Glossario

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LIMBUS MAIOR

 
(Lat.) - Un termine usato da Paracelso per denominare la primordiale (alchemica) materia, la "Terra di Adamo".

LINA

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava, questo nome è stato attribuito alla dodicesima dea, protettrice di coloro che il dio Frigga voleva fossero messi al sicuro dei pericoli.

LINCE

 
(Occ.) - Piccolo felino, poco più grande di un gatto, ha arti lunghi e robusti, coda breve, orecchie dritte. Poco socievole e molto aggressivo, viene ritenuto dotato di una vista straordinariamente acuta. Gli antichi credevano vedesse oltre i muri ed i monti, ma per equilibrare un sì grande pregio era stato privato della memoria. Secondo Plinio, le gocce di urina della lince si trasformerebbero in ambra, rubini e carbonchi; ma l'animale, per gelosia, nasconde le sue ricchezze.

LINCO

 
(Gr.) - Re di Scitia, si dimostrò ingrato a Trittolemo mandato da Cerere ad insegnargli l'agricoltura, tentando di farlo morire. Fu trasformato in lince.

LINEA

 
(Occ.) - Nella successione grafico-simbolica della cosmogenesi, la linea è la terza grandezza a comparire, dopo il cerchio ed il punto. La prima linea è quella orizzontale, femminile e simbolo della materia differenziata; la seconda è quella verticale, maschile e simbolo dello spirito. Le due linee formano una croce che, messa in movimento, assume la forma della svastica. Queste linee, poi, si possono riportare come superfici, il che rappresenta la quarta grandezza, nella figura del cubo dispiegato, nella quale si hanno quattro quadrati in verticale e tre in orizzontale. Trascurando il quadrato centrale, che è in comune, rimangono due quadrati in orizzontale (numero pari, femminile, la materia) e tre in verticale (numero dispari, maschile, lo spirito). Ma si potrebbe continuare !

LINGA

 
(San.) - O Lingam, è il nome dell'organo genitale maschile, simbolo della fecondità, rappresentato come una colonna, di pietra o di marmo, e presente in prevalenza nei templi dedicati a Shiva. Quasi sempre ha come complemento lo yoni, organo genitale femminile che è il simbolo di Durga, consorte di Shiva. Il culto del linga e dello yoni è tutt'oggi molto diffuso in India. Esso rappresenta un segno o un simbolo della creazione astratta, la Forza che diventa l'organo della procreazione solo su questa terra. In India ci sono 12 grandi Lingam di Shiva, alcuni dei quali sono sulle montagne e sulle rocce, ed anche nei templi. Tale è Kedaresa sull'Himalaya, un enorme ed informe ammasso di roccia. In origine il Lingam non ebbe mai il grossolano significato connesso al fallo, un'idea che è completamente di un periodo successivo. In India il simbolo ha lo stesso significato che aveva in Egitto, semplicemente che la Forza creativa o procreatrice è divina. Esso denota anche che il Creatore era considerato duale, maschile e femminile, Shiva e la sua Sakti (l'energia attiva femminile degli Dei). L'idea grossolana e impudica connessa al fallo non è Indiana ma Greca, e preminentemente Ebraica. I Bethel Biblici (Cappelle di Culto) erano vere pietre priapiche, il "Beth-el" (fallo) in cui il Dio dimorava. Lo stesso simbolo era celato all'interno dell'arca della Alleanza, il "Santo dei Santi". Secondo Hargrave Jennings, la pietra fallica contenuta nell'Arca, equivaleva alla scritta IEVE, o JHVH, con il significato di Jeohvah, l'Androgino. Eliminando le due vocali, ossia le due H, rimanevano I e V (che vale anche U), dove I era il linga (o fallo) e V (o U) lo yoni (o vulva). Tuttavia il "Lingam", anche come fallo, non è "un simbolo solo di Shiva" ma di ogni Creatore, in ogni nazione, compresa quella degli Israeliti e del loro "Dio di Abramo e di Giacobbe". Il significato letterale del termine sanscrito è "sottile", ma anche "forma", "membro". È un termine usato anche in parole composte. Il Lingam indù è simile alla "Colonna di Giacobbe" degli Ebrei che talvolta usavano lo yod come simbolo del lingam e la H come simbolo dello yoni. Per gli Indù, il Lingam è il simbolo di Mahadeva, il Grande Dio, Rudra o Shiva. La parola Lingam è il nominativo del termine sanscrito neutro "linga". Questo simbolo della virilità, ritenuto osceno soprattutto dai bigotti cattolici, era l'immagine che compendiava il mistero della vita e della morte ed era adorato anche presso i Greci sotto la figura priapesca dell'Itifallo.

LINGA PURANA

 
(San.) - Una scrittura dei Saiva, o adoratori di Shiva. In essa Maheswara, il "Grande Signore", nascosto nello Agni Linga, spiega le etiche della vita - il dovere, la virtù, il sacrificio di sè, ed infine la liberazione attraverso la vita ascetica, alla fine dell'Agni Kalpa (la Settima Ronda). Come giustamente ha osservato il Professor Wilson, "lo spirito del culto (fallico) non è minimamente influenzato dal carattere dell'esemplare, come si potrebbe immaginare. Non vi è nulla delle orge falliche dell'antichità; tutto è mistico e spirituale".

LINGA SHARIRA

 
(San.) - Il "corpo", ovvero il simbolo aereo dell'uomo o dell'animale. Il termine designa il doppelganger o "corpo astrale" dell'uomo e dell'animale. È l'eidolon dei Greci, il corpo vitale e prototipo; il riflesso dell'uomo di carne. Esso nasce per primo e muore per ultimo, con la dissoluzione e la scomparsa dell'ultimo atomo del corpo. È il veicolo inerte, la forma su cui viene modellato il corpo fisico. È il terzo principio dell'essere umano, a partire dal basso.

LINGAYAT

 
(Ind.) - Setta shivaita del Deccan centrale che si distingue facilmente dalle altre perchè i suoi membri portano un linga individuale.

LINGUA

 
(Fil.) - Codice verbale umano in cui, ed attraverso la quale, si realizza, in modi storicamente determinati, la facoltà del linguaggio. Ogni lingua è caratterizzata da un alfabeto, una grammatica, una sintassi, fatta eccezione per quelle che adoperano ideogrammi, logogrammi, ecc., la cui struttura è diversa. Ogni lingua costituisce un sistema potenziale di risorse comunicative, delle quali solo una parte è sfruttata per l'uso. Una lingua è il complesso delle parole e delle locuzioni usate da tutto un popolo come mezzo comune per l'espressione e lo scambio di pensieri e sentimenti, con caratteri tali da costituire un organismo, storicamente determinato, sottoposto a proprie leggi fonetiche, morfologiche e sintattiche, che sono anch'esse parte integrante della lingua.
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