Glossario

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PLINIO

 
(Lat.) - Ce ne sono due: il Giovane ed il Vecchio. Plinio il Vecchio nacque a Como nel 23 d.C. e morì a Stabia nel 79 d.C. Naturalista e storico, militò nella cavalleria e fu amministratore delle rendite imperiali. Appassionato alla scienza fu un grande scrittore, dal carattere esuberante; morì mentre osservava un'eruzione del Vesuvio, mentre era comandante della flotta romana a Capo Miseno ed era sbarcato per soccorrere la gente di Pompei ed Ercolano. La sua opera più famosa è la "Storia Naturale". Plinio il Giovane nacque a Como nel 61 d.C. e morì in Bitinia nel 113. Nipote di Plinio il Vecchio, letterato ed avvocato, ebbe rapida e fortunata carriera nella vita pubblica, conducendo vita agiata e serena. Onesto e giusto, maestro di probità, come funzionario fu talvolta incerto ed indeciso. Condannava i cristiani che si professavano credenti, mentre assolveva quelli che si pentivano. Oratore, scrittore, ricchissimo, generoso con gli amici, non era mai sicuro di fare del bene.

PLIOCENE

 
(Geo.) - Il periodo più recente dell'Era Terziaria o Cenozoica. Fa parte del Neogene e si colloca a circa 6 milioni di anni fa. Abbonda di avanzi organici analoghi alle specie attualmente viventi. Gli scienziati tenderebbero a collocare in questo periodo la prima apparizione dell'uomo eretto, quale evoluzione delle scimmie antropoidi. D'altra parte, in questo periodo sono stati trovati oggetti di selce certamente lasciati dall'uomo. Secondo la dottrina segreta, l'uomo del Pliocene era un puro atlantiano.

PLOTINO

 
- Nacque a Licopoli nel 205 d.C. e morì a Roma nel 270. Della sua vita si conosce molto poco; seguì Giordano nella spedizione contro i Persiani e poi in India con l'evidente intenzione di apprendere la filosofia di quei paesi. Dopo la sconfitta si rifugiò in Antiochia. All'età di quarant'anni tornò a Roma dove fondò una scuola molto frequentata. Il suo insegnamento era orale e solo dopo i 50 anni cominciò a scrivere le sue lezioni. Avrebbe voluto costruire la città ideale vagheggiata da Platone, ma si scontrò con l'opposizione dell'imperatore Gallieno. I 54 Trattati da lui scritti furono pubblicati dall'allievo Porfirio, con il titolo di Enneadi, il cui ordine di pubblicazione non è cronologico, ma sistematico. Quest'opera era preceduta da una prefazione, la Vita di Plotino, scritta dallo stesso Porfirio. Il più elevato, nobile e grande di tutti i Neo-platonici dopo il fondatore di questa scuola, Ammonio Sacca, del quale fu allievo. Fu il più entusiasta dei Filaleti, "gli amanti della verità", il cui scopo era quello di trovare una religione basata su un sistema di astrazione intellettuale che è la vera Teosofia, o l'intera sostanza del Neoplatonismo. Se dobbiamo credere a Porfirio, Plotino non ha mai rivelato il suo luogo di nascita, nè la sua famiglia, nè la terra di origine della sua stirpe. Fino a ventottanni egli non trovò un insegnante o un insegnamento che lo soddisfacessero o che rispondessero alle sue aspirazioni. Gli accadde poi di ascoltare Ammonio Sacca, e da quel giorno continuò a frequentare la sua scuola. Morì a sessantasei anni, dopo aver scritto cinquantaquattro libri di filosofia. Era tanto modesto che di lui si diceva che "si vergognava al pensiero che egli avesse un corpo". Raggiunse il Samadhi ( lo stato più elevato dell'estasi o la "riunificazione con Dio", l'Ego divino), parecchie volte durante la vita. Come fu detto da un biografo, "era tanto il suo disprezzo per i propri organi corporali che rifiutò di usare una medicina per curarsi, considerando cosa indegna di un uomo usare mezzi di tal genere". Leggiamo ancora: "Quando morì, un dragone (o serpente) che era stato sotto il suo letto, scivolò attraverso un buco nel muro e scomparve" - un episodio suggestivo per gli studiosi del simbolismo. Plotino insegnò una dottrina identica a quella dei Vedantini, cioè che l'Anima Spirito che emana dal Principio Unico deificato, dopo il suo pellegrinaggio, si riunisce ad Esso. Plotino presenta i suoi scritti come semplici commenti al pensiero di Platone, ma in realtà essi costituiscono una grandiosa sintesi culturale dell'intero pensiero antico, con motivi mistici e legami con la spiritualità orientale. Nell'universo, secondo Plotino, non c'è cosa che non tenda ad un fine che, a sua volta, rimanda ad un altro fine, e così via fino al fine ultimo: l'unità suprema cui tutto aspira e dalla quale tutto deriva. L'Uno è fonte primaria di vita, da cui tutto si diparte per emanazione; l'Uno, come prima ipostasi, è al di là dell'intelletto, il quale rappresenta la seconda ipostasi. La materia non è solo oggetto di sensibilità, ma il principio che introduce la molteplicità nell'unità, come tale è intelligibile. L'intelletto è il principio dell'ordine intelligibile, mentre l'anima è la forza che trasmette intelligibile nel sensibile, lo plasma e lo tiene sempre in rapporto intelligibile. L'anima è anima cosmica, universale, che lega tutte le cose sensibili mediante un profondo rapporto di simpatia reciproca e le mantiene unite a fronte della tendenza della materia a dissolverle ed a disperderle. Nell'anima si incontrano eternità e tempo, anzi è l'anima che genera il tempo secondo pulsazioni che non sono commisurabili all'intelletto ed all'Uno. L'anima si pone, quindi, fra intelligibile ed il sensibile il che è come dire fra due vie, a seconda che si volga all'uno o all'altro. La via verso il sensibile porta verso l'impastoiamento con la materia, la via verso intelligibile, attraverso l'amore per la bellezza, porta al ritorno all'Uno, ma non ancora ad esso. Per giungere all'Uno è necessario un atto che vada al di là intelligibile e che può essere descritto solo come una "estasi", un uscire da sè per identificarsi con l'Uno, immergendosi in esso, come un corpo sparisce nella luce senza ombre. Per Plotino, tempo e storia non hanno alcun valore; molto importante è solo la consonanza fra l'uomo e l'universo attraverso la percezione di quell'unità che li stringe e li ordina. Per quanto concerne l'astrologia, Plotino è un accanito sostenitore della teoria semiologica che non attribuisce agli astri la causa degli eventi umani, ma vede in essi solo dei segni che li indicano. L'anima umana è autonoma, non sottomessa alla influenza delle stelle. Entro certi limiti, tuttavia, le stelle possono esercitare una certa influenza su questo mondo, limitatamente però alla parte materiale. Il mondo è un animale unico e tutti gli avvenimenti sono sezioni di un'operazione unica, che è la vita del mondo. Poiché il mondo è armonia, vi deve essere una corrispondenza fra lo stato delle cose e le figure celesti, e viceversa: essi sono solo momenti di un'unico movimento.

PLURALISMO

 
(Fil.) - Termine che indica la dottrina che assume come originaria una pluralità di sostanze o elementi comunque qualificati. Essa è il contrario di monismo. Pluralismo è la dottrina dei quattro elementi di Empedocle, l'atomismo di Democrito e di Epicuro, la filosofia dei "reali" di Herbart, la filosofia delle "esperienze" di James, ecc. Queste dottrine assumono come originaria una pluralità che non privilegia alcuno dei termini che entrano a costituirla. Nelle osservazioni del prof. Winchell, ad esempio, è presa in considerazione una pluralità di mondi e di esseri che, pur derivando da un Ente supremo, mantengono un certo carattere di autonomia.

PLUTARCO

 
(Gr.) - Cheronea 46, ??? 127 d.C. - Scrittore greco di nobile e ricca famiglia, studiò ad Atene e seguì l'insegnamento di Ammonio; studiò anche matematica e medicina, e rimase impressionato dallo studio di Platone all'Accademia. Viaggiò in Asia, in Egitto, in Italia, risiedendo anche a Roma dove tenne lezione e conobbe uomini potenti. Diventato cittadino romano, ricevette dignità consolare e, pare, anche quella di procuratore della Grecia. A Cheronea, sua patria, tenne scuola a cenacolo per i suoi figli e pochi altri giovani. Partecipò al governo della città e fu sacerdote al santuario di Delfi. Scrisse più di duecento opere, che ci sono pervenute attraverso la raccolta di Massimo Planude. La più celebre e nota è "Vite Parallele".

