Skrjabin o il delirio dell’infinito
La Sheva Press Edition (Londra 2019) ha dato alle stampe il volume di Alessandro Bistarelli “Skrjabin o il delirio dell’infinito”. Il testo raccoglie tre scritti elaborati in periodi successivi dall’autore e offre importanti approfondimenti sull’opera del grande compositore-teosofo russo e sul suo significato.
Questi tre capitoli del libro: “Skrjabin o il delirio dell’infinito” (che dà il titolo al libro), “Skrjabin filosofo, poeta e mistico”, “Analisi estetica e linguistica della tarda produzione pianistica skrjabiniana”.
L’opera di Bistarelli, arricchita dal prologo di Massimiliano Damerini e dalla prefazione di Marco Albrizio, rappresenta un importante contributo alla comprensione della poetica di Skrjabin e ne va a cogliere significati profondi e non sempre compiutamente valorizzati. Il libro analizza la figura di Skrjabin (1872-1915) da differenti angolazioni e prospettive: una sorta di mosaico che lega insieme gli aspetti estetici, storici e linguistici che riguardano sia la produzione musicale sia gli aspetti filosofico-esistenziali.
In particolare, attraverso una lettura analitica degli scritti autografi, vengono esaminate le teorie filosofiche e teosofiche che stanno alla base del suo itinerario creativo.
C’è infine anche un’analisi armonica e strutturale delle ultimissime opere per pianoforte. Alessandro Bistarelli, pianista e musicologo, è un appassionato interprete dell’opera pianistica di Alexander Skrjabin, a cui dedica da tempo ampi studi e approfondimenti.
Riportiamo di seguito le parole di Skrjabin, scritte nel 1910, con cui si apre il volume:
“In questo anelito, in questo bagliore
di folgore,
Nel suo soffio infuocato,
tutto il poema della genesi del mondo.
L’istante d’amore crea l’eternità
E le profondità dello spazio,
l’infinito emana l’alito del Mondo
e di sonorità avvolge il silenzio”.
Immagine: “Klavierkonzert” di Robert Sterl, ritratti di Alexander Skrjabinal pianoforte e del direttore d’orchestra Serge Koussevitzky, 1910, olio su tela (particolare), Dresda Staatliche Kunstsammlungen.
Questi tre capitoli del libro: “Skrjabin o il delirio dell’infinito” (che dà il titolo al libro), “Skrjabin filosofo, poeta e mistico”, “Analisi estetica e linguistica della tarda produzione pianistica skrjabiniana”.
L’opera di Bistarelli, arricchita dal prologo di Massimiliano Damerini e dalla prefazione di Marco Albrizio, rappresenta un importante contributo alla comprensione della poetica di Skrjabin e ne va a cogliere significati profondi e non sempre compiutamente valorizzati. Il libro analizza la figura di Skrjabin (1872-1915) da differenti angolazioni e prospettive: una sorta di mosaico che lega insieme gli aspetti estetici, storici e linguistici che riguardano sia la produzione musicale sia gli aspetti filosofico-esistenziali.
In particolare, attraverso una lettura analitica degli scritti autografi, vengono esaminate le teorie filosofiche e teosofiche che stanno alla base del suo itinerario creativo.
C’è infine anche un’analisi armonica e strutturale delle ultimissime opere per pianoforte. Alessandro Bistarelli, pianista e musicologo, è un appassionato interprete dell’opera pianistica di Alexander Skrjabin, a cui dedica da tempo ampi studi e approfondimenti.
Riportiamo di seguito le parole di Skrjabin, scritte nel 1910, con cui si apre il volume:
“In questo anelito, in questo bagliore
di folgore,
Nel suo soffio infuocato,
tutto il poema della genesi del mondo.
L’istante d’amore crea l’eternità
E le profondità dello spazio,
l’infinito emana l’alito del Mondo
e di sonorità avvolge il silenzio”.
Immagine: “Klavierkonzert” di Robert Sterl, ritratti di Alexander Skrjabinal pianoforte e del direttore d’orchestra Serge Koussevitzky, 1910, olio su tela (particolare), Dresda Staatliche Kunstsammlungen.