Pagine dalla letteratura teosofica
"Iside Svelata - Teologia” di H.P. Blavatsky, pp. 428-429 (Edizioni Teosofiche Italiane, 2015). Pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di gennaio-febbraio 2023.
"Platone dice che la religione mistica dei magi nota con il nome di Mahagistia è la forma meno corrotta del culto delle cose divine. In seguito i misteri dei santuari caldei vi furono aggiunti da uno dei Zoroastri e da Dario Istaspe. Questi la completò e perfezionò ancora di più con l’aiuto della conoscenza da lui ottenuta presso gli antichi asceti dell’India, i cui riti erano identici a quelli dei magi iniziati. Ammiano, nella sua storia della spedizione persiana di Giuliano, narra che un giorno, Istaspe, mentre coraggiosamente penetrava nelle ignote regioni dell’India superiore, giunse a una solitudine boscosa, un tranquillo recesso occupato dagli eminenti saggi, i brahamani (o shamani). Istruito da loro nella scienza dei movimenti del mondo e dei corpi celesti come nei puri riti religiosi … trasportò queste dottrine in quelle dei magi. Questi le abbracciarono con la loro scienza particolare della predizione del futuro e furono i loro discendenti che tramandarono il tutto alla posterità. Da questi discendenti i sufi, principalmente composti di persiani e di siri, acquisirono la loro elevata conoscenza in astrologia, medicina e dottrina esoterica dell’antichità.
“La dottrina dei sufi” dice K.W. King, “comprendeva l’idea sublime di una credenza universale che può segretamente essere praticata professando qualunque religione esteriore; infatti questa dottrina sosteneva lo stesso punto di vista tanto per i sistemi religiosi quanto per quello degli antichi filosofi che consideravano tali problemi”. I misteriosi Drusi del Monte Libano sono i discendenti di tutti questi. Talvolta si vedono, ma raramente s’incontrano, dei copti solitari, studiosi acuti sparsi qua e là nelle solitudini sabbiose dell’Egitto, dell’Arabia, della Palestina e nelle impenetrabili foreste dell’Abissinia. I discepoli di questa scuola misteriosa appartengono a diverse nazionalità e molti sono i rami di questo unico tronco primitivo. La segretezza di queste logge secondarie, come pure quella della suprema grande Loggia, è sempre stata proporzionale all’attività delle persecuzioni religiose e oggi, in cospetto del materialismo crescente, la loro stessa esistenza diventa un mistero".
Link al libro: https://www.eti-edizioni.it/classici/745-iside-svelata-teologia.htmll
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"Platone dice che la religione mistica dei magi nota con il nome di Mahagistia è la forma meno corrotta del culto delle cose divine. In seguito i misteri dei santuari caldei vi furono aggiunti da uno dei Zoroastri e da Dario Istaspe. Questi la completò e perfezionò ancora di più con l’aiuto della conoscenza da lui ottenuta presso gli antichi asceti dell’India, i cui riti erano identici a quelli dei magi iniziati. Ammiano, nella sua storia della spedizione persiana di Giuliano, narra che un giorno, Istaspe, mentre coraggiosamente penetrava nelle ignote regioni dell’India superiore, giunse a una solitudine boscosa, un tranquillo recesso occupato dagli eminenti saggi, i brahamani (o shamani). Istruito da loro nella scienza dei movimenti del mondo e dei corpi celesti come nei puri riti religiosi … trasportò queste dottrine in quelle dei magi. Questi le abbracciarono con la loro scienza particolare della predizione del futuro e furono i loro discendenti che tramandarono il tutto alla posterità. Da questi discendenti i sufi, principalmente composti di persiani e di siri, acquisirono la loro elevata conoscenza in astrologia, medicina e dottrina esoterica dell’antichità.
“La dottrina dei sufi” dice K.W. King, “comprendeva l’idea sublime di una credenza universale che può segretamente essere praticata professando qualunque religione esteriore; infatti questa dottrina sosteneva lo stesso punto di vista tanto per i sistemi religiosi quanto per quello degli antichi filosofi che consideravano tali problemi”. I misteriosi Drusi del Monte Libano sono i discendenti di tutti questi. Talvolta si vedono, ma raramente s’incontrano, dei copti solitari, studiosi acuti sparsi qua e là nelle solitudini sabbiose dell’Egitto, dell’Arabia, della Palestina e nelle impenetrabili foreste dell’Abissinia. I discepoli di questa scuola misteriosa appartengono a diverse nazionalità e molti sono i rami di questo unico tronco primitivo. La segretezza di queste logge secondarie, come pure quella della suprema grande Loggia, è sempre stata proporzionale all’attività delle persecuzioni religiose e oggi, in cospetto del materialismo crescente, la loro stessa esistenza diventa un mistero".
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