Rivista Italiana di Teosofia (maggio-giugno 2025)

RIT MAGGIO-GIUGNO 2025
È uscito il numero di maggio-giugno 2025 della Rivista Italiana di Teosofia. L’editoriale è firmato, come di consueto, dal direttore Antonio Girardi e si apre con la citazione di alcuni versi del grande poeta libanese Kahlil Gibran, che fungono da introduzione al tema “Il mondo così com’è”. Queste le parole di Gibran: “La mia casa mi dice: ‘non lasciarmi, perché qui abita il tuo passato’. E la strada dice: ‘Vieni e seguimi: sono il tuo futuro’. E io dico alla casa e alla strada: ‘Non ho passato e non ho futuro. Se resto c’è un andare nel mio rimanere; e se vado c’è un restare nel mio andarmene. Solo l’amore e la morte cambiano le cose’”.
La riflessione di Girardi passa attraverso due elementi: innanzitutto la considerazione secondo cui il miglioramento personale è un disvelamento piuttosto che un percorso programmatico e schematico e, in secondo luogo, la considerazione secondo cui l’ispirazione che può muovere l’essere umano in cammino non è di tipo egoistico e personale, quanto piuttosto di profonda armonia con l’amore universale, nel segno dell’unità della vita.
La Rivista contiene, fra gli altri, gli articoli “Non credete nel sé” di Weiwei Du e quello di Antti Savinainen sugli “Stadi del post-mortem nelle Lettere dei Mahatma”.
L’approfondimento di Weiwei Du, socia attiva della S.T. Francese, mette in discussione la credenza in un “sé” statico e definito, sostenendo che l’identità è fluida e mutevole, influenzata dalle percezioni altrui e dalle circostanze. Attraverso esempi molto concreti, legati anche alle interazioni sociali, l’autrice illustra come le definizioni di “io” siano incomplete e contraddittorie. Suggerisce che aggrapparsi a un’immagine fissa di sé porta a frustrazione e complessi di inferiorità o superiorità. Invece di cercare di definire l’“io”, propone di osservare la “mente” come uno specchio che riflette costantemente immagini e “polveri” di emozioni e pensieri.
La vera conoscenza di sé non si raggiunge definendosi, ma purificando questo “specchio” attraverso lo studio (non come accumulo di nozioni, ma come rimozione degli ostacoli alla conoscenza) e la meditazione (consapevolezza costante delle proprie reazioni). Il testo introduce anche il concetto di servizio disinteressato e teosofico come via per superare la separatività e riconoscere l’unità con gli altri. Infine cita l’esempio di Wu Zetian, la cui lapide senza iscrizioni invita a riflettere sulla natura transitoria dell’identità e sulla difficoltà di definire il vero “io”. La ricerca di questa risposta è lasciata al lettore.
Nel secondo articolo Antti Savinainen ci porta attraverso un’approfondita comparazione tra la descrizione degli stadi dopo la morte fornita nelle “Lettere dei Mahatma” (LM) e gli insegnamenti sul tema di Pekka Ervast. Ervast era un teosofo che considerava autentiche le LM ma le cui descrizioni del post-mortem presentano delle differenze, avvicinandosi più a quelle di autori teosofici successivi. Savinainen riscontra alcune diversità: nella terminologia (come il “corpo astrale” delle LM che diventa “corpo eterico” in seguito) e differenze concettuali significative, in particolare riguardo alla coscienza nel kama-loka (inconscia nelle LM per la persona comune, cosciente per Ervast) e all'esistenza di una fase cosciente nel corpo eterico dopo la morte (assente nelle LM, presente in Ervast).
Ci sono però anche dei punti di convergenza: nelle similitudini tra le descrizioni: come la revisione della vita (sebbene con una diversa durata temporale), la lotta mortale/setacciamento del bene, e la natura soggettiva e beatifica della vita nel Devachan, che precede una nuova reincarnazione determinata dal karma.
L'autore si schiera con la visione che considera le “Lettere dei Mahatma” e gli scritti di Blavatsky come le fonti più affidabili sulla Teosofia e sul post-mortem, dato il ruolo dei Maestri. Tuttavia, riconosce la possibilità che i Maestri non abbiano rivelato tutte le loro conoscenze sull'argomento nelle lettere a Sinnett.

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La parte finale della Rivista è, come di consueto, ricca di testimonianze, informazioni, recensioni.

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