Meditazione e processo di guarigione
Il rapporto fra la meditazione e il benessere generale dell’individuo è tema dibattuto e certamente già al centro di molte riflessioni. È però molto importante che siano condotte sperimentazioni scientifiche adeguate per valutare, anche con le metodiche della scienza sperimentale, quale sia l’impatto della meditazione sugli stati psicologici e sulla salute degli esseri umani che la praticano regolarmente.
Qualche giorno fa le agenzie di stampa e i media hanno diffuso l’informazione che l’Azienda Sanitaria di Bologna ha deciso di consentire la sperimentazione di una pratica meditativa tibetana (quella che applica la metodica definita Tonglen, ovvero del prendere e dare) ad un gruppo di pazienti del reparto di oncologia. L’attività partirà a febbraio e sarà diretta dal prof. Gioacchino Pagliaro che è il direttore del reparto di psicologia clinica dell’ospedale Bellaria e che si occupa di meditazione da oltre vent’anni. I pazienti proseguiranno il normale di processo di cure, affiancando ad esse la pratica meditativa. Una serie di misurazioni e di comparazioni cliniche prima, durante e dopo il test consentirà di valutare i risultati.
La sperimentazione annunciata riporta all’attualità le relazioni sul tema “Teosofia e Meditazione”, presentate ad Assisi nel 2011, in occasione del 97° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana nel 2011. I video dei diversi relatori sono consultabili accedendo attraverso l’home-page del portale web.
In particolare in quell’occasione il dott. Demetrio Mascherpa aveva illustrato lo stato di avanzamento di un lavoro che stava realizzando per valutare con criteri di stretta metodologia scientifica l’impatto della meditazione in ambito lavorativo e in ambito scolastico. (Dall'essere al fare, la meditazione nel mondo del lavoro, delle imprese e degli studi universitari).
Anticipiamo in questa sede che Mascherpa ha completato il suo studio e che nel numero di aprile della Rivista Italiana di Teosofia sarà pubblicato un suo articolo su: “La meditazione nel mondo del lavoro: presupposti e ricerche”.
La letteratura teosofica ha portato nel tempo notevoli contributi per una corretta comprensione della Meditazione. A mero titolo esemplificativo ricordiamo che la prima delle Stanze di Dzyan, testo reso noto all’Occidente da Helena Petrovna Blavatsky, già parlava esplicitamente di “sonno senza sogni”. Forse per capire la Meditazione andrebbe ulteriormente studiato il significato del livello “delta” delle onde cerebrali, definite dalla scienza come quelle “proprie del sonno senza sogni e dell’abbandono totale”.
Qualche giorno fa le agenzie di stampa e i media hanno diffuso l’informazione che l’Azienda Sanitaria di Bologna ha deciso di consentire la sperimentazione di una pratica meditativa tibetana (quella che applica la metodica definita Tonglen, ovvero del prendere e dare) ad un gruppo di pazienti del reparto di oncologia. L’attività partirà a febbraio e sarà diretta dal prof. Gioacchino Pagliaro che è il direttore del reparto di psicologia clinica dell’ospedale Bellaria e che si occupa di meditazione da oltre vent’anni. I pazienti proseguiranno il normale di processo di cure, affiancando ad esse la pratica meditativa. Una serie di misurazioni e di comparazioni cliniche prima, durante e dopo il test consentirà di valutare i risultati.
La sperimentazione annunciata riporta all’attualità le relazioni sul tema “Teosofia e Meditazione”, presentate ad Assisi nel 2011, in occasione del 97° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana nel 2011. I video dei diversi relatori sono consultabili accedendo attraverso l’home-page del portale web.
In particolare in quell’occasione il dott. Demetrio Mascherpa aveva illustrato lo stato di avanzamento di un lavoro che stava realizzando per valutare con criteri di stretta metodologia scientifica l’impatto della meditazione in ambito lavorativo e in ambito scolastico. (Dall'essere al fare, la meditazione nel mondo del lavoro, delle imprese e degli studi universitari).
Anticipiamo in questa sede che Mascherpa ha completato il suo studio e che nel numero di aprile della Rivista Italiana di Teosofia sarà pubblicato un suo articolo su: “La meditazione nel mondo del lavoro: presupposti e ricerche”.
La letteratura teosofica ha portato nel tempo notevoli contributi per una corretta comprensione della Meditazione. A mero titolo esemplificativo ricordiamo che la prima delle Stanze di Dzyan, testo reso noto all’Occidente da Helena Petrovna Blavatsky, già parlava esplicitamente di “sonno senza sogni”. Forse per capire la Meditazione andrebbe ulteriormente studiato il significato del livello “delta” delle onde cerebrali, definite dalla scienza come quelle “proprie del sonno senza sogni e dell’abbandono totale”.