La testimonianza del Castagno dei Cento Cavalli
La natura che sta davanti ai nostri occhi, spesso disattenti, svela gemme preziose.
È il caso dei vecchi alberi, alcuni dei quali hanno età più che millenarie, come nel caso Castagno dei Cento Cavalli: come ha recentemente attestato uno studio sul suo DNA, è l’albero più vecchio (e più grande) d’Italia con i suoi 2.200 anni.
Il Castagno dei Cento Cavalli si trova nel comune di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania.
Questo prezioso testimone del tempo ha una dimensione considerevole, con un diametro medio di 18 metri per ciascuno dei suoi tre tronchi. L’altezza è di 22 metri e la sua chioma copre un’area di circa mille metri quadrati.
La denominazione di quest’albero nasce da una leggenda, legata al momento in cui la regina Giovanna I d’Angiò nel XIII secolo si riparò da un temporale sotto le sue fronde con tutti i suoi cento cavalieri. Il castagno è monumento nazionale dal 1965 e, nel 2008, è stato dichiarato dall’Unesco “monumento messaggero di pace”, come ricorda Paolo Virtuani nell’articolo pubblicato nell’edizione online del Corriere della Sera.
Gli alberi sanno essere non solo testimoni del tempo ma anche simboli silenti di un connubio fra i vari elementi della vita e, proprio per questo, vere e proprie “porte aperte” fra le varie dimensioni dell’esistenza.
Nel suo “Il canto degli alberi” Hermann Hesse ci ricorda che: “Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, essi predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita”.
È il caso dei vecchi alberi, alcuni dei quali hanno età più che millenarie, come nel caso Castagno dei Cento Cavalli: come ha recentemente attestato uno studio sul suo DNA, è l’albero più vecchio (e più grande) d’Italia con i suoi 2.200 anni.
Il Castagno dei Cento Cavalli si trova nel comune di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania.
Questo prezioso testimone del tempo ha una dimensione considerevole, con un diametro medio di 18 metri per ciascuno dei suoi tre tronchi. L’altezza è di 22 metri e la sua chioma copre un’area di circa mille metri quadrati.
La denominazione di quest’albero nasce da una leggenda, legata al momento in cui la regina Giovanna I d’Angiò nel XIII secolo si riparò da un temporale sotto le sue fronde con tutti i suoi cento cavalieri. Il castagno è monumento nazionale dal 1965 e, nel 2008, è stato dichiarato dall’Unesco “monumento messaggero di pace”, come ricorda Paolo Virtuani nell’articolo pubblicato nell’edizione online del Corriere della Sera.
Gli alberi sanno essere non solo testimoni del tempo ma anche simboli silenti di un connubio fra i vari elementi della vita e, proprio per questo, vere e proprie “porte aperte” fra le varie dimensioni dell’esistenza.
Nel suo “Il canto degli alberi” Hermann Hesse ci ricorda che: “Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, essi predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita”.