Glossario

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PRAKRITI

 
(San.) - La natura in generale, la natura come opposta a Purusha - la natura spirituale e lo Spirito, che insieme sono i "due aspetti primordiali dell'Unica Divinità Sconosciuta", Natura manifesta o materializzata. Possiede tre guna (qualità): sattwa (che regola l'ordine ed il tempo), raja (potere mentale), tama (forma fisica di densa materia caratterizzata dalla stabilità e dall'inerzia). In filosofia, è la sostanza originaria, considerata sorgente ed origine dell'aspetto materiale dell'universo manifestato. Nei Purana e nel Sankhya, con questo termine si intende la forma primordiale; la sua forma femminile permette che i Tantra la identifichino con la Shakti. Nelle Upanishad, prakriti è la natura naturante, o sostanza primordiale, "potenza del sè del Dio" (deva-atma-shakti) "celata dai propri attributi". La teoria della prakriti, causa strumentale e materiale dell'evoluzione (parinama, vivarta) del cosmo, comincia a delinearsi con carattere mistico-teologico nelle Upanishad medie, per diventare poi la dottrina fondamentale del Sankhya, sistema che prescinde da qualsiasi considerazione religiosa. Fin dalle prime Upanishad, prakriti è concepita come sostanza universale agente, ma non di propria iniziativa, caratterizzata dalle sue tre qualità, o stati allotropici, o guna (sattva= assenza, albedine; rajas=emozione, rubedine; tamas=oscuramento, nigredine). Prakriti nasce dalla suddivisione del secondo Logos, che si divide in Purusha e Prakriti, ovvero Spirito e Materia. Secondo i sistemi indù essa è Maya, o Illusione. Uno studioso vedantino la definisce "akasha nel suo stato primordiale", un equivalente della natura astratta. Secondo il Sankhya, le prakriti, o "produzioni produttive", sono sette: Mahat, Ahamkara ed i cinque Tanmantra. Etere-Prakriti è la Forza-Sostanza caratterizzata dal positivo fenomenico, sempre attivo. Prakriti e Purusha, i due aspetti del Brahman, sono entrambi immutabili e non soggetti a consumazione, anche se durante i periodi di Maya sono modificabili quali Vyaya e Parinamin. Mulaprakriti è la Radice, o Noumeno, di prakriti che, in un certo senso, è la materia primordiale in via di formazione, il substrato della materia sensibile. Parabrahman è Prakriti come illusione, Purusha come realtà unica. Simbolicamente, prakriti viene descritta come un prisma triangolare che ha per facce i tre guna e si divide in sette raggi che, nel corso del tempo, sviluppano i sette principi della classificazione settenaria.

PRAKRITIKA

 
(San.) - Il Pralaya di tipo elementare che succede all'Età (o Giorno) di Brahma, quando ogni cosa che esiste si dissolve nella sua essenza primordiale (o Prakriti). È il ritorno dell'Universo alla sua natura originale, in forma parziale e soltanto fisica. È la dissoluzione della sola materia e, in un certo senso, con riferimento alla Terra, consiste nella totale dissoluzione del sistema solare.

PRALAYA

 
(San.) - Un periodo di oscuramento o di riposo che può essere planetario, cosmico o universale. L'opposto di un Manvantara, la dissoluzione dei mondi che si verifica alla fine di ogni eone, o kalpa. Con riferimento all'individuo, esso rappresenta il quarto stato di coscienza (turiya), quello catalettico, in cui i vari prana vengono riassorbiti entro il Brahman indifferenziato. Questa dissoluzione di tutte le cose può essere di quattro tipi diversi: Naimittika - Occasionale, quando Brahma dorme (la notte di Brahma). Prakritika - Elementare, quando il ritorno di questo Universo alla sua natura originale è parziale e fisico; Atyantika - Assoluto, identificazione dello Spirito incarnato con lo Spirito Supremo, incorporeo; Nitya - Perpetuo, è il Mahapralaya dell'Universo, la scomparsa dell'uomo, l'estinzione di ogni forma di vita. Secondo alcuni, il Nitya Pralaya è una dissoluzione costante, ovvero il cambiamento che si produce incessantemente, anche se impercettibilmente, in tutto ciò che esiste nell'Universo, dal globo all'atomo. Nitya è il pralaya cosmico, è Brahma che riaccoglie in sè tutto l'universo; esso interessa le cose visibili, ma non il mondo arupa. Questo pralaya giunge alla fine dei cento anni di Brahma (311.040.000.000.000 anni solari) e rappresenta la Dissoluzione Universale. Allora, dicono le Scritture esoteriche, l'Avyaya, la Vita Eterna rappresentata da Vishnu che per l'occasione assume il carattere di Rudra, il Distruttore, entra nei sette raggi del Sole e beve tutte le acque dell'Universo. Così nutriti, i sette Raggi solari si dilatano in sette soli e danno fuoco a tutto il cosmo. Tuttavia, il pralaya non avviene sempre con il fuoco, ma si alterna con quello acqueo. I pralaya ciclici sono semplici oscuramenti durante i cui periodi la Natura, le cose visibile e quelle invisibili, rimangono in statu quo; è un letargo, non una distruzione. Questo tipo di pralaya viene talvolta chiamato sabato, come termine generico di riposo.

