Glossario
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YAKISTA
(Ame.) - Presso la tribù indiana Athapaski, stanziata nel Nord America, con questo nome si designava il Dio del Cielo e della Luce.
YAKSHA
(San.) - Nella Kena, con questo nome si indica un essere soprannaturale, un "fantasma", che si riteneva infestasse le selve. Nel Tibet, con questo nome si designa uno spirito femminile e fatato, un angelo guardiano, solo eccezionalmente un demone. Nel folklore popolare indù, è una classe di demoni che divorano gli uomini. Nella scienza esoterica sono semplicemente le influenze malefiche (elementali), che secondo l'intuizione di veggenti e chiaroveggenti, discendono sugli uomini, quando si aprono alla ricezione di tali influenze, come una cometa ardente o una stella filante. In altra versione, gli Yaksha sono gli abitanti giganteschi del paese di Lanka; il loro nome deriva dalla radice "yaksh", che significa "mangiare". Furono creati da Brahma e sono considerati anche Dei minori, con il nome di Gramani.
YAM KAX
(Mes.) - Le antiche popolazioni del Mesoamerica, con questo nome chiamavano il Dio del mais e dell'agricoltura; la tradizione lo dice fratello del Dio della pioggia, spesso raffigurato come un giovane che recava in mano una pannocchia ed aveva la testa decorata da foglie di mais. La venerazione per queste divinità era immensa, dal momento che il mais, assieme ai fagioli, era uno degli alimenti base di quelle popolazioni.
YAMA
(Ind.) - La personificazione della terza razza-radice in Occultismo. Nel Pantheon Indiano, Yama è il soggetto di due distinte versioni del mito. Nei Veda egli è il Dio dei morti, un Plutone o un Minosse, con il quale dimorano le ombre dei dipartiti (i Kama-rupa in Kama-loka). Un inno parla di Yama come il primo degli uomini che morì, e il primo che si dipartì verso il mondo della beatitudine (Devachan). Questo, perchè Yama è l'incarnazione della razza che fu la prima ad essere dotata di coscienza (Manas), senza la quale non vi è nè Cielo nè Ade. Yama è presentato come il figlio di Vivaswat (il Sole). Egli aveva una sorella gemella di nome Yami, che stava sempre a suggerirgli, secondo un altro inno, di prenderla in moglie, al fine di perpetuare la specie. Quanto detto ha un significato simbolico molto suggestivo, che è spiegato in Occultismo. Come rileva acutamente il Dr. Muir, il Rig-Veda - la massima autorità sui miti primordiali che fanno risuonare la nota chiave dei temi che soggiacciono sotto tutte le susseguenti variazioni - non mostra da nessuna parte Yama "come avente a che fare con la punizione dei malvagi". Come re e giudice dei morti, cioè un Plutone, Yama è una creazione molto successiva. Occorre studiare il vero carattere di Yama-Yami attraverso più di un solo inno e poema epico, e collegare i vari racconti fioriti in dozzine di opere antiche, solo allora si otterrà un accordo sulle affermazioni allegoriche che corroboreranno e giustificheranno l'insegnamento Esoterico; Yama-Yami è il simbolo del Manas duale, in uno dei suoi significati più mistici. Ad esempio, Yama-Yami è sempre rappresentato con un colore verde e vestito di rosso, che abita in un palazzo di rame e ferro. Gli studenti di Occultismo sanno a quale dei "principi" umani devono essere applicati questi colori e metalli. Il "due volte reggitore" - l'appellativo di Yama-Yami - è considerato, negli insegnamenti exoterici dei Cinesi Buddhisti sia come giudice che come criminale, colui che trattiene le proprie azioni malvagie ed è egli stesso il creatore del male. Nei poemi epici Indù, Yama-Yami è il figlio gemello del Sole (la Divinità) con Sanjna (coscienza spirituale); ma mentre Yama è l'ariano "Signore del giorno", che appare come il simbolo dello spirito in Oriente, Yami è la regina della notte (tenebre, ignoranza)" che apre ai mortali il Sentiero per l'Occidente" - l'emblema del male e della materia. Nei Purana Yama ha molte mogli (molte Yami) che lo costringono a dimorare nel mondo inferiore (Patala, Myalba, etc., etc.,); e un'allegoria lo rappresenta con i piedi sollevati, mentre prende a calci Chhaya, la serva di suo padre (il corpo astrale di sua madre, Sanjna, un aspetto metafisico di Buddhi, o Alaya). Come è affermato nelle Scritture Indù, un'anima, quando lascia la sua struttura mortale, si rifugia nella sua dimora , nelle regioni inferiori (Kamaloka o Ade). Una volta lì, l'Archivista, il Karmico messaggero chiamato Chitragupta (luminosità nascosta, o celata) , legge sul suo conto dal Grande Registro, dove durante la vita dell'essere umano, ogni azione e pensiero sono indelebilmente impressi - e, secondo la sentenza pronunciata, "l'anima" ascende alla dimora dei Pitri (Devachan), o discende "all'inferno" (Kamaloka), o rinasce sulla terra in un'altra forma umana. Lo studente di filosofia Esoterica riconoscerà facilmente il significato delle allegorie. Come figlio del Sole, egli è lo Hade ed il Pluto indù, che accoglie Naciketas e gli dispensa l'insegnamento liberatore. Viene anche considerato il Giudice dei Mortali ed il Signore, o Re, dei Pitri (Pitri-Pati). È figlio di Vaivasvata Manu e fratello di Yima nel Vendidad persiano. È considerato anche il Re degli Spiriti degli Antenati che domina dal più alto cielo sul regno dei defunti. Nello Yoga classico, con il termine "yama" si intende un "obbligo" negativo; è l'insieme delle proibizioni che costituiscono la prima parte del canone.
