Servizio, Teosofia e Società Teosofica

Antonio Girardi

A volte i membri ed i simpatizzanti della Società Teosofica vengono accusati di essere dei sognatori o dei filosofi che hanno pochi contatti con la realtà e con il fare. L’accusa nasce non solo da una cattiva conoscenza dei fatti ma anche da un approccio incompleto al concetto di fare.
La S.T. è un consesso di uomini liberi che si riconoscono nei suoi tre Scopi, in primis in quello della Fratellanza Universale senza distinzioni. L’approccio teosofico non è dogmatico ma non per questo è meno rigoroso per quanto riguarda sia lo studio sia la pratica concreta dell’osservazione e della meditazione; il tutto alla luce di quell’immenso bagaglio di cultura e di conoscenza rappresentato dalla Teosofia, che altro non è che quell’Eterna Saggezza che da sempre accompagna il cammino dell’Umanità.
L’ipotesi di lavoro teosofico è di tipo integrale ed impatta direttamente con il comportamento etico quotidiano e con la dimensione della relazione. La maieutica è il metodo con cui lavorano i Gruppi ed i Centri Teosofici.
Ne emerge un quadro coinvolgente in cui la dimensione del Servizio assume una grande importanza perché rappresenta a livello concreto, oltre che psicologico, un superamento della dimensione del piccolo io, per aprirsi alla realtà dell’altro. Il Servizio assume espressioni diverse e tutti i mezzi a disposizione dell’essere umano possono essere un suo strumento: l’azione, la meditazione, il pensiero positivo, la donazione, l’aiuto etc. L’espressione del Servizio dipende in parte dalle attitudini personali e dal contesto karmico, ma si sposa sempre con un atto di volontà individuale. Non c’è un “Servizio” migliore di un altro e sempre va tenuto conto che uno dei principi ispiratori è quello del non attaccamento al frutto dell’azione, come ci ricorda la Bhagavad Gita, quando Krishna dice ad Arjuna: “Perciò fa sempre quello che deve essere fatto, (ma) senza attaccamento, poiché l’uomo che compie un’azione disinteressatamente consegue il supremo”.
Per l’insieme di queste ragioni molti teosofi preferiscono una dimensione del Servizio per così dire silente, rendendo o cercando di rendere Servizio la loro stessa vita: sono i teosofi migliori.
Ma la realtà sociale ed umana è complessa e dunque assai utili possono rivelarsi azioni collettive a sostegno dell’“altro”. Questo può avvenire attraverso il pensiero e la preghiera (si pensi, per esempio, alla Lega di Guarigione), oppure attraverso iniziative benefiche specifiche. Fu un grande esempio a riguardo quello del Col. Olcott, primo Presidente della S.T., che avviò l’esperienza educativa delle Scuole Olcott, le prime in India intese espressamente per dare istruzione ai bambini fuori casta. Le Scuole Olcott sono ancor oggi molto attive e rappresentano un fiore all’occhiello del Servizio teosoficamente inteso. L’ambito educativo è un terreno di elezione primario in diverse realtà teosofiche: si pensi all’esperienza del Link College di Caloocan, nelle Filippine, diretto da Vicente Hao Chin jr, che arriva oggi a strutturare percorsi scolastici fino ai 18 anni, oppure a quella delle Qandeel Schools in Pakistan dove, in un ambiente protetto e con metodo Montessori, bambini e soprattutto bambine studiano e si preparano alla vita. E’ noto del resto che la Montessori è stata una convinta teosofa.
La stessa Società Teosofica Italiana ha concorso in modo decisivo all’edificazione a Muttom, nel distretto di Kanyakumari, in India, della “Casa dei Bambini”, che ospita oltre 200 bambini e bambine.
Nel febbraio del 1908 Annie Besant, da poco eletta Presidente Internazionale della S.T., promosse la costituzione di un ordine di Servizio della Società Teosofica, divenuto poi Ordine Teosofico di Servizio. La missione era ed è ancora quella di “unire tutti coloro che amano nel servizio a coloro che soffrono”. L’Ordine Teosofico di Servizio è oggi una realtà internazionale presente in molti Paesi del mondo ed il suo ambito di azione è assai vasto: oltre alla già citata dimensione educativa, vi sono le azioni umanitarie, le adozioni, l’assistenza ai malati, il campo sanitario, la promozione dell’etica vegetariana e del rispetto degli animali, l’ecologia, la valorizzazione dell’arte, l’azione a favore della pace etc.
In alcuni Paesi l’O.T.S. si è strutturato, per ragioni pratiche e operative, come entità autonoma rispetto alla S.T. In altri, come l’Italia, la sua attività avviene all’interno.
Da rilevare che l’azione teosofica di Servizio ha alcuni importanti criteri ispiratori: le persone coinvolte nelle azioni agiscono in modo volontario e non percepiscono alcuna retribuzione; i destinatari sono a 360 gradi, senza distinzioni di sesso, razza, credo, casta o colore; l’azione teosofica di servizio va direttamente al beneficiario; in presenza di raccolta fondi viene “restituita” ai donatori una precisa informazione in merito alle attività svolte.
Il Servizio inteso teosoficamente è una diretta conseguenza del principio di Unità della Vita, attraverso cui appare chiaro all’Essere Umano di Buona Volontà che l’azione (o l’inazione) si ripercuote a livello globale, in una realtà che è essa stessa in perenne comunicazione. Come a dire che, se sapremo migliorare noi stessi attraverso il superamento dell’io e la pratica della Via del Cuore (che porta alla dimensione del sacrificio e cioè al rendere “sacro” quello che facciamo), tutto questo si rifletterà nel mondo intero.
Il Servizio fa affiorare una dimensione interiore di innocenza, che ci porta oltre ogni egoismo e ci fa comprendere la forza dell’Amore e del Divino che fluiscono in tutta la Manifestazione.
Scrisse nel marzo 1987 un amico teosofo: “C’è oggi nel mondo tanta gente che prega, che ha fede nel Bene e nel Bello, e questa fede e i miracoli che da essa derivano ci salveranno. Perché non unirci in questa silenziosa preghiera?”.