Glossario

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INFALLIBILITÀ

 
(Rel.) - Nella teologia cattolica designa l'immunità da errore de magistero ecclesiastico quando insegna autoritariamente verità concernenti la fede o i costumi. I fondamenti remoti di questa dottrina si trovano nel Nuovo Testamento, lì dove lo Spirito Santo promette la sua assistenza. La Chiesa è infallibile, il Pontefice è infallibile, i Vescovi sono infallibili, e così via. È un vero peccato che la storia della Chiesa Cattolica di Roma dimostri esattamente il contrario!

INFERNO

 
Gli Anglosassoni hanno ricavato il termine hell (inferno) dal nome della dea Hela, e gli Slavi dal Greco Ade, essendo ad il termine per "inferno" in russo e nelle altre regioni slave; l'unica differenza fra l'inferno freddo degli Scandinavi e quello caldo dei Cristiani va ricercata nei rispettivi climi. Ma anche l'idea di queste regioni surriscaldate non è di origine Europea, avendo molti popoli concepito l'idea di un clima sotterraneo simile a quello del centro della terra, in cui noi abbiamo localizzato l'Inferno. Tutte le religioni exoteriche - le credenze del Brahmani, dei Buddhisti, dei Zoroastriani, dei Musulmani, degli Ebrei e di altri popoli - fanno dei loro inferni un luogo caldo e tenebroso, sebbene molti di essi siano più attraenti che terrificanti. L'idea di un inferno caldo è posteriore, ed è la deformazione di una allegoria astronomica. Con gli Egiziani l'inferno diventò un luogo di punizione per mezzo del fuoco solo nella 17^ e 18^ dinastia, quando Tifone, che era un Dio, fu trasformato in un diavolo. Ma in qualsiasi epoca una tale atroce superstizione sia stata impiantata nelle menti delle povere classi ignoranti, lo schema di un inferno di fuoco e delle anime in esso tormentate è puramente Egiziano. Ra (il sole) diventò in Karr, l'inferno dei Faraoni, il Signore della Fornace, ed il peccatore era minacciato dalle torture inflitte "nel calore dei fuochi infernali". "C'era un leone", dice il Dott. Birch, "ed era chiamato il mostro ruggente". Un altro descrive il luogo come "il pozzo senza fondo ed il lago di fuoco nei quali erano gettate le vittime" (Confronta con l'Apocalisse). La parola Ebraica gai-hinnom (Gehenna) non ha mai avuto in realtà il significato datole dall'ortodossia Cristiana. Secondo la concezione pagana era l'oltretomba, secondo quella cristiana è il luogo di pena per le anime dei peccatori. In latino, infernus era un aggettivo che racchiudeva una sfumatura intensiva di inferus, indicando una posizione spaziale particolarmente inferiore; in seguito assunse, nell'uso romano, una portata cosmologica, riferendosi alla parte sotterranea del mondo nella quale trovavano posto naturale i morti sepolti nella terra, e quindi anche gli dei della morte o dei morti (inferi). Ma esso non aveva implicazioni etiche, non era un luogo di tortura, stava ad indicare solo la direzione verso il mondo della morte. Quando la morte acquisterà una valenza negativa, allora anche il mondo dei morti acquisterà forma e contenuti negativi. Saranno i Maccabei a dividere giusti e reprobi dopo la morte, dando ai primi la beatitudine eterna, agli altri la dannazione eterna. Origene si ribellò all'eternità e ritenne che anche i reprobi, dopo aver scontato la giusta condanna, sarebbero ritornati a Dio. Ma la sua tesi non fu accolta, fu condannata da diversi Concili, e portò la Chiesa a raddoppiare le pene dell'inferno (danno e senso). E se Dio, il più grande dei giusti, è il Re dei giusti posti nell'Empireo, Satana, il più grande dei malvagi, è il Re dell'Inferno. Chi vuol saperne di più, si rivolga alla Chiesa Cattolica Romana. Il dr. Swinden, nelle sue ricerche sul fuoco dell'inferno, pretende che l'inferno sia nel Sole (!), perchè il sole è il fuoco perpetuo. Ed altri aggiungono che il fuoco è attizzato dagli stessi dannati: quando essi si ammassano in gran numero per compiere tale opera, si verificano le ombre che gli scienziati chiamano macchie solari. Molto più saggi i Greci che vedevano nell'inferno semplicemente un luogo sotterraneo dove scendevano i morti. Vi erano quattro regioni poste agli ordini di Plutone: si andava dal Tartaro ai Campi Elisi, dal tormento alla felicità. Nel Tartaro vi erano gli Dei scacciati dall'Olimpo, come nello Inferno cristiano vi sono gli Angeli ribelli cacciati dal cielo. Potenza della fantasia! L'Inferno dei Galli era una regione cupa e terribile, non accessibile ai raggi del sole, infestata da velenosi insetti e da bestie carnivore. I grandi colpevoli erano immersi in fosse piene di serpenti e divorati da un liquido velenoso. Il supplizio più grande era il freddo agghiacciante. L'inferno dei Musulmani, secondo il Corano, ha sette porte che danno accesso a sette luoghi diversi, per sette classi di peccatori: una classe per ogni peccato mortale oppure una classe per ognuno dei sette membri che fanno peccare. L'inferno è pieno di torrenti di fuoco e di zolfo, ciascuna porta è custodita da diciannove angeli, la permanenza varia da 400 a 7000 anni : ben poca cosa rispetto all'eternità cristiana. Per i Giapponesi l'inferno è costituito da un eterno vagare attorno a luoghi di delizia, senza potervi mai entrare. I Siamesi hanno nove luoghi di pena sotterranei, ma i supplizi non sono eterni. L'Inferno dei Parsi, o Guebri, è orrendo ed i supplizi sono strazianti. Anche il Laos ha un inferno ripartito in quartieri, con pene proporzionate e non eterne. Molti altri paesi hanno luoghi simili, con pene spesso caratterizzate dalla mancanza dei beni che sono ritenuti vitali durante l'esistenza. Molti poeti hanno fatto la descrizione dell'Inferno. Famosa quella di Dante nella Divina Commedia, quella di Sackeville e quella di Milton nel suo Paradiso Perduto, poema straordinario.

