Ricordo e attualità di Annie Besant
Ricorre domani il 177° anniversario della nascita di Annie Besant (nata Wood) (Londra, 1º ottobre 1847 – Adyar, 20 settembre 1933).
Dopo un grande impegno politico e sociale per la tutela dei diritti delle donne e dei bambini, l’incontro con Helena Petrovna Blavatsky e la Teosofia cambiò la sua vita, da allora tutta dedicata alla Società Teosofica, di cui fu Presidente dal 1907 al 1933.
Decisivo fu il suo contributo per la diffusione del pensiero teosofico nel mondo e per tutta una costellazione di iniziative che avevano l’obiettivo di rendere pratico e praticabile il primo Scopo della Società Teosofica, quello della Fratellanza Universale senza distinzioni. In questo ambito si colloca nel 1908 la fondazione dell’Ordine Teosofico di Servizio, contraddistinto dal motto “L’unione di coloro che amano al servizio di tutti coloro che soffrono”.
Fu anche protagonista, in India, della lotta per l’affrancamento di questo grande Paese dall’Impero britannico.
Lungo il corso dei 50 anni della sua attività teosofica scrisse 330 opere diverse, fondò e diresse 12 fra giornali e riviste, nonché Università e centri culturali.
Con Charles Webster Leadbeater “scoprì” il prezioso talento spirituale di Jiddu Krishnamurti, di cui curò l’educazione e la diffusione del pensiero e dell’opera, continuando ad essere considerata dal grande filosofo indiano come la “madre spirituale” anche dopo che J.K. lasciò la Società Teosofica.
La sua fu dunque una vita travolgente, ricca di relazioni, di opere e di coraggiose e lungimiranti iniziative, che non potevano non suscitare anche controversie, come ben ha sottolineato Lucetta Scaraffia, scrivendo: “Bella, intelligente, coraggiosa e carismatica, è stata senza dubbio una delle donne più celebri del suo tempo, amata e odiata, sempre al centro di polemiche e di esaltazioni. Da alcuni considerata maestra di vita spirituale, da altri abile avventuriera, profonda conoscitrice delle religioni orientali o abile divulgatrice di testi altrui, Annie Besant ha tenuto banco nella società colta del mondo, non solo occidentale, dei primi decenni del Novecento, proponendosi come modello di donna nuova”.
Ma oltre che essere, come affermava il suo amico George Bernard Shaw “la più grande oratrice al mondo”, Annie Besant era caratterizzata da una grande sensibilità interiore e proprio per questo fra i suoi innumerevoli testi, per ricordarla abbiamo scelto una breve invocazione da lei scritta nel 1923 e che ancor oggi conserva intatti respiro spirituale e poeticità:
“Oh Vita Celata, che vibri in ogni atomo;
Oh Luce Celata, che splendi in ogni creatura;
Oh Amore Celato, che tutto abbracci nell’Unità;
Possa, colui che sente se stesso uno con Te,
sentirsi perciò uno con tutti gli altri”.
Dopo un grande impegno politico e sociale per la tutela dei diritti delle donne e dei bambini, l’incontro con Helena Petrovna Blavatsky e la Teosofia cambiò la sua vita, da allora tutta dedicata alla Società Teosofica, di cui fu Presidente dal 1907 al 1933.
Decisivo fu il suo contributo per la diffusione del pensiero teosofico nel mondo e per tutta una costellazione di iniziative che avevano l’obiettivo di rendere pratico e praticabile il primo Scopo della Società Teosofica, quello della Fratellanza Universale senza distinzioni. In questo ambito si colloca nel 1908 la fondazione dell’Ordine Teosofico di Servizio, contraddistinto dal motto “L’unione di coloro che amano al servizio di tutti coloro che soffrono”.
Fu anche protagonista, in India, della lotta per l’affrancamento di questo grande Paese dall’Impero britannico.
Lungo il corso dei 50 anni della sua attività teosofica scrisse 330 opere diverse, fondò e diresse 12 fra giornali e riviste, nonché Università e centri culturali.
Con Charles Webster Leadbeater “scoprì” il prezioso talento spirituale di Jiddu Krishnamurti, di cui curò l’educazione e la diffusione del pensiero e dell’opera, continuando ad essere considerata dal grande filosofo indiano come la “madre spirituale” anche dopo che J.K. lasciò la Società Teosofica.
La sua fu dunque una vita travolgente, ricca di relazioni, di opere e di coraggiose e lungimiranti iniziative, che non potevano non suscitare anche controversie, come ben ha sottolineato Lucetta Scaraffia, scrivendo: “Bella, intelligente, coraggiosa e carismatica, è stata senza dubbio una delle donne più celebri del suo tempo, amata e odiata, sempre al centro di polemiche e di esaltazioni. Da alcuni considerata maestra di vita spirituale, da altri abile avventuriera, profonda conoscitrice delle religioni orientali o abile divulgatrice di testi altrui, Annie Besant ha tenuto banco nella società colta del mondo, non solo occidentale, dei primi decenni del Novecento, proponendosi come modello di donna nuova”.
Ma oltre che essere, come affermava il suo amico George Bernard Shaw “la più grande oratrice al mondo”, Annie Besant era caratterizzata da una grande sensibilità interiore e proprio per questo fra i suoi innumerevoli testi, per ricordarla abbiamo scelto una breve invocazione da lei scritta nel 1923 e che ancor oggi conserva intatti respiro spirituale e poeticità:
“Oh Vita Celata, che vibri in ogni atomo;
Oh Luce Celata, che splendi in ogni creatura;
Oh Amore Celato, che tutto abbracci nell’Unità;
Possa, colui che sente se stesso uno con Te,
sentirsi perciò uno con tutti gli altri”.