La giusta via di mezzo

La giusta via di mezzo
Continuare a separare la realtà e a cristallizzarla sulla base di un dualismo degli opposti illude l’essere umano di poter fare le giuste scelte mentre, in realtà, lo incatena alla separatività e alle illusioni dettate dal piccolo io della personalità, tutto teso ad “avere” e poco incline all’“essere”.
Il retroterra psicologico del pensiero dualistico è fatto di ansie e di paure ed è caratterizzato dal facile rifugio nel pensiero che le situazioni negative siano sempre causate da qualcun altro e che dunque noi siamo, sempre e comunque, vittime.
La giusta via di mezzo ci suggerisce serenità e approfondimento nel giudizio e ci mette a disposizione alcune importanti cartine di tornasole per meglio comprendere le situazioni. Sono quelle relative alle risposte ad alcune domande: ho tutti gli elementi per valutare? Ho analizzato con cura le cause? Cosa posso fare per migliorare questa situazione, non solo per me, ma anche per gli altri?
Ecco allora che la riflessione si sposta dal piano del giudizio a quello dell’osservazione attenta e non discriminante; dallo scontro con l’“altro” alla condivisione e al dialogo; dall’esagitazione polemica legata alla paura e all’ignoranza alla dimensione della preghiera (che è un modo di ringraziare e non solo di chiedere); dall’egoismo dell’accumulazione di beni e sicurezze alla dimensione del servizio e della meditazione.

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