INFINITO

 
(Fil.) - Ciò che non ha limite, misura o conclusione. Ma la concezione di infinito è diversa a seconda delle epoche e dei pensatori. Per i Greci è apeiron, ossia indeterminato, indefinito, illimitato. Comincia Anassimandro con il suo archè, principio primo, luogo dal quale tutte le cose hanno origine ed al quale tutte ritornano. I Pitagorici ammettono l'infinito come la prima delle dieci coppie (con il finito) di contrari. Aristotele nega all'infinito qualsiasi realtà e lo identifica con la pura negatività. Gli Epicurei, richiamandosi anche a Democrito, sono i soli ad avere un'idea positiva dell'infinito, poiché lo identificano con il vuoto, condizione originaria dell'universo e del suo divenire. I Neoplatonici ammettono finito ed infinito nell'Uno divino, San Basilio identifica l'essenza divina con l'infinito, concetto approfondito da Duns Scoto. Cusano unifica il concetto astratto dell'infinito matematico con l'infinità reale di Dio. Bruno vede nell'infinito il fondamento stesso dell'universo, essendo il mondo penetrato in ogni punto dall'attività creatrice di Dio. Sul piano della logica e della matematica esistono più forme di infinito : attuale, potenziale, del numerabile, del continuo, ecc. Esotericamente, la Luce Astrale è lo Spazio Infinito. L'Infinito non può manifestarsi; il finito della manifestazione è l'ombra dell'Infinito. Ed ecco allora che il mondo finito, il mondo della manifestazione, deve accontentarsi della sola ombra, portata sull'umanità dalle proprie azioni.

INFLUSSO

 
(Ast.) - O influenza, è l'azione che una persona o una cosa esercitano su un'altra. Vale anche per gli astri, basti pensare alla Luna ed alle maree, al Sole ed alle macchie solari. La teoria degli influssi astrologici può essere vista sotto due diversi punti di vista : - come teoria causalistica, ovvero l'astro irradiando provoca un effetto; - come teoria semiologica e simbolica, per la quale l'astro è solo un indicatore e non un causatore dell'evento.

INGERSOLL Robert Green

 
(???) - (1833-99) - Autore citato nella Dottrina Segreta.

INIZIATO

 
- Dal latino Initiatus. Designa chiunque sia stato ammesso a ricevere la rivelazione dei misteri e dei segreti della Massoneria o dell'Occultismo. Nell'antichità, è colui che è stato iniziato alla conoscenza arcana insegnata dagli Ierofanti dei Misteri; e, ai giorni nostri, quanti sono stati iniziati dagli Adepti del sapere mistico a quella misteriosa conoscenza che, malgrado il trascorrere delle ere, ha ancora sulla terra solo un piccolissimo numero di seguaci. Gli Iniziati non venivano quasi mai chiamati con questo termine, bensì con epiteti significativi : Alberi di rettitudine (Asia Minore), Cedri (Libano), Alberi (India), Innocenti, Fanciulli, Nati una seconda volta, Figli del Dio Serpente, Figli del Drago. Essi sono i portatori delle verità inviolate, dell'eterno silenzio e della dottrina segreta. Davano al pubblico le verità esoteriche sotto forma di allegorie. È opportuno precisare che la conoscenza iniziatica è identificazione attiva, ossia stato di chiarezza superrazionale essenziale. Essa è diversa da quella mistica, che si colloca in uno stato infraintellettuale ed emotivo, dove si ha un semplice sentire, privo di uno spiegare e di un comprendere. Oggi con questo termine si designa colui che è stato ammesso alla conoscenza ed alla pratica di determinati culti religiosi mediante rito di iniziazione; oppure chi è ammesso a partecipare all'attività di sette e società segrete. Talvolta anche chi possiede una sufficiente conoscenza e familiarità in scienze, tecniche e studi molto specializzati.

