La gioia del dono e il sorriso dei giovani
Il donare porta con sé in sé uno scrigno prezioso: è quello della gioia che pervade colui che dona, quasi che l’atto stesso possieda qualcosa di profondamente collegato con il sacro e con la comprensione del significato più profondo della vita.
L’atto del donare implica una globalità di approccio, mettendo l’essere umano nelle condizioni di intrecciare il fare, il sentire, il pensare e di collegare il mondo interiore con quello della manifestazione.
La storia e la cronaca ci offrono numerosi esempi della “normale” eccezionalità del donare: si pensi, e sono solo pochi esempi, al dott. Schweitzer, o a Lanza del Vasto.
Il donare non è necessariamente collegato agli aspetti squisitamente materiali ma riