Glossario

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GIULIANO L'Apostata

 
(Gr.) - Costantinopoli 331, Mesopotamia 363. Figlio di Giulio Costanzo, fratellastro di Costantino, fu coinvolto ad appena sei anni nel dramma di famiglia che si concluse con la strage del padre e degli altri discendenti maschi di Costanzo Cloro. Furono risparmiati lui ed il fratello, e per tutta la giovinezza furono relegati a condurre studi severi. Da quel periodo Giuliano trasse un grande giovamento, maturando quella visione politica e sociale che si sarebbe poi sforzato di mettere in pratica durante gli anni dell'impero. Di indole filosofica, incline alla meditazione, le dure esperienze di vita e la conoscenza degli uomini gli imposero quella maschera di dissimulazione che gli permise di passare indenne attraverso tanti drammi, sia familiari che non. Eletto Cesare il fratello, godette di nuova libertà e di fecondità di rapporti. Decapitato il fratello per lesa maestà, accusato egli stesso di complicità, fu costretto a fuggire in esilio. Nel 355 Costanzo gli diede in sposa la sorella Elena e lo elesse Cesare. Memore dell'insicurezza e dell'instabilità della propria situazione, fu esteriormente remissivo, ma fermo ed energico nella sostanza, mostrando grande abilità diplomatica. Incaricato di ristabilire l'ordine in Gallia, si trovò a dover combattere i barbari da una parte ed i propri collaboratori all'interno. Divenuto Imperatore, intraprese la campagna di Persia dove fu ferito e morì. Fu l'ultimo difensore del panteismo politeistico e fu universalmente rispettato per le sue idee. Di lui rimangono oltre 80 lettere, 8 orazioni, comprese due declamazioni teosofiche su Re Sole e la Madre degli Dei, Cesare o il Simporio, il Misopogono, cinque epigrammi, e Contro i Cristiani, che Teodosio II fece bruciare. Giuliano tentò la restaurazione classica, appoggiando la cultura e la filosofia. Ammiratore sincero e profondo dell'Ellade cultore delle lettere, seguace delle teorie neoplatoniche, impregnato di concezioni monoteistiche solari, egli sostenne la libertà religiosa, eliminando privilegi e divieti.

GIUNNUNGAGAP

 
(Sca.) - Vedi "Ginnungagap".

GIUNONE

 
(Gr.) - Divinità romana, corrispondente all'Era dei Greci, figlia di Saturno e di Opi, sorella di Giove. Divenuta moglie di Giove, si rivelò gelosissima al punto che, dopo aver creato tanti guai, se ne andò dall'Olimpo. Ritornata a seguito di un ennesimo episodio di gelosia, sconfitta con gli Dei, fu posta in aria da Giove, con due incudini ai piedi, opera di Vulcano che si vendicò in tal modo per essere stato fatto tanto brutto. Gli Dei non riuscirono a liberarla; allora pregarono Vulcano di farlo, promettendogli in sposa Venere. Giunone è la presunta moglie di Giove, in realtà è la parte femminile dell'androgino Giove-Giunone. Questa coppia è simile a Osiride-Iside, Brahma-Vach, ecc. Exotericamente è una divinità celeste e lunare, dea del calendario e della donna, della fecondità e del matrimonio. Massima divinità femminile latina, fa parte della triade capitolina. Dà il nome al mese di Giugno.

GIURAMENTO

 
(Occ.) - Invocazione della divinità come testimone della verità che si afferma, o come mallevadrice e vindice di una promessa o di un voto. Forma solenne di affermare e promettere, che impegna la propria coscienza, sia davanti a sè stessi che davanti agli altri. Può essere compiuto con rito semplice o solenne, e può essere verbale o scritto. Nei giochi olimpici, i concorrenti giuravano con certe parole solenni sui testicoli di un porco, in quell'occasione tagliati solennemente, che nelle gare non avrebbero ricorso a nessun inganno. I Romani, nel fare la tregua, giuravano tenendo una pietra silice in mano ed esclamando "Si sciens fallo, ..."; facevano, poi, certe imprecazioni su un porco, in presenza di sacerdoti destinati a tali cerimonie. Gli antichi personificavano il giuramento con un vecchio sacerdote, tutto spaventato. Nell'antichità "prestare giuramento" era sinonimo di "dividere per 7". Il giuramento è il 7, la Tetractide pitagorica.

GIURAMENTO SODALIANO

 
- Il più sacro di tutti i giuramenti. La pena per chi infrangeva il voto o giuramento sodaliano era la morte. Il giuramento ed il Sod (l'insegnamento segreto) sono più antichi della Cabala, o Tradizione, e gli antichi Midraschim trattavano pienamente dei Misteri, o Sod, prima che essi passassero nello Zohar. Attualmente essi sono riferiti ai Misteri Segreti della Thorah; violarli è fatale.

GIURASSICO

 
(Geo.) - Periodo geologico il cui nome deriva da quello della catena del Giura, dove le formazioni che gli appartengono hanno prevalente sviluppo. È il secondo periodo dell'era mesozoica, segna una progressiva invasione del mare, registra una relativa tranquillità orogenetica, ha flora da clima caldo e fauna ricca, sotto tutte le forme. I mammiferi sono ancora allo stadio iniziale.

