Poesie Scelte (2006-2011) di Silvano Demarchi
Il poeta e teosofo bolzanino prof. Silvano Demarchi ha dato alle stampe, presso la casa editrice Le Mani di Recco (www.lemanieditore.com), un volume che raccoglie un’antologia delle sue poesie degli ultimi anni. Il titolo è Poesie Scelte.
Riportiamo di seguito alcune righe sull’opera di Demarchi, tratte dal saggio introduttivo di Liliana Porro Andriuoli: “Fin dal suo esordio, quella di Silvano Demarchi si presenta come una poesia di classica misura e tuttavia moderna per la sensibilità che la anima e per la ricchezza del pensiero che continuamente la permea; non ignara, inoltre, della lezione di essenzialità che fu propria di Giuseppe Ungaretti e tuttavia capace di distendersi con un andamento colloquiale limpido e piano, che è il segno di quella volontà di comunicare alla quale mai il nostro poeta è venuto meno negli anni. Caratteristiche, queste, che emergono anche nella sua più recente produzione, dove con piacere ritroviamo il Demarchi a noi già noto, con i suoi viaggi e le sue scoperte di civiltà antiche e moderne; i suoi tuffi nella storia e nella filosofia anche di un lontano passato; la sua inesausta ricerca del Trascendente; l’ammirazione stupita per la bellezza nelle sue svariate manifestazioni e l’incantata meraviglia di fronte allo spettacolo che offre la natura, tanto montana quanto marina. Ma nella sua più recente poesia scopriamo anche talune nuove tematiche legate alle mutate condizioni di vita del Demarchi, quali il vagheggiamento del mondo dell’infanzia, considerato nella sua spontaneità e innocenza; un mondo che egli, dopo averlo goduto nella veste di padre, può ora nuovamente apprezzare nella veste di nonno, attraverso il quotidiano contatto con le due nipotine. Una tematica, questa, alla quale si aggiungono quella del rimpianto, divenuto sempre più acuto con l’avanzare dell’età, per gli splendidi doni della giovinezza ormai perduti, e quella dell’inconsolabile tristezza causata dalle morti, che hanno profondamente segnato il suo animo, della madre, del padre, di due fratelli e più recentemente di Carmina Bertorelle, la diletta compagna della sua vita”.
Riportiamo di seguito alcune righe sull’opera di Demarchi, tratte dal saggio introduttivo di Liliana Porro Andriuoli: “Fin dal suo esordio, quella di Silvano Demarchi si presenta come una poesia di classica misura e tuttavia moderna per la sensibilità che la anima e per la ricchezza del pensiero che continuamente la permea; non ignara, inoltre, della lezione di essenzialità che fu propria di Giuseppe Ungaretti e tuttavia capace di distendersi con un andamento colloquiale limpido e piano, che è il segno di quella volontà di comunicare alla quale mai il nostro poeta è venuto meno negli anni. Caratteristiche, queste, che emergono anche nella sua più recente produzione, dove con piacere ritroviamo il Demarchi a noi già noto, con i suoi viaggi e le sue scoperte di civiltà antiche e moderne; i suoi tuffi nella storia e nella filosofia anche di un lontano passato; la sua inesausta ricerca del Trascendente; l’ammirazione stupita per la bellezza nelle sue svariate manifestazioni e l’incantata meraviglia di fronte allo spettacolo che offre la natura, tanto montana quanto marina. Ma nella sua più recente poesia scopriamo anche talune nuove tematiche legate alle mutate condizioni di vita del Demarchi, quali il vagheggiamento del mondo dell’infanzia, considerato nella sua spontaneità e innocenza; un mondo che egli, dopo averlo goduto nella veste di padre, può ora nuovamente apprezzare nella veste di nonno, attraverso il quotidiano contatto con le due nipotine. Una tematica, questa, alla quale si aggiungono quella del rimpianto, divenuto sempre più acuto con l’avanzare dell’età, per gli splendidi doni della giovinezza ormai perduti, e quella dell’inconsolabile tristezza causata dalle morti, che hanno profondamente segnato il suo animo, della madre, del padre, di due fratelli e più recentemente di Carmina Bertorelle, la diletta compagna della sua vita”.