YAMABOOSHEE
(Gia.) - Letteralmente il termine significa "coloro che dormono sulla montagna" e viene usato per designare gli aderenti allo Shugendo, scuola buddhista giapponese costituitasi nel IX secolo e attiva fino al secolo scorso. Si caratterizza come la "via (do) degli esercizi (shu) per conseguire i poteri magici (gen)". Corrisponde alla scuola tibetana Snags pa (quelli delle formule magiche, gli esorcisti), religiosi itineranti collegati con l'indirizzo di "r Nin ma pa". Legati profondamente alla vita religiosa delle sfere popolari nel segno del sincretismo shinto-buddhista, si dedicavano all'ascesi praticata sulle montagne, alternando periodi da itineranti. Dotati di facoltà eccezionali, mettevano i loro poteri a disposizione della collettività con divinazioni, esorcismi, guarigioni ed altre forme di attività taumaturgiche. Furono anche organizzatori e guide dei grandi pellegrinaggi collettivi ai santuari del Giappone. La loro origine si può far risalire alla moltitudine di "uomini di religione", asceti ed eremiti non legati ad alcun ordine, già attivi in Giappone a partire dall'VIII secolo. Gli Yamabushi erano una setta di mistici molto antichi e riveriti, monaci "militanti" e guerrieri, in caso di bisogno, come lo sono certi Yogi in Rajputana e i Lama in Tibet. Questa fratellanza mistica dimorava principalmente nei pressi di Kioto, ed erano rinomati soprattutto per i loro poteri di guaritori; dice l'Enciclopedia, che spiega il loro nome con Fratelli Eremiti: "Essi rivendicano arti magiche, e vivono nei recessi di montagne e dirupi scoscesi, dai quali vengono a predire la fortuna, a scrivere incantesimi e vendere amuleti. Conducono una vita misteriosa e non ammettono nessuno ai loro segreti, se non dopo una tediosa e difficile preparazione con il digiuno, e una specie di severi esercizi ginnici".
YAMANA
(Ame.) - Popolazione dell'estremità australe della America meridionale, il popolo più meridionale del pianeta. La gente vive in capanne, nuda quasi tutto l'anno nonostante il freddo estremo. Vivono di caccia e di raccolta; adorano come Essere supremo il Dio Watauinewa.
YAMAPURA
(San.) - Nella religione indù è il nome del luogo dove dimorano i morti; è l'equivalente del Kama-loka.
YANA
(San.) - Termine che letteralmente significa "un veicolo" di qualsiasi tipo. Nel Buddhismo è il veicolo, o il metodo, per pervenire alla conoscenza. Ad esempio: Mahayana è il Grande Metodo, o Scuola, del Buddhismo Settentrionale, chiamato la Dottrina del Cuore; Hinayana è il Metodo Inferiore praticato dal Buddhismo Meridionale, detta la Dottrina dell'Occhio; Pratyeka-buddha-yana è il Metodo del Pratyeka-Buddha, una pratica che cerca di ottenere il Nirvana solo per sè stessi.
YANG
(Cina) - Nel Trigramma di Fo-hi, rappresenta l'Unità, la parte maschile, in contrapposizione a Yin che è il Binario, la parte femminile.
YANG
-CHU (Cina) - Filosofo cinese del IV secolo a.C., uno dei primi pensatori del taoismo. Il suo pensiero edonistico è in contrasto con la dottrina umanitaria di Mo Ti.