhismo dopo essere stato discepolo dello asceta Samjaya.

SARIRA

 
(San.) - Involucro, o corpo. (Vedi "Sharira").

SARISANG

 
(Ori.) - È un curioso dio della bruttezza, venerato dagli indigeni che abitano l'isola di Formosa. L'accostamento della bruttezza alla divinità potrebbe sembrare blasfema, ma non lo è quando si tiene nota di alcuni fatti. Ne citiamo uno. Un giapponese, premio Nobel per la letteratura, ebbe un figlio nato deforme; fra l'altro, aveva la testa aperta ed il cervello totalmente scoperto. I medici consigliarono l'eutanasia, ma i genitori si opposero; il neonato fu rattoppato alla meglio e crebbe sotto le amorose cure dei genitori. Un giorno cominciò a tracciare degli strani segni, del tutto privi di significato, almeno per le conoscenze comuni, ed il padre, pietosamente, si limitò a renderli noti. Casualmente, si fa per dire, questi segni caddero sotto lo sguardo di un musicista ricercatore; questi, dopo alcuni tentativi, riuscì a tradurli in note, ricavandone delle melodie straordinarie. Riprodotte su CD e musicassette, queste armonie hanno rappresentato un successo di vendita straordinario.
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