Enchiridion notturno: Raoul Dal Molin Ferenzona verso l’occultismo e la Teosofia

Enchiridion notturno: Raoul Dal Molin Ferenzona
Presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini di Collesalvetti (LI) si svolgerà la mostra “Enchiridion notturno: Raoul Dal Molin Ferenzona verso l’occultismo e la Teosofia”. L’esposizione, promossa e organizzata dal Comune e ideata e curata da Emanuele Bardazzi e Francesca Cagianelli, gode del contributo della Fondazione Livorno. L’inaugurazione avverrà giovedì 14 novembre alle ore 17.00. La mostra resterà aperta fino al 15 marzo 2025.
L’obiettivo è di illustrare, attraverso un percorso espositivo di opere pittoriche e grafiche, la prestigiosa carriera di Raoul Dal Molin Ferenzona, la cui estrazione fiorentina e la pluriennale militanza labronica si coniugarono con lunghe permanenze in Europa, il cui esito influì definitivamente sulla vocazione simbolista dell’artista.
L’esposizione si suddivide in quattro sezioni. La prima, titolata “Raoul Dal Molin Ferenzona tra l’Italia e l’Europa: il viatico eterodosso di un iniziato rosacrociano”, è curata da Emanuele Bardazzi ed espone 30 highlights della carriera pittorica e grafica di Raoul Dal Molin Ferenzona che fanno ripercorrere al visitatore le tappe stilistiche più innovative e originali della poetica simbolista elaborata fin dagli esordi dall’artista.
La seconda, “Come croce del tuo sogno: nomadismi spirituali di Ferenzona dal crepuscolarismo corazziniano alla Società Teosofica di Roma”, è curata da Francesca Cagianelli.
Il soggiorno romano, contrassegnato dalla contiguità con i circuiti artistici e letterari del decadentismo crepuscolare, coincide con la stesura de “La Ghirlanda di stelle”, edita nel 1912 e dedicata ai due più intimi amici di Ferenzona, il collega Domenico Baccarini, incontrato all’epoca della frequentazione dell’Accademia fiorentina, e il poeta Sergio Corazzini, con cui aveva condiviso la collaborazione alla rivista “Cronache latine”. La sezione punta inoltre i riflettori sulla parentesi romana coincidente con la realizzazione nel 1916 di una mostra presso il Circolo Teosofico di Roma e con la pubblicazione, nel 1919, di “Zodiacale”, un ciclo di racconti intercalati a orazioni dedicate a divinità arcane, illustrate da puntesecche.
La terza sezione, sempre a cura di Francesca Cagianelli, porta il titolo: “La stagione livornese di Ferenzona dal Caffè Bardi a Bottega d’Arte: gocce di veleno tra revival maudit e pastiche esoterici” e si sofferma sulla centralità di Raoul Dal Molin Ferenzona nell’ambito della compagine artistica e culturale labronica primonovecentesca.
La quarta e ultima sezione, curata da Emanuele Bardotti, affronta il tema: “Visionari mistici e demoniaci. Paradigmi di grafica internazionale dall’idealismo estetico di Pè€ladan all’occultismo praghese di Sursum”.
Essa offre una preziosa rappresentanza del milieu simbolista europeo tra ‘800 e ‘900, che fu fonte di ispirazione primaria per la produzione immaginifica di Ferenzona, maturata negli anni giovanili attraverso il suo peregrinare nelle varie città straniere – da Monaco di Baviera a Bruges, da L’Aia a Berna, da Vienna a Praga – in cerca di affinità elettive e nutrimenti spirituali.