Teosofi britannici a Bordighera
Quando il famoso scrittore onegliese Edmondo De Amicis, autore del libro “Cuore”, scrisse un racconto dal titolo il “Paradiso degli Inglesi”, faceva riferimento alla numerosa schiera di britannici che, verso la fine dell’Ottocento, in più di tremila popolavano l’accogliente cittadina rivierasca di Bordighera.
Vengono descritti come “[…] passeggiatori infaticabili, lettori all’aria aperta, amanti dei fiori e adoratori del mare”; De Amicis li onora, insomma, come residenti impegnati in numerose attività, tra le quali spiccano vari interessi, quali l’archeologia, la storia, la raccolta di minerali e di piante, senza contare attività più concrete quali la fondazione di banche e di giornali, ad esempio “The Journal of Bordighera”.
Nel 1878, un solo anno dopo il primo torneo di Wimbledon, a Bordighera sarebbe stato fondato il primo tennis club d’Italia, col nome di Lawn Tennis Club, soprannominato “The Bear Pit Club” per via della collocazione più bassa rispetto alla strada. A ricordare l’evento spicca una ben visibile targa posta all’ingresso dell’attuale tennis club. Tra i vari benefattori di questa storica realizzazione va certamente ricordato Henry Lowe, della cui generosità beneficia tuttora la città, anche per altri lasciti quali gli omonimi giardini pubblici.
Anche gli animali avrebbero tratto giovamento dall’interesse, inconsueto per l’epoca, manifestato dagli inglesi, grazie l’apertura di una clinica per animali, “dog and cat house”, sotto il motto evangelico “siate buoni con gli animali”.
Numerose e non meno importanti sarebbero state altre meritorie attività di supporto alla comunità, quali quelle rivolte agli anziani e ai malati.
Tra le figure importanti di quell’epoca possono essere ricordate l’altruista fondatrice della locale chiesa anglicana, la signora Fanshawe Walker, Miss King Elizabeth Gaff o ancora il conte Cubitt. Sul finire del diciannovesimo secolo non mancarono di frequentare Bordighera personaggi famosi come Sir William Abney, pioniere della fotografia, l’archeologa May Brodrick, Sir Francis Galton, noto studioso dell’epoca, oltre che ministri e nobili come la duchessa di Leeds. Su tutti spicca, naturalmente, la visita del 4 aprile 1882 della Regina Vittoria.
Tra i protagonisti più interessanti da un punto di vista teosofico colpisce certamente la figura di John Arthur Goodchild, per diversi anni medico della comunità britannica di Bordighera, antiquario e autore di diverse opere di poesia e misticismo, la più famosa delle quali, “The Light of the West”, fu influenzata dalle idee del gruppo esoterico dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn.
Questa frequentazione elitaria avrebbe lasciato a Bordighera, tra le altre cose, una preziosa eredità letteraria, conservata presso la locale Biblioteca Civica Internazionale, tra cui spiccano vari testi teosofici d’epoca, che da soli meriterebbero un dettagliato lavoro di ricerca d’archivio.
Vengono descritti come “[…] passeggiatori infaticabili, lettori all’aria aperta, amanti dei fiori e adoratori del mare”; De Amicis li onora, insomma, come residenti impegnati in numerose attività, tra le quali spiccano vari interessi, quali l’archeologia, la storia, la raccolta di minerali e di piante, senza contare attività più concrete quali la fondazione di banche e di giornali, ad esempio “The Journal of Bordighera”.
Nel 1878, un solo anno dopo il primo torneo di Wimbledon, a Bordighera sarebbe stato fondato il primo tennis club d’Italia, col nome di Lawn Tennis Club, soprannominato “The Bear Pit Club” per via della collocazione più bassa rispetto alla strada. A ricordare l’evento spicca una ben visibile targa posta all’ingresso dell’attuale tennis club. Tra i vari benefattori di questa storica realizzazione va certamente ricordato Henry Lowe, della cui generosità beneficia tuttora la città, anche per altri lasciti quali gli omonimi giardini pubblici.
Anche gli animali avrebbero tratto giovamento dall’interesse, inconsueto per l’epoca, manifestato dagli inglesi, grazie l’apertura di una clinica per animali, “dog and cat house”, sotto il motto evangelico “siate buoni con gli animali”.
Numerose e non meno importanti sarebbero state altre meritorie attività di supporto alla comunità, quali quelle rivolte agli anziani e ai malati.
Tra le figure importanti di quell’epoca possono essere ricordate l’altruista fondatrice della locale chiesa anglicana, la signora Fanshawe Walker, Miss King Elizabeth Gaff o ancora il conte Cubitt. Sul finire del diciannovesimo secolo non mancarono di frequentare Bordighera personaggi famosi come Sir William Abney, pioniere della fotografia, l’archeologa May Brodrick, Sir Francis Galton, noto studioso dell’epoca, oltre che ministri e nobili come la duchessa di Leeds. Su tutti spicca, naturalmente, la visita del 4 aprile 1882 della Regina Vittoria.
Tra i protagonisti più interessanti da un punto di vista teosofico colpisce certamente la figura di John Arthur Goodchild, per diversi anni medico della comunità britannica di Bordighera, antiquario e autore di diverse opere di poesia e misticismo, la più famosa delle quali, “The Light of the West”, fu influenzata dalle idee del gruppo esoterico dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn.
Questa frequentazione elitaria avrebbe lasciato a Bordighera, tra le altre cose, una preziosa eredità letteraria, conservata presso la locale Biblioteca Civica Internazionale, tra cui spiccano vari testi teosofici d’epoca, che da soli meriterebbero un dettagliato lavoro di ricerca d’archivio.
Nelle foto: una sezione della Biblioteca Civica Internazionale e una copia del testo di Annie Besant "Autobiographical Sketches"