Testi per l’intuizione [LX]

Testi per l’intuizione [LX]
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto da “La scienza dello Yoga, commento agli Yogasutra di Patañjali”, I.K. Taimni, Ubaldini Editore, Roma, 1970 pp.86-87.
Maitrī-karuṇā-muditopekṣāṇaṃ sukha-duḥkha-puṇyāpuṇya-vișayāṇaṃ Bhāva-nātaś citta-prasādanam.
Amicizia / compassione / [e] gioia / indifferenza / lietezza; felicità / pena; miseria / virtù / [e] vizio / [avendo per propri] oggetti / coltivando atteggiamenti [nei riguardi di], sostando nella mente [su] / [della] mente / chiarificazione; purificazione.
La mente si rischiara coltivando gli atteggiamenti dell’amicizia, della compassione, della lietezza e dell’indifferenza rispettivamente nei riguardi della felicità, della miseria, della virtù e del vizio.
Nell’indicare un certo numero di esercizi alternativi per superare il vikṣepa, l’autore comincia con due sῡtra la cui importanza, in rapporto all’argomento qui preso in esame, talvolta non risulta chiara agli allievi. Nel sῡtra di cui ci stiamo occupando Patañjali definisce l’atteggiamento corretto dello yogi potenziale nei diversi tipi di situazioni che possono verificarsi con coloro in mezzo ai quali vive. Una delle massime fonti di disturbo per la mente è costituita dalle nostre reazioni incontrollate rispetto al nostro ambiente umano, rispetto a quanto fanno le persone intorno a noi e alle condizioni piacevoli o spiacevoli nelle quali ci troviamo implicati. L’uomo comune non possiede un principio ben definito per regolare tali reazioni; egli agisce in modo del tutto casuale, a seconda dei propri umori e capricci, con il risultato di venire continuamente disturbato da ogni specie di emozioni violente. Alcuni, trovando spiacevoli tali reazioni emotive, decidono di non alterarsi affatto e si trasformano gradatamente in persone gelide, dure di cuore e indifferenti a chi li circonda. L’uno e l’altro atteggiamento sono indesiderabili e non possono condurre alla conquista di una natura calma, gentile e compassionevole, che si armonizzi con le esigenze della vita superiore. La vita spirituale non può accordarsi né con le reazioni violente né con la frigida indifferenza che alcuni stoici fuorviati hanno raccomandato ai propri seguaci. Essa esige una natura equilibrata nella quale le nostre reazioni vengono regolate correttamente dai motivi supremi e sono in armonia con la legge suprema. Lo sviluppo di una natura aspra e insensibile, del tutto indifferente alla felicità e alla sofferenza altrui non offre alcuna soluzione reale al problema dell’equilibrio mentale e la libertà dal disturbo che in tal modo si acquisisce è più apparente che reale, perché è artificiale e contrasta con le leggi dell’Amore”.

Articolo tratto dal numero di dicembre 2020 della Rivista Italiana di Teosofia.

Link al libro: https://www.eti-edizioni.it/conoscenza/699-la-scienza-dello-yoga.html