Glossario

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NILAKANTHA

 
(San.) - Un nome di Shiva che significa "dalla gola blu". Si dice che questo colore sia stato il risultato di qualche veleno somministrato al dio.

NILALOHITA

 
(San.) - Altro nome di Shiva.

NILO

 
(Eg.) - Fiume d'Egitto che con le sue inondazioni periodiche rende fertili vasti territori del paese. Le acque, infatti, fuoriescono dal letto del fiume, inondano le campagne e poi si ritirano; in questa fase lasciano sul terreno sedimenti fertilizzanti che assicurano pingui raccolti. Era naturale che a questo fenomeno costante e benefico la superstizione popolare associasse la presenza di un nume tutelare cui furono dati nomi ed attributi i più svariati. Come Oceame era il padre universale degli Dei, come Actos (aquila) era un fiume dalla corrente rapida, come Nil assumeva uno dei nomi di Osiride. E proprio Nil, con Memfi, erano stati i progenitori dell'Egitto. Le acque del Nilo erano sacre e, raccolte in anfore, venivano portate in processione con gli Dei. I più solenni onori erano tributati nel solstizio d'estate, quando la piena era al suo massimo; venivano aperti solennemente, alla presenza del Faraone, i canali di irrigazione, si ripeteva al cospetto del fiume il matrimonio fra Iside ed Osiride, e la festa si concludeva gettando una vergine nei gorghi, quale supremo sacrificio umano. Il fiume veniva rappresentato come un uomo maestoso e barbuto, con il capo coronato di foglie e di frutti di Egitto, disteso sopra uno zoccolo, con il gomito sinistro appoggiato ad una sfinge, nella mano sinistra una cornucopia piena di fiori e di frutta e nella destra un gran fascio di spighe. Attorno a lui folleggiavano sedici fanciulli in forma di Geni, a personificare i sedici cubiti di altezza della piena massima; e vi erano anche diversi animali: ippopotamo, icneumone (quadrupede anfibio detto anche il topo del Faraone), coccodrillo. La magnifica statua del Nilo è oggi conservata nel Museo Vaticano; la sua immagine è scolpita in marmo nero ad indicare il suo transito attraverso l'Etiopia, il paese dei mori. Il dio del fiume, che, come detto, riceveva onori in riconoscenza per i doni generosi che le sue acque offrono al paese, veniva raffigurato con una immagine di legno. C'era un Nilo "celeste" chiamato nel rituale Nen-naou o "le acque primordiali", ed un Nilo terrestre al quale si rendeva culto a Nilopolis ed a Hapimoo. Quest'ultimo era rappresentato come un essere androgino con barba, due seni, una paffuta faccia blu, delle membra verdi ed un corpo rossastro. All'avvicinarsi dell'inondazione annuale, la statua era portata in processione solenne da un posto all'altro. Nilo è anche un altro nome del fiume Indo, e ciò ha provocato non poche confusioni in diverse occasioni. Infatti, "Nil" significa "azzurro" e "Nila" sta per "fiume azzurro", di conseguenza i termini si possono applicare a qualsiasi fiume. Ciò trasse in inganno sia Alessandro Magno che Virgilio. I coccodrilli che abitano il Nilo egizio, sono considerati veicolo di Horus, quando non è lo stesso Horus ad essere rappresentato sotto forma di mummia, con la testa di coccodrillo. I Coccodrilli del Nilo Celeste sono cinque e Tom, Divinità creatrice primordiale, li fa nascere nella quinta creazione. Iside rappresenta, talvolta, il Nilo che, numericamente, ha valore 365, corrispondente al numero dei giorni nell'anno solare.

NILSSON

 
(???) - Autore citato nella Dottrina Segreta.