INIZIAZIONE

 
- Dalla radice latina initia, che significa i principi fondamentali o di base di ogni Scienza. La pratica della Iniziazione, o l'ammissione ai sacri Misteri, insegnata dagli Ierofanti e dai Sacerdoti sapienti dei Templi, è una delle tradizioni più antiche. Era praticata in tutte le antiche religioni nazionali. In Europa fu abolita con la caduta dell'ultimo tempio pagano. Attualmente c'è solo una specie d'iniziazione conosciuta dal pubblico, quella dei riti Massonici. La Massoneria, comunque, non ha più segreti da rivelare o da custodire. Nei tempi gloriosi di una volta, i Misteri, secondo i più grandi filosofi Greci e Romani, erano fra le solennità più sacre ed anche più benefiche, promotrici efficaci delle virtù. I Misteri rappresentavano il passaggio dalla vita mortale alla morte circoscritta e la esperienza dello Spirito e dell'Anima disincarnati nel mondo della soggettività. Ai giorni nostri, siccome il segreto è perduto, il candidato passa attraverso diverse cerimonie senza senso ed è iniziato all'allegoria solare di Hiram Abiff , il "Figlio della Vedova". Oggi per iniziazione si intende l'atto, l'effetto dell'iniziare, soprattutto nel senso di ammettere con opportuno rito ad un culto misterico, o comunque a far parte di una società da cui i non iniziati sono esclusi. È l'ammissione ad una setta, ad una società segreta, ma anche l'avviamento ad una pratica qualsiasi, ad un'arte, ad una disciplina. In senso lato, però, l'iniziazione è il complesso dei riti destinato ad effettuare il passaggio di un individuo, o di un gruppo, da una condizione ad un'altra. Presso i popoli primitivi era largamente usata sui fanciulli, nell'età della pubertà, come prova di ammissione alla società. Consisteva di tre tappe fondamentali : 1) Rito di separazione - Il fanciullo veniva strappato alla famiglia; 2) Rito di trasformazione - Prove pratiche, con o senza segni esteriori (mutilazioni, circoncisioni, tatuaggi, ecc.), forme simboliche di morte e di rinascita; 3) Rito di aggregazione - L'individuo veniva ammesso alla comunità degli adulti con sottomissione a pratiche purificatorie, silenzio, digiuno, assunzione di un nuovo nome. L'iniziazione era normalmente riservata al sesso maschile, raramente veniva ammesso il sesso femminile. Quando un popolo veniva sottomesso, l'iniziazione era riservata agli individui del ceppo originario; in tal modo veniva a crearsi una società di iniziati all'interno di una società mista, che molto spesso si proteggeva da interferenze esterne attraverso la pratica del segreto. L'iniziazione comprende diversi gradi iniziatici : ogni società ha la propria struttura. Nelle opere exoteriche indù vengono indicati quattro gradi di iniziazione, ma in realtà sono sette, perchè l'Arhat ne deve scalare ancora tre. Presso gli antichi Egizi, essa aveva luogo nella Grande Piramide e si svolgeva attraverso varie prove : acqua, fuoco, tentazioni, tenebre, ecc. Il metodo iniziatico è un metodo sperimentale puro. Il sapere iniziatico configura più forme di esperienza, ciascuna corrispondente ad un dato modo di percepire la realtà. Esse, poi, sono suscettibili di convertirsi l'una nell'altra e di gerarchizzarsi per assumere livelli di percezione aventi sempre più alto grado di assolutezza. L'esperienza iniziatica non è un atto intellettuale, ma consiste di attività pratica ed operativa.

INMAN Thomas

 
(Ing.) - Leicester 1820, Clifton 1876. Studioso inglese di mitologia, studiò a Wakefield e compì l'apprendistato presso lo zio Richard, a Preston. Laureatosi al King's College di Londra nel 1842, divenne professore all'università due anni dopo. Si stabilì a Liverpool, come medico capo dell'Infermeria Reale. Ma la sua vera passione era l'archeologia, la filosofia, la religione. I suoi studi furono condensati in tre opere : - Fedi antiche incorporate nei nomi antichi; - Antico simbolismo pagano e cristiano; - Fedi antiche e moderne. Scrisse anche molti saggi medici e contribuì con studi eruditi agli Atti della Società Letteraria e Filosofica di Liverpool.

INNATISMO

 
(Fil.) - Concezione che considera l'uomo in possesso di conoscenze precedenti all'esperienza. La forma più classica è quella data da Platone che affidava all'uomo tutti i concetti, prima dell'esperienza. Tracce di innatismo si trovano anche in Aristotele (principi logici) e fra gli Stoici (nozioni comuni). Nel pensiero moderno troviamo l'innatismo in Cartesio e nei platonici inglesi.

INNI ORFICI

 
(Occ.) - Risalgono probabilmente all'età tardo ellenistica, l'epoca delle religioni misteriche (primi secoli dell'era moderna); rappresentano una cospicua fonte documentaria dell'Orfismo, un movimento religioso dell'antica Grecia fondato, secondo la tradizione, dal leggendario poeta tracio Orfeo.
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