Valerio Daniel De Simoni
Cambierò il mondo o morirò nel tentativo

Valerio Daniel De Simoni
Le ipocrisie della società, la vanità dei desideri umani, gli inganni della quotidianità, la drammaticità della solitudine, il desiderio di assaporare l’avvolgente temperie della giovinezza immersa nella connessione con tutti gli altri esseri viventi, la gioia di vivere nel quotidiano come sfida verso l’eternità.

Naviga molto bene in questa difficile impresa narrativa un giovane di ventisei anni, Valerio Daniel De Simoni, che tra il maggio del 2006 e l’ottobre del 2010, passo dopo passo, in un diario avvincente e rigoroso, racconta la piacevolezza rara e non ipocrita di una giovinezza che accarezza realtà e sogni con autorevolezza di scrittura: “Ho 22 anni e mi comporto come un uomo di quarant’anni. Meno male – dico io – così mi godo le persone intelligenti, leggo spesso, sono sempre (quasi) felice e soddisfatto, contento di vivere, umile, maturo, gentile, serio, filosofico, ambientalista”. Scrive nel 2008 il giovane De Simoni, militante di Greenpeace, viaggiatore che a bordo di una quad bike era in giro per il mondo con l’intento di attraversare tre continenti per battere il primato mondiale di percorrenza su veicolo “Four Wheeler”, per raccogliere fondi a favore di due villaggi africani: “Il tempo, che non esiste, passa finché si arriva ad un punto dove ci rendiamo conto che è l’ora di fare … ogni minuto che passa è importante, ogni persona purtroppo dipende dal tempo. Che cos’è questo tempo?”
Le risposte chiare e meditate sbalordiscono per la loro freschezza e per la loro innocente profondità. “Ho vissuto così tanti momenti meravigliosi in questo, un altro giorno, da non lamentarmi per il resto dell’eternità”, scrive il 23 dicembre 2007. “La vita non è breve, è il tempo sprecato che è troppo lungo”. E ancora con disincanto: “La vita non è breve. Siamo noi che siamo ingrati”.
De Simoni ha il gusto del sapore della vita, ogni esperienza lo arricchisce e lo stimola nel cercare di arrestare la distruzione e la rovina del mondo sfruttato dal cinismo e da logiche economiche devastanti.
La sua vocazione all’impegno sociale gli fa scrivere: “Cambierò il mondo o morirò nel tentativo. So che posso essere parte della soluzione perché io, come tutti, ho il potere – dobbiamo solo ricordarcelo”.
Aveva messo la sua giovane vita a disposizione di un progetto sociale e di viaggi, di solidarietà e di ricerca, ma in un pomeriggio del 13 marzo del 2011 fu investito alla periferia di Lilongwe, capitale dello stato del Malawi, da un taxi inseguito dalla polizia; il suo corpo straziato fu caricato su un aereo per arrivare ad un vicino ospedale. Morirà in volo nei cieli dello Zimbabwe.
I suoi diari, scritti ora in inglese ora in italiano (De Simoni era nato a Sydney da genitori romani) su quaderni dalla copertina nera, sono stati trovati nella sua cameretta in Australia e disegnano il quadro di una autobiografia ricca di talento con abilità linguistiche e un passo tragico nella disinvoltura adolescenziale, che crea stupore e ammirazione.
Non è consolatorio pensare con la cultura greca che “muore giovane chi è amato dagli dei”. Ma ha suggestione poetica l’ultimo pensiero che conclude il diario: “Tutto ha una ragione e se non ce l’ha, c’è una ragione anche a questo”.
“Accettare la vita significa accettare la morte. E si deve godere la morte come si gode la vita? È la vita che porta la morte o è la vita che porta la vita?”
Al nome di Valerio Daniel De Simoni è stata dedicata una fondazione con sedi a Sydney e a Roma, per promuovere l’ambientalismo, la solidarietà e la convivenza tra le culture, per aiutare i giovani stranieri, in ogni parte del mondo, che vivono disagiati e senza mezzi economici.
Il libro, Valerio Daniel De Simoni, Diari: real love for the turning world, non è in vendita nelle librerie, ma è possibile ottenerlo, con una piccola donazione, mettendosi in contatto con la fondazione o sul sito www.valeriodesimoni.org.

(Tratto da “Il gusto della vita in brevi aforismi” di Matteo Lo Presti, Il Sole 24ore, 20 gennaio 2013).