NIMBUS

 
(Occ.) - Gli antichi poeti rappresentavano gli Dei, quando apparivano sulla terra, come circondati da un leggero vapore a fiocchi, simile ad un luminoso velo, irradiato da celeste splendore, emanante da essi: lo si chiamava nimbo. I cristiani, come al solito, copiarono, e male, facendo diventare il nimbo un diadema, una specie di raggiera splendente che corona il capo dei loro santi canonizzati. L'accorgimento era stato già adottato nell'antichità con un disco metallico che copriva la testa delle statue all'aria aperta per proteggerla dalle intemperie e dallo sterco degli uccelli. Quando il diadema era circolare, il raffigurato era già morto; quando era quadrato il raffigurato era ancora in vita. Ed il nimbo lo si trova in testa anche ad animali simbolici quali il leone di S.Marco e l'aquila di S.Giovanni. Il nembo, o nimbus, triangolare diventa l'aureola che circonda la testa del Dio Padre; il nimbo crucifero diventa l'aureola del Cristo; il nimbo dorato è di Maria Vergine e degli angeli; il nimbo normale è dei Santi. Ma il nimbo è di origine Orientale, e come ogni Orientalista sa, Buddha è descritto con la testa circondata da un alone luminoso, largo sei cubiti; e, come ha dimostrato Hardy (Eastern Monachism), "i suoi discepoli principali sono rappresentati dai pittori locali con un tale segno di elevazione". In Cina, nel Tibet e nel Giappone, la testa dei santi è sempre circondata da un'aureola.

NIMI

 
(Ind.) - Figlio di Ikshvaku, non aveva successori. I Rishi, temendo di dover lasciare la Terra senza i loro eredi, introdussero il corpo del Re nella cavità di un arani e così produssero un principe chiamato Janaka.

NIMITTA

 
(San.) - (1) Una illuminazione interiore sviluppata con la pratica della meditazione; (2) La causa spirituale efficiente contrapposta ad Upadana che, nella filosofia Vedantina, è la causa materiale. Vedi anche Pradhana, nella filosofia Sankhya.

NIMROD

 
(Eb.) - Figlio di Cush, figlio di Cam, pertanto nipote di Noè. Guidò i superstiti discendenti di Cam a stabilirsi nella provincia di Babilonia, di cui fu governatore come delegato di Dzahhak, detto Biourasp. Beroso, nella sua opera, parla di un Belus-Nimrod come primo uomo, mentre è interpretazione corrente che i Nemrod fossero esseri possenti e primitivi, assimilabili ai Giganti, ai Daitya, ai Titani, agli Anakim, ecc. Questi esseri appartenevano alle prime quattro razze ed avevano una statura enorme che poi, via via, si ridusse. Nimrod è citato dai Caldei come appartenenti agli Izdu-bar, ed il poema epico in cui si narra di Nimrod si trova nelle Tavolette Assire. È chiamato il "potente cacciatore davanti al Signore". (Vedi anche "Nembrod").

NINFA

 
(Gr.) - Divinità della Natura, venerate dai Greci antichi come Geni femminili delle fonti, dei fiumi e dei laghi (Naiadi), delle foreste (Driadi o Amadriadi), dei monti (Oreadi). Erano belle e graziose fanciulle, benigne ai mortali, di cui non disdegnavano l'amore. Il loro culto si svolgeva all'aperto oppure in piccoli santuari chiamati "ninfee". I Greci ritenevano che le ninfe potessero provocare turbe mentali di vario genere che potevano portare a favorire lo sviluppo e l'esercizio di facoltà mantiche ed oracolari. Le Ninfe erano considerate divinità inferiori, anche se avevano il titolo di olimpiche ed assistevano all'adunanza degli Dei nell'Olimpo. Trascorrevano il tempo filando, tessendo, danzando e bagnandosi nelle fresche e limpide acque di laghi o torrenti.

NINURTA

 
(Ass.) - Presso l'antica religione degli Assiri, era il nome del Dio venerato come protettore della caccia. Presso gli antichi Sumeri, invece, era il Dio della guerra.
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