Glossario

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SANSCRITO

 
(San.) - Il linguaggio classico dei Brahmani, mai conosciuto nè parlato nella sua vera forma sistematica (dato più tardi approssimativamente dal Panini), eccetto che dai Brahmani iniziati, poiché esso era, preminentemente, un "linguaggio misterico". È ora degenerato nel cosiddetto Prakrita. La radice del sanscrito, la lingua dei misteri degli Iniziati, è stata la prima lingua della Quinta Razza. Sanscrito, letteralmente, significa "perfetto", ed è una lingua indo-aria molto diffusa, veicolo principale di molte forme della cultura aria dell'India, dai Veda fino ai nostri giorni. Essa è stata soprattutto strumento precipuo della civiltà brahmanica. Si può classificare in tre grandi suddivisioni : sanscrito classico (Panini) sanscrito vedico e sanscrito ieratico. Sono scritti in sanscrito i due grandi poemi epici Mahabharata e Ramayana, nei quali il sanscrito viene chiamato "lingua sacra". Essa non è una lingua parlata, se non forse dalle caste superiori, anche se ovunque compresa in India. E non è una lingua morta, dal momento che i grandi poemi vengono ancor oggi recitati in sanscrito. Le lettere sanscrite sono assai più numerose delle 22 lettere dell'alfabeto ebraico; sono tutte musicali e sono lette, o meglio salmodiate, secondo un sistema indicato in antichissime opere tantriche; esse sono chiamate Devanagari, la favella, o il linguaggio, degli Dei. Siccome ogni lettera corrisponde ad un numero, il Sanscrito fornisce un ambito di espressione più ampio e più perfetto di quello ebraico. Questo linguaggio venne insegnato agli uomini dagli Dei.

SANSIMONISMO

 
(Rel.) - Nome di una setta religiosa che fa capo a Saint Simon, praticamente organizzata da Enfantin. Sostiene una singolare mescolanza fra misticismo e scientismo, con frequenti riferimenti a dottrine orientali. Contrari alla politica ed alla democrazia, i Sansimonisti sostenevano un ordine sociale fondato sulla gerarchia delle competenze e sul potere dei dirigenti industriali.

SANSONE

 
(Rel.) - Uno dei giudici di Israele, vissuto nell'XI sec. a.C., eroe nazionale nella lotta contro i Filistei. Le sue vicende sono narrate nel Libro dei Giudici. Nato miracolosamente nella tribù di Dan, consacrato nazireo portava i capelli lunghi, nei quali risiedeva il segreto della sua grande forza. Autore di diverse violenze di ogni tipo contro i Filistei, sposò la cortigiana Dalila, alla quale rivelò il suo segreto. Questa gli rase i capelli e lo consegnò ai Filistei. Incarcerato a lungo, accecato, era costretto a far girare una macina a Gaza; nel frattempo gli ricrebbero i capelli. Un giorno, portato al tempio di Dagon per far divertire i Filistei, si aggrappò a due colonne e le spezzò. Il tempio crollò seppellendo Sansone e migliaia dei suoi nemici. Il nome di Sansone lo si fa derivare da Shemesh, il Sole.

SANTAL

 
(Ind.) - Popolazione di ceppo munda dell'India settentrionale. Abili coltivatori, cacciatori ed allevatori, hanno organizzazione tribale assai complessa (dodici clan esogamici), conservano il culto del Sole e tracce di credenze totemistiche.

SANTANA

 
(San.) - Collegamento fra le lettere, "ipertono" che determina il loro reciproco condizionamento. Altri elementi dello insegnamento fonetico sono l'accento (svara), la quantità (matra), la forza (bala) e l'accento melodico (saman).

SANTARASA

 
(San.) - "Rasa del pacificato", emozione estetico-religiosa che scaturisce da una visione pacificata delle cose, prossima alla Verità assoluta.

SANTATIH

 
(San.) - La "discendenza".

SANTISSIMO

 
(Rel.) - Per i cattolici è l'attributo tradizionale della Trinità, ed anche di Cristo nell'Eucaristia. Nella religione saggezza è sinonimo di Logos.

SANTO

 
(Rel.) - Termine che, secondo l'etimologia ufficiale deriva dal verbo "sancire", e come participio passivo significa "prescrivere per legge". Riteniamo ciò poco pertinente e pensiamo sia più attendibile la derivazione da "sancus" e "sacer", con il significato di "sacro, rendere sacro". Altri però propongono una terza derivazione: il verbo "sancio", che significa "cingere"; essi dicono che gli Etruschi recingevano il terreno dove cadeva la folgore e vi erigevano un tempio. Chi si chiude in sè, si concentra, si vota al divino, cinge sè stesso di una cortina che lo isola dal mondo, e diventa santo. Per la Chiesa cattolica, santo è ciò che è riconosciuto sacro, che è dedicato ad usi sacri, che riguarda Dio o la religione, che vive secondo la Legge di Dio, che osserva i comandamenti di Dio, che vive senza peccato. E sono Santi coloro che sono chiamati da Dio fra i beati. Nel Nuovo Testamento, sono Santi coloro che hanno risposto alla vocazione divina, i martiri ad esempio. È verso la fine dell'anno Mille che la Chiesa inizia a stabilire delle regole per il culto dei Santi. Oggi si ha la beatificazione (culto in ambito limitato) e la canonizzazione (culto universale). La figura del santo è presente in molte religioni che ritengono tali gli eletti da Dio o quelle persone che possono essere considerate come modello per i fedeli. A parte la chiesa cattolica e quella ortodossa, tuttavia, non si conoscono attualmente altre religioni che prevedano la figura del "santo".

SANTO DEI SANTI

 
(Rel.) - Nell'exoterismo indù è rappresentato dai simboli Lingam e Yoni. Presso gli Egizi era la Camera del Re nella Grande Piramide. Per i Giudei era il luogo dove era custodita l'Arca dell'Alleanza. Il Santo dei Santi era la Dimora della Divinità, il Luogo più sacro; in realtà aveva un significato prevalentemente fallico, perchè custodiva la Causa creatrice, la santità riconosciuta agli organi di procreazione. Presso gli antichi era l'Adytum, il recesso all'estremità occidentale del Tempio, chiuso da tre parti da muri lisci, con una sola apertura, una porta chiusa da una tenda. All'interno era collocato un sarcofago, o una tomba dove si trovava il Dio solare cui il tempio era consacrato. I Leviti, sacerdoti degli Ebrei, vi tenevano l'Arca "sacra" del Patto, davanti alla quale Davide danzava scoperto. E poiché l'Arca e l'Argha, la nave dei misteri, ma anche la matrice della Natura, il sesso femminile, sono la stessa cosa, i due nomi assumono un preciso significato fallico. E come se non bastasse, segue la scritta YEVE, dove lo yod è il membro virile e la He l'utero. Durante i misteri dell'Iniziazione egizia, il candidato che scendeva nel sarcofago della Camera del Re, era il Dio solare che con il suo raggio vivificato penetrava nella matrice feconda della natura. Il sarcofago era il simbolo del principio femminile. Genericamente, questo principio era rappresentato come un vaso, una navis, un contenitore, nel quale venivano depositati i germi della vita. In India è la Vacca d'Oro, per i Greci era l'Argha a forma di mezzaluna, nelle feste di Astoreth era il Vascello di Vita, per i Caldei era Nuah (l'Arca), poi Belita, quindi Eva, infine la Vergine Madre dei cristiani. Nell'Induismo, il Santo dei Santi è una astrazione universale, i cui personaggi sono lo Spirito Infinito e la Natura. Nel Giudaismo è un Dio personale, al di fuori della Natura, e l'utero femminile; che cosa sia divenuto per i cristiani, è difficile dire, non potendo certo dar credito a ciò che viene detto exotericamente ai fedeli nelle chiese.
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