GIUSEPPE Flavio

 
(Eb.) - Gerusalemme 37, Roma 100. Storico ebreo nato da famiglia di elevata classe sociale, fu attratto dalla cultura greca e latina, propensione nella quale sono radicate tutte le contraddizioni della sua personalità. Nella rivolta contro i Romani, organizzò la resistenza di Galilea. Fatto prigioniero, venne liberato da Vespasiano che cercò di impiegarlo come strumento per la definitiva romanizzazione degli Ebrei. Assistette alla distruzione di Gerusalemme fatta da Tito nel 70. Visse a Roma fino alla morte, scrivendo opere storiche, proponendosi di giustificare il suo comportamento. Le sue opere più famose sono : La Guerra Giudaica, che tratta l'insurrezione degli Ebrei contro i Romani, e Le Antichità Giudaiche.

GIUSTINIANO

 
(Gr.) - Skoplie 482, Bisanzio 565. Nato da oscura famiglia, prese il nome dello zio Giustino I, salito al trono d'Oriente nel 518. Questi lo fece Console nel 521, poi Patrizio, e nel 527 lo associò all'Impero. Sposò Teodora, incoronata Imperatrice nella Chiesa di S.Sofia, dalla cui intelligenza e volontà egli rimase fortemente influenzato. Morto Giustino, tenne il potere per oltre 40 anni, distinguendosi per impegno e grandezza. Con l'aiuto della moglie e di validi collaboratori, risolse con fermezza i turbamenti sociali interni, nonché tutti i problemi delle frontiere. Riordinò le leggi romane, dando una base al diritto, anche per il futuro e per altre genti. Guidò guerre di difesa, ma anche guerre di conquista, svolgendo quella teorica sovranità universale che a quell'epoca era assegnata all'Imperatore di Bisanzio. La guerra più lunga e più difficile fu quella contro gli Ostrogoti, in Italia. Considerava l'ortodossia come un dovere dello Stato e per tale motivo perseguitò Giudei, pagani ed eretici, escludendoli da ogni atto giuridico e dalle dignità civili e militari. Condannò il monofisismo che, tuttavia, ebbe influenza su di lui attraverso la moglie Teodora. Fu lei a volere la deposizione e l'allontanamento di Papa Silverio. Famosa la sua Disputa dei Tre Capitoli. L'opera più importante è "Istituzioni".

GIUSTINO Martire

 
(Gr.) - Samaria 100, Roma 165. Scrittore greco cristiano, santo, filosofo ed apologeta, nato da famiglia pagana, si diede agli studi filosofici seguendo lo stoicismo, i peripatetici, il pitagorismo, il platonismo per convertirsi alla fine al cristianesimo. Fondò una scuola a Roma dove, avversato da Crescenzio, morì martire sotto Giuno Rustico. Scrisse due Apologie ed un Dialogo con l'Ebreo Trifone. Nella prima Apologia controbatte le accuse rivolte ai cristiani, critica la religione pagana, espone i cardini della religione cristiana, con importanti dati sulla liturgia. Nella seconda sostiene che le persecuzioni contro i cristiani sono scatenate dall'odio dei demoni contro la verità e la virtù. Il Dialogo è una apologia del cristianesimo contro il giudaismo. La sua preparazione filosofica lo portò a cercare un punto di incontro fra la vecchia cultura e la nuova religione, ossia fra cristianesimo e paganesimo. Ciò è possibile perchè l'uomo, in quanto esse razionale, partecipa in qualche modo alla ragione universale (il Logos, il Cristo), ed è pertanto in grado di cogliere la verità.

GIUSTIZIA

 
(Fil.) - Conformità ad una norma (naturale, divina, positiva), ideale cui la norma deve riferirsi per essere valida, ispirazione all'uguaglianza, ecc. Per i Greci, la giustizia è l'ottemperanza ad un ordine universale, che assegna a ciascuno il suo posto ed il suo comportamento. Per i Romani, giustizia è "dare a ciascuno il suo". Per i Cristiani, la giustizia, assieme alla temperanza, alla fortezza ed alla sapienza, forma le virtù cardinali. Per il giusnaturalismo, la giustizia è intesa come virtù privata, ma anche come norma generale capace di assicurare una convivenza pacifica. Per il mondo moderno, la giustizia è l'utilità sociale, la felicità del maggior numero di persone. Non esiste più una giustizia assoluta, nemmeno sul piano concettuale : oggi la giustizia viene definita sempre in riferimento a qualche altro ordine di valori. Nell'antichità la Giustizia era allegoricamente considerata una divinità e veniva rappresentata in diversi modi. La figura più caratteristica e comune era quella di una bella donna, giovane e robusto, terribile nell'aspetto, nè superba nè umile, nuda, dalla vista acuta, seduta su una pietra quadrata, con in mano una bilancia, nell'altra una spada. Vasari la ideò in abito succinto e sciolto, con la spada e le pandette aperte, un elmo d'oro e di ferro in testa con un cimiero composto da tre penne (bianco=castità, rosso=fede, verde=speranza), in mano uno scettro egiziano e lo scudo di Medusa in braccio. Gli Egiziani la rappresentavano senza testa, con la mano sinistra allargata ed aperta a mostrare il palmo; era situata fra un leone ed una bilancia. La mancanza della testa indicava che il giudice non deve guardare in faccia nessuno, il leone rappresentava la fortezza di animo, la bilancia stava ad indicare il giusto peso che si deve dare a tutte le cose in sede di giudizio. Nella Bibbia è il bue a sopportare il pesante giogo della giustizia, talvolta anche lo struzzo viene usato quale simbolo. La palma ed il papavero sono le piante che meglio esprimono la giustizia per la regolarità e l'equilibrio della loro vegetazione. Altri simboli sono il coltello a doppio taglio, l'oro, la porpora, l'occhio, il velo, i cui significati sono intuibili.
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