Glossario

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PRASHRAYA

 
(San.) - O Vinaya. "La progenitrice dell'affetto", un appellativo dato all'Aditi Vedico, la "Madre degli Dei".

PRATAR

 
-ANUVAKA (San.) - Lunga litania di 100 o 360 strofe, recitate dallo hotar, come introduzione alla spremuta (savana) del Soma, al mattino.

PRATI

 
-HARA (San.) - Antistrofe del saman cantata dal sacerdote pratihartar.

PRATIBHASIKA

 
(San.) - La vita apparente o illusoria.

PRATIHARTAR

 
(San.) - Secondo sacerdote assistente cantore al sacrificio.

PRATIMOKSHA

 
(San.) - Letteralmente "liberazione", è il complesso delle 227 norme che regolano la vita del monaco buddhista. Ogni quindici giorni ha luogo una riunione di monaci per celebrare l'uposatha, la recitazione delle sette sezioni del prati-moksha. Dopo ogni sezione, il monaco più anziano si rivolge alla collettività e chiede per tre volte: "siete puri in queste cose?". In tal modo l'uposatha diventa una specie di confessione pubblica dei peccati, anche se le norme non sono veri e propri precetti morali.

PRATISAMVID

 
(San.) - Le quattro "forme illimitate di saggezza" raggiunte da un Arhat, l'ultima delle quali è la conoscenza assoluta ed un potere sui dodici Nidana (Vedi "Nidana").

PRATISARGA

 
(San.) - Nei Purana, con questo nome si indica la Creazione Secondaria.

PRATT John Henry

 
(Ing.) - Londra 1809, Ghazipur (India) 1871. Fisico e geodeta inglese, ecclesiastico, dal 1849 arcidiacono di Calcutta, è noto per l'attività svolta nel campo della geodesia. Si occupò dell'influenza delle grandi masse montagnose sulle misurazioni locali della gravità, e formulò una sua ipotesi sulla compensazione delle irregolarità della crosta terrestre (isostasi). Scrisse un'opera molto importante per gli studi esoterici: Nuovi Aspetti di Vita e di Religione, nella quale tratta anche i misteri della Cabala.

PRATY

 
-AKSHA (San.) - Letteralmente, "dinanzi agli occhi"; significa l'insieme del mondo visibile e percepibile.
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