Natale di fratellanza
Il Sole e la Terra sono tornati all’appuntamento del Solstizio d’inverno, celebrato quest’anno alle ore 10:20 del 21 dicembre; l’Universo vive il suo ritmo ma ogni istante e ogni momento sono differenti, carichi dello stesso scorrere del tempo, delle esperienze del vivere, ma anche testimoni dell’evoluzione.
Il Natale per tutti noi si ricollega anche al ricordo, alla dimensione familiare e al magnifico aspetto filosofico-religioso che annuncia il ritorno della Luce, la concretizzazione delle possibilità, la nascita del Bambino, simbolo arcano di purezza ma anche di responsabilità, di fiducia in quella che Bernardino del Boca chiamava l’Eterna Bontà di tutte le cose.
Ecco perché il Natale è anche il momento del sogno lucido, che prepara il tempo che viene, l’azione amorevole a beneficio di tutti gli esseri e il fiorire della consapevolezza interiore. Quest’ultima è anch’essa rappresentata dal Bambino e, in quest’ottica, è facilmente comprensibile lo stupore e l’entusiasmo dei pastori così come il giungere dei magi con ricchi doni.
L’intero creato si inginocchia davanti alla rinascita della vita.
Quello del Natale è sempre un tempo ricco di opportunità; è come se vi fossero sempre maggiori possibilità sia di comprensione della differenza fra l’Io della personalità e il Sé dell’anima sia di superamento degli spazi di indifferenza che ci separano dagli altri, magari pur vicini a noi per grado di parentela, prossimità fisica o ideale.
Una delle rappresentazioni del vivere dell’uomo è quella del collage: lungo i percorsi segnati dal karma l’essere umano ha la possibilità di affiancare – in un mosaico ideale – i frammenti del proprio vivere. È un atto da compiere con amore, a beneficio di tutti gli esseri. Almeno a Natale.
Il Natale per tutti noi si ricollega anche al ricordo, alla dimensione familiare e al magnifico aspetto filosofico-religioso che annuncia il ritorno della Luce, la concretizzazione delle possibilità, la nascita del Bambino, simbolo arcano di purezza ma anche di responsabilità, di fiducia in quella che Bernardino del Boca chiamava l’Eterna Bontà di tutte le cose.
Ecco perché il Natale è anche il momento del sogno lucido, che prepara il tempo che viene, l’azione amorevole a beneficio di tutti gli esseri e il fiorire della consapevolezza interiore. Quest’ultima è anch’essa rappresentata dal Bambino e, in quest’ottica, è facilmente comprensibile lo stupore e l’entusiasmo dei pastori così come il giungere dei magi con ricchi doni.
L’intero creato si inginocchia davanti alla rinascita della vita.
Quello del Natale è sempre un tempo ricco di opportunità; è come se vi fossero sempre maggiori possibilità sia di comprensione della differenza fra l’Io della personalità e il Sé dell’anima sia di superamento degli spazi di indifferenza che ci separano dagli altri, magari pur vicini a noi per grado di parentela, prossimità fisica o ideale.
Una delle rappresentazioni del vivere dell’uomo è quella del collage: lungo i percorsi segnati dal karma l’essere umano ha la possibilità di affiancare – in un mosaico ideale – i frammenti del proprio vivere. È un atto da compiere con amore, a beneficio di tutti gli esseri. Almeno a Natale.