Il pozzo dell’O.T.S. porta l’acqua a Kitui
dal 2011 al 2014
Dal 2011 al 2014 l’Ordine Teosofico di Servizio italiano ha collaborato attivamente con l’O.T.S. di Nairobi, in Kenya, per fronteggiare la tremenda carenza alimentare che in quegli anni ha colpito la Somalia e l’Etiopia, con il riversarsi in Kenya di decine di migliaia di profughi.
Sono state così “adottate” 55 famiglie della città di Kitui – che si trova a 130 km ad est di Nairobi – per rifornirle di generi alimentari di base sufficienti per sopravvivere. Nel frattempo sono stati raccolti fondi per la costruzione di un pozzo e di una pompa per estrarre l’acqua.
Riportiamo di seguito la “cronaca” di Usha Shah, Responsabile dell’O.T.S. a Nairobi (Kenya) e donna dal grande cuore e dalla straordinaria capacità organizzativa, che così riassume il momento dell’entrata in funzione del pozzo di Kitui: “Queste ultime sono state settimane dure per Kitui. I distretti delle vicinanze hanno avuto una quantità di piogge tale da far temere potesse danneggiare le coltivazioni, eppure a Kitui non è scesa una goccia acqua!
Le piante di mais erano terribilmente secche. Le coltivazioni si mostravano tristi e assetate. Erano necessarie escursioni giornaliere in cerca di luoghi dove comprare acqua che poi doveva essere portata a casa in bidoni. Non è certo, questa, un’incombenza degli uomini! Sono solo le donne a trasportare l’acqua, a Kitui, e le ragazze devono essere di aiuto, perdendo giorni di scuola. (Gli uomini considerano l’acqua solo come un affare, vendendola alle donne che vengono a piedi da ogni dove). Quando il nostro pozzo è stato pronto per entrare in funzione, la notizia che l’acqua sarebbe stata accessibile il giorno successivo, 29 giugno, si è diffusa in fretta. L’intera comunità era eccitata e la mattina dopo è apparsa una fila di bidoni gialli, verdi e neri con le rispettive proprietarie. Sono state recitate preghiere, il lucchetto è stato aperto e l’acqua ha iniziato a sgorgare. Incredibile! Wow! Basta con le peregrinazioni! E, cosa migliore di tutte: l’enorme quantità di tempo e di energie, che prima veniva usata giornalmente per recuperare acqua, può ora essere impiegata dalle donne per scopi migliori e di maggior beneficio! Una volta messe a punto le modalità, l’acqua potrà essere usata non soltanto per bere e lavare, ma anche per irrigare le coltivazioni necessarie per la sopravvivenza.
Andandosene da lì con l’acqua, le donne non potevano nascondere la loro gioia; benedizioni e ringraziamenti sono stati ripetuti a volontà. Sì, un ringraziamento molto caloroso a tutti i membri dell’O.T.S. nel mondo, i quali hanno sostenuto così generosamente questo progetto. Siate benedetti”.
Sono state così “adottate” 55 famiglie della città di Kitui – che si trova a 130 km ad est di Nairobi – per rifornirle di generi alimentari di base sufficienti per sopravvivere. Nel frattempo sono stati raccolti fondi per la costruzione di un pozzo e di una pompa per estrarre l’acqua.
Riportiamo di seguito la “cronaca” di Usha Shah, Responsabile dell’O.T.S. a Nairobi (Kenya) e donna dal grande cuore e dalla straordinaria capacità organizzativa, che così riassume il momento dell’entrata in funzione del pozzo di Kitui: “Queste ultime sono state settimane dure per Kitui. I distretti delle vicinanze hanno avuto una quantità di piogge tale da far temere potesse danneggiare le coltivazioni, eppure a Kitui non è scesa una goccia acqua!
Le piante di mais erano terribilmente secche. Le coltivazioni si mostravano tristi e assetate. Erano necessarie escursioni giornaliere in cerca di luoghi dove comprare acqua che poi doveva essere portata a casa in bidoni. Non è certo, questa, un’incombenza degli uomini! Sono solo le donne a trasportare l’acqua, a Kitui, e le ragazze devono essere di aiuto, perdendo giorni di scuola. (Gli uomini considerano l’acqua solo come un affare, vendendola alle donne che vengono a piedi da ogni dove). Quando il nostro pozzo è stato pronto per entrare in funzione, la notizia che l’acqua sarebbe stata accessibile il giorno successivo, 29 giugno, si è diffusa in fretta. L’intera comunità era eccitata e la mattina dopo è apparsa una fila di bidoni gialli, verdi e neri con le rispettive proprietarie. Sono state recitate preghiere, il lucchetto è stato aperto e l’acqua ha iniziato a sgorgare. Incredibile! Wow! Basta con le peregrinazioni! E, cosa migliore di tutte: l’enorme quantità di tempo e di energie, che prima veniva usata giornalmente per recuperare acqua, può ora essere impiegata dalle donne per scopi migliori e di maggior beneficio! Una volta messe a punto le modalità, l’acqua potrà essere usata non soltanto per bere e lavare, ma anche per irrigare le coltivazioni necessarie per la sopravvivenza.
Andandosene da lì con l’acqua, le donne non potevano nascondere la loro gioia; benedizioni e ringraziamenti sono stati ripetuti a volontà. Sì, un ringraziamento molto caloroso a tutti i membri dell’O.T.S. nel mondo, i quali hanno sostenuto così generosamente questo progetto. Siate benedetti”.