PLUTONE

 
(Mit.) - Divinità sia dei Greci che dei Romani, dai primi chiamato Ades, dagli altri Orcus e Dis, era fratello di Giove e di Nettuno, figlio di Crono, padre di tutte le ricchezze, signore del regno dei morti. Proserpina era la sua sposa. Re dell'Inferno, vive in un palazzo nascosto nell'ombra misteriosa ed eterna della notte oltre Oceano, fra cupi fiumi ed agghiaccianti paludi, al di là delle vaste porte che non è lecito varcare agli uomini se non dopo la morte. Insensibile alle preghiere umane, era il Dio più odiato, cui si sacrificavano animali neri. Rappresentato con un mazzo di chiavi in mano, viaggiava su un carro tirato da quattro cavalli; secondo Boccaccio, i cavalli erano tre, ed il carro aveva tre ruote. Talvolta lo si voleva cieco e zoppo, dispensatore di ricchezze a caso. Detto anche Aidone, Dio della Terra, gli veniva conferito l'attributo di "serpente". Gli si attribuiva la ricchezza, soprattutto quella dei metalli, perchè, come lui, si trovano sotto terra. Il pianeta Plutone è stato scoperto nel 1930, ma era stato già intuito da tempo, osservando le perturbazioni dell'orbita di Urano. Ha l'orbita più eccentrica ed inclinata rispetto alla eclittica e la percorre in 249 anni terrestri. La sua rotazione si compie in sei giorni terrestri e la sua massa è inferiore a quella della Terra. La sua superficie sarebbe coperta da ghiaccio il che rende visibile la luce riflessa del sole, ma cela il vero pianeta. E gli antichi chiamavano Plutone Ade, ossia invisibile ! Plutone è il signore del segno dello Scorpione che governa l'apparato genitale e quello escretore. La sua forza oscura è la stessa di quella degli organi riproduttivi. È un pianeta trans-saturnino e, come tale, si pone al di fuori dei sette temperamenti umani basati sul settenario tradizionale. È un pianeta lento ed intere generazioni, più che singoli individui, lo trovano nel loro tema natale. Le sue caratteristiche sono la ribellione, la sovversione, sia quella giusta che quella luciferina. È disordine in tutti i sensi cui si ricollegano tutte le malattie che sul disordine si fondano, quali il cancro. Ma esso è anche portatore di ricchezza, diffusore di veleno che può uccidere in forti dosi ma sanare in piccole. Plutone richiama il mistero della nascita e della morte, la trasmutazione alchemica e spirituale, il mistero della giustizia divina, la segretezza e l'iniziazione.

PNEUMA

 
(Gr.) - Letteralmente significa "soffio, respiro" ed è un termine che per i presocratici indicava l'anima, in quanto principio vitale, mentre per gli stoici era lo spirito divino con cui Dio dà vita alle cose e le dirige animandole. Anche il Medioevo assumeva pneuma come mezzo e tramite dell'azione divina, mentre in ambito cristiano il termine venne usato per tradurre la parola ebraica "ruach" (soffio, vento, spirito) e darle il significato di Spirito Santo. Pneuma è l'anima umana, o Mente, simboleggiata dall'Aria o dal Vento. È figlia del Sole e della Luna, ovvero dello Spirito Divino e dell'Anima Divina. Semanticamente è affine a "psuchè", che in greco significa anima, ed indica il principio di vita. Per i Greci, pneuma era il principio vitale cosciente di ogni organismo, mentre psiche era usato in una sfera più generica. Per gli Stoici, pneuma è l'anima, il soffio vitale che informa il mondo. Negli scrittori cristiani, in genere, si trovano tre termini diversi, con differenti significati : pneuma è l'uomo pneumatico, o divino; psiche è l'uomo psichico, ossia lo spirito; soma è l'uomo ilico, o materiale. Paolo definiva "pneumatico" ciò che appartiene allo spirito, riferito alla vita interiore dell'uomo. L'uomo pneumatico è colui che possiede lo Spirito.

PO

 
(Mit.) - Fiume dell'Italia settentrionale, dai Latini chiamato Pada (da cui Padana) ed Eridano, nel quale, secondo la leggenda, precipitò Fetonte quando, guidando con imperizia il carro di sue padre Sole, fu scagliato a terra da Giove. Il fiume veniva talvolta raffigurato come un toro con le corna dorate perchè il suono delle acque che scorrono è simile al muggito del toro, mentre le sue rive sono tortuose come corna.

POCOCKE Edward

 
(Ing.) - (!604-1691) - Orientalista inglese ed erudito Biblico, studiò al Collegio Corpus Christi di Oxford, del quale divenne socio nel 1628. Nel 1630 veleggiò verso Aleppo per andare a fare il cappellano in una industria inglese; lì studiò l'arabo e venne in possesso di molti manoscritti di notevole valore. Nel 1636 assunse la cattedra di Arabo a Oxford, ma ben presto tornò nel Medio Oriente. Nel 1648 era di nuovo ad Oxford per assumere la cattedra di lingua ebraica. A parte numerosi e dotti trattati sulla storia di Arabia, sulla base di antichi manoscritti, scrisse un'opera intitolata "India e Grecia, o la Verità in Mitologia" con la quale cerca di dimostrare l'origine orientale della mitologia greca.

POHIOLA

 
(Sca.) - Letteralmente significa "Nord", ma nella mitologia scandinava indica l'enorme fattoria di Louhi, padrona del Sampo. Qui abitano i nemici dei discendenti di Kaleva. È una regione fredda e scura, chiamata anche Pimeutola (luogo delle tenebre). La sua posizione probabile è a Nord delle terre di Kaleva, accanto a Tuonela (il regno della morte) e non lontana da Hiitola (il regno dei demoni). Oltre ad essere la dimora di Louhi e delle sue bellissime figlie, Pohiola è anche la sede di potenti maghi stregoni.
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