PRAM

 
-GIMA (Lit.) - Letteralmente, "Maestro di tutto", un appellativo della divinità.

PRAM' ZIMAS

 
(Sla.) - Nella mitologia slava si racconta che quando tutti gli esseri umani furono annegati, rimasero vivi solo due vecchi, marito e moglie. Allora, Pram' Zimas, il Capo di Tutto, consigliò loro di saltare sette volte sulle rocce della Terra, facendo così nascere sette nuove razze (coppie), dalle quali ebbero origine le tribù lituane.

PRAMANTHA

 
(San.) - Uno strumento per generare il fuoco sacro mediante frizione. Il bastoncino usato dai Brahmini per produrre il fuoco attraverso frizione. Pramantha ed Arani (la svastika) sono i genitori di Agni, il Fuoco. Si tratta di due legni che per sfregamento, o attrito, generano il fuoco: il pramantha nell'arani. Prometeo, il portatore di fuoco, è Pramantha personificato ed ha il suo prototipo in Matarishvan, un personaggio divino legato ad Agni. L'interpretazione fallica è superficiale e banale.

PRAMATIH

 
(San.) - Letteralmente, "uno che è intelligente". Esotericamente è il figlio di Fohat.

PRAMEYA

 
(San.) - Le cose che debbono essere provate; gli oggetti di Pramana, o di prova.

PRAMLOCHA

 
(San.) - Una Apsara femmina, una ninfa dell'acqua che ingannò Kandu. Questi era un grande e santo Saggio, la cui vita di penitenza aveva turbato gli Dei; Indra, il re degli Dei, inviò la ninfa per ipnotizzare Kandu e farlo recedere dalla sua santa vita. Durante la convivenza, Kandu ebbe un improvviso risveglio dallo stato di ipnotismo e cacciò via Pramlocha. Questa, fuggendo, attraversò i boschi, asciugò il suo sudore sulle foglie degli alberi; le gocce di sudore si raccolsero, maturarono ai raggi della luna e diedero corpo ad una bellissima fanciulla, Marisha, ritenuta frutto del concepimento con Kandu. Allegoricamente, le gocce di sudore sono l'equivalente delle spore della scienza; esotericamente, Pramlocha è l'equivalente di Lilith.

PRANA

 
(San.) - "Respiro, soffio", derivante dalla radice "an" che in sanscrito significa respirare. Il principio vitale dell'universo, riflesso soggettivo del Brahman, diversificato in cinque soffi differenti, ognuno dei quali presiede ad un gruppo di funzioni vitali: vyana è il soffio diffuso nell'organismo, apana è il soffio espirato, udana è il soffio ascendente, samana è il soffio interno, prana è il soffio in generale; ogni soffio è sottoposto ad un Deva della classe Vasu. Il prana, in questa sua molteplicità, ha il senso di vita individuale collegata allo spirito universale, ed è considerata matrice delle cinque facoltà sensorie e delle relative attività percettorie. Mitologicamente, il prana è considerato il polo maschile dell'esperienza divina del mondo, in coppia con Rai, la ricchezza, la prosperità, ecc. La Prasna Upanishad li identifica alle funzioni cosmiche di Sole e Luna, nate da un atto di volontà e di ascesa di Prajapati. Essa, poi, considera i cinque soffi in cui prana si differenzia come gli archetipi dei fenomeni cosmici Sole, Terra, Spazio, Vento e Fuoco. Da ciò si può presumere che fin dai tempi vedici la disciplina ed il controllo del prana (pranayama), specialmente nella sua forma più immediata che consiste nel respiro umano, rappresentò, assieme alla meditazione (dhyana), la forma primaria di ascesi, che poi continuerà in epoca storica nelle diverse specie di yoga. Il Tantrismo considera prana come energia totale, manifesta e non, del cosmo. Nella sfera terrestre essa viene conosciuta come emanazione solare dai sette raggi, o come aria vitale o come potere legato al respiro. Nella letteratura teosofica, prana è il principio di vita nell'essere umano, il terzo a partire dal basso. Exotericamente, prana è l'alito aspirato, ed assieme ad apana costituisce una delle operazioni essenziali per la vitalità. Prana ed Apana controllano Samana e Vyana, tutti e quattro sono soggetti ad Udana quando si tratta di acquisire il Pranayama. Fra Prana ed Apana vi è il Fuoco. Prana è la Vita, il potere attivo che produce tutti i fenomeni della vita. I suoi atomi non vanno mai interamente perduti; essi sono un fattore indipendente, eterno, cosciente, che in parte vengono trasmessi in eredità di padre in figlio, ed in parte nuovamente riuniti per diventare il principio animatore del nuovo corpo, ad ogni nuova incarnazione della Monade. Come l'anima individuale è sempre la stessa, così sono gli atomi dei principi inferiori, attirati dalla affinità e dalla legge karmica sempre verso la stessa individualità, in una serie di molti corpi.
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