Perché uccidere per nutrirci?

Perché uccidere per nutrirci?
Con questo titolo la Società Vegetariana Italiana, ispirata da Aldo Capitini e sostenuta dalla Società Teosofica Italiana, pubblicava nel luglio 1963 un numero unico di “Idee Vegetariane”.
Nell’editoriale, a firma di Edmondo Marcucci, viene ricordato che “nel nutrimento umano l’astensione - abituale, continuata, - dalle carni di animali è una pratica remota nel tempo, testimoniata anche da scrittori dell’antichità” e che “una vastissima letteratura internazionale è a disposizione di tutti sui dibattiti scientifici e pratici intorno al vegetarianesimo. E vi sono riviste, società, organizzazioni, colonie, istituti, cliniche, scuole, pensioni, ristoranti vegetariani.
Nella pubblicazione vengono ricordati numerosi apostoli del vegetarismo, quali la dott.ssa Anna Kingsford (1846–1888), il Mahatma Gandhi, Lev N. Tolstoj, Shelley e George Bernard Shaw, solo per ricordare i più noti.
Di Kingsford riportiamo questa considerazione: “Io ardentemente credo che il movimento vegetariano è alla base di ogni altro movimento verso la Purezza, la Libertà, la Giustizia e la Felicità… È vano, oggi, sognare la pace universale tra le nazioni, parlare di abolire la guerra, mentre noi ci riteniamo ancora soddisfatti di avere simili e bruti predatori. Finché gli uomini si ciberanno come le tigri, manterranno la natura della tigre…”.