Glossario

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PRORSA e PORRIMA

 
(Mit.) - Dette anche Anteverta e Postverta, a Roma erano considerate due sorelle, profetesse, che presiedevano ai parti. Quando il parto era felice, il bambino si presentava per la testa e toccava a Prorsa, o Anteverta, tutelare la funzione; nel caso contrario, era Porrima, o Postversa, a condurre la operazione, non sempre con esito fausto. Nel campo profetico, entrambe cantavano e proclamavano: Prorsa ciò che non è ancora, Porrima ciò che non è più. Una leggenda narra che le due sorelle furono invitate al sacrificio di Ercole, dopo la morte di Caco: Prorsa arrivò in anticipo e non potè partecipare, Porrima arrivò quando la festa era finita.

PROSELITISMO

 
(Rel.) - Tentativo di una religione di diffondersi reclutando sempre nuovi adepti. Il proselitismo è una caratteristica delle religioni sovranazionali che, ritenendosi uniche depositarie della verità, non si sentono legate ad un singolo popolo, ma si autoproclamano univa via di salvezza per qualsiasi individuo umano. L'ideale soteriologico, poi, spinge i missionari alla conquista del mondo. Il proselitismo giudaico era caratterizzato dalla conversione, che doveva essere poi seguita da una serie di obblighi (circoncisione, bagni, offerte, ecc.). Esistevano due forme di proselitismo, quello mondano e quello religioso.

PROSERPINA

 
(Lat.) - Divinità romana, figlia di Giove e di Cerere, uguale alla greca Persefone. Fu rapita da Plutone, mentre coglieva dei fiori, e portata negli Inferi di cui divenne la Regina. Cerere per vendetta rese la terra sterile, Giove acconsentì a riportare Proserpina sulla terra ma, siccome aveva già mangiato i frutti degli Inferi, doveva trascorrere laggiù un terzo dell'anno. Normalmente Proserpina è raffigurata con Plutone, su un carro tirato da cavalli neri; altre volte come divinità del germoglio. Pare che il suo culto sia stato stabilito a Roma, assieme a quello di Dite, in occasione di una pestilenza, ma Varrone e Livio sostengono che fu introdotto per ordine dei Libri Sibillini. E siccome i primi sacrifici avvennero nel Tarentum, si ritiene che il culto abbia avuto origine dove si trova oggi la città di Taranto. Identificata anche con la divinità indigena Libera, le si sacrificava una vacca bruna.

PROSKYNESIS

 
(Rel.) - Da "pros" = verso e "kuneo" = baciare, significa prostrarsi con riverenza, mandando un bacio: era l'atto e l'usanza di adorare mediante il "proskinema". Questa usanza era molto diffusa nelle corti orientali, ove il monarca si riteneva di origine divina. Nella civiltà ellenistica, con questo nome si designavano i voti fatti per congiunti lontani in occasione di visite a luoghi di pellegrinaggio o a monumenti celebri, voti che spesso si scrivevano sui monumenti stessi o sulle pareti del santuario (Graffiti del Memmonio di Abido, Tombe dei Re a Tebe, ecc.). Con questo nome si designano anche le formule solenni di saluto nelle lettere mandate dai luoghi di pellegrinaggio: se ne hanno esempi nei papiri.

PROSPERITÀ

 
(Rel.) - La prosperità è un concetto strettamente legato al benessere e, come tale, è stato sempre presente nella mente degli esseri umani. Il Caduceo di Mercurio era ritenuto exotericamente simbolo del commercio e, quindi, del benessere; il faggio è un albero che cresce rapidamente ovunque, quindi simbolo di chi sta bene ovunque; la figura di Alessandro era portatrice di prosperità, per cui tutti portavano addosso una sua statuetta. L'aquila in volo, che porta via il cappello ad un uomo, è simbolo di eventi fausti e prosperi; un aquila volò sulla testa di Giove, prima della sua vittoria sui Titani; l'aquila che si posò sul carro di Gordio preannunciò la nascita del figlio Mida e la sua relativa fortuna; quando nacque Alessandro il Grande, due aquile si posarono sul tetto della casa. Per gli Egizi, la cornacchia morta era simbolo di prosperità nella vita, e la carne di cornacchia dava lunga vita; il suo nido, poi, pestato e ridotto in polvere era un amuleto contro ogni male. Le api posate su un ramo di olivo indicano vita lunga e prospera, senza malattie.

PROSSIMO

 
(Fil.) - Ogni uomo, rispetto ad altro uomo, in quanto uniti dal vincolo della carità, cristiana e non. Questo termine lo si trova già nel Vecchio Testamento, con riferimento ai componenti di una famiglia, o tribù, dove la "prossimità" è data dalla "vicinanza" o dalla "affinità". Gesù cambierà questo concetto definendo "prossimo" colui che è fatto tale dalla libera elezione della misericordia. Etimologicamente, prossimo significa "vicinissimo, il più vicino"; quando si vuol fare del bene al prossimo, quindi, non è necessario andare verso terre lontane: forse si trova la porta accanto !

PROSTITUZIONE

 
(Ant.) - Detta anche "la professione più antica del mondo", è una prestazione sessuale a scopo di lucro, con carattere di abitualità e di professionalità. La sua presenza sociale è direttamente proporzionale al tasso di degradazione dei costumi ed alla impostazione puramente erotica di un atto che nell'antichità era considerato un rito sacro. Nel passato, si ha traccia di prostituzione sacra, della quale si conoscono due forme principali: quella effettuata da donne che appartenevano al personale di un tempio consacrato ad una divinità femminile, che abitavano un quartiere adiacente al tempio, e quella praticata in India, presso templi di grandi divinità maschili, dove le prostitute erano considerate spose del Dio. Il nome con il quale vengono individuate cambia a seconda della lingua e della figura: mugic presso i Sumeri, zermasitu presso gli Assiri, qadishtu presso gli Accadi, devadasi presso gli Indù; i portoghesi le chiamavano "baiadere", ovvero danzatrici del tempio. Nel santuario di Afrodite, a Corinto, vi erano più di mille ierodule, e molte altre erano nel tempio di Venere, ad Erice. E non si esclude che vi fossero anche nel tempio del dio Ammun a Luxor. Ma vi erano anche altre forme di prostituzione sacra. Erodoto racconta che le fanciulle del suo tempo avevano l'obbligo religioso di offrire la loro verginità ad uno straniero, nel tempio, prima di sposarsi. L'atto veniva remunerato, ma il ricavato andava al tempio. Stessa cosa raccontano Strabone e Luciano. Presso alcune tribù dell'Africa, la deflorazione non viene fatta fare dallo sposo, poiché l'atto è ritenuto pericoloso e contaminante. In altri luoghi, questi riti sessuali sono legati all'ideologia religiosa della fertilità e si realizzano talvolta mediante riti orgiastici.

PROTAGORA

 
(Fil.) - Abdera 481/491 a.C., ??? 400 circa. Filosofo greco fra i più insigni esponenti della sofistica, rispettato da Platone, amico di Pericle, esercitò la professione per oltre quarant'anni e morì in un naufragio a settanta, o novanta, anni, mentre, bandito da Atene, si recava in Sicilia. Era stato condannato perchè aveva affermato che "gli Dei non si può dire nè che sono nè che non sono, opponendosi a ciò l'oscurità dell'argomento e la brevità della vita umana"; tutte le sue opere furono bruciate, il che dimostra che gli Ateniesi non erano quel popolo democratico di cui tanto si vaneggia. Nella sua opera fondamentale, La Verità, egli afferma che "di tutte le cose misura è l'uomo", ponendo così l'uomo come soggetto di conoscenza del mondo, ma ponendo già le premesse di una possibilità relativa di conoscenza da parte dell'uomo, dal momento che ogni essere umano, nella molteplicità dei suoi stati transeunti, determina le cose nel loro essere. La verità è qui ed ora, ma sullo stesso oggetto si possono avere due pareri opposti, non perchè la verità sia duplice, ma perchè i giudizi si basano sulla materia e sulla forma e non sui principi supremi. Il suo relativismo gnoseologico nasce dal fatto che ogni cosa è e non è allo stesso tempo, per cui la conoscenza fluttua entro termini opposti.

PROTEO

 
(Mit.) - Vecchio Dio marino, divinità minore, figlio di Nettuno e di Fenice, o di Oceano e Teti, era guardiano delle bestie marine di Nettuno ed in cambio del suo lavoro aveva avuto dal Dio il potere di profezia e di cambiar forma. Viveva in una grotta nell'isola di Faro, dove i mortali si recavano a consultarlo; per avere la profezia, però, bisognava coglierlo nel sonno ed incatenarlo, altrimenti egli assumeva tutte le forme possibili per sfuggire alla richiesta. Fu padre di due crudelissimi giganti, Timolo e Telegone, ai quali comparve sotto forma di fantasmi per far cessare le loro scelleratezze. I suoi figli furono uccisi da Ercole. Ebbe anche tre figlie: Cabira, Eidotea e Beozia. Menelao lo interrogò per conoscere il modo di tornare a Sparta, ma Proteo, cammuffandosi in mille forme, non rispose. Da questa sua proprietà deriva il termine "proteiforme". Qualcuno pensa si tratti di un personaggio realmente vissuto in possesso di una sapienza superiore e di una scienza universale attraverso le quali aveva conoscenza completa della profondità dell'oceano.

PROTESILAO

 
(Gr.) - Mitico eroe greco, figlio di Ificlo, discendente di Filottete, partecipò alla spedizione dei Greci contro Troia e fu il primo a sbarcare dalle navi greche sul suolo troiano. Fu ucciso subito e lasciò la moglie vedova in una casa costruita solo a metà. Esotericamente, Protesilao e la moglie sono l'insieme che sta a rappresentare il prototipo dell'Iniziato.
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