Sirio. Tre seminari sulla cosmologia arcaica

Sirio
La casa editrice Adelphi ripropone con il titolo: “Sirio. Tre seminari sulla cosmologia arcaica” i saggi dello storico della scienza Giorgio de Santillana e di Hertha von Dechend.
Il testo è curato da Svevo D’Onofrio e da Mauro Sellitto, che ne cura anche la postfazione.
Se oggi Sirio è considerata una normale stella binaria della costellazione del Cane Maggiore va detto che nei millenni una stella così lucente assunse un’importanza particolare e ricca di simbolismi e di suggestioni poetiche e mitiche. Nelle culture egizia, mesopotamica, greca, indiana, cinese ma anche di alcune popolazioni africane e dell’Oceania Sirio ha avuto un ruolo speciale, che spesso la poneva al centro dell’universo osservato.
La tesi di De Santillana e von Dechend – ben sintetizzata da Ada Bizzi nell’articolo pubblicato nell’inserto “La Lettura” del Corriere della Sera del 12 gennaio scorso (“Il giro del cielo in 1460 anni. Sirio: mito e scienza”) è che “dietro la maggior parte dei miti si nasconde in realtà una cosmologia complessa e non “le solite favole di animali”: i “cani di Persefone” dei greci sono in realtà i pianeti; nelle leggende siberiane la freccia scagliata contro Orione era proprio Sirio; e tra gli egizi Sirius o Sothis era la “Regina dei Decani”, entità che sostengono, per così dire, il circolo dell’universo e che “non sono soggette alle cose che toccano le altre stelle” (poiché per 3000 anni Sirio sembrò sfuggire alla precessione degli equinozi che regolava le altre stelle).
In Sirio il tema del rapporto fra scienza, mito e filosofia assume un carattere emblematico, che porta con sé elementi non soltanto conoscitivi, ma anche intuitivi, a beneficio di una comprensione del Cosmo che non sia solamente razionale e descrittiva ma apra le porte alla ragione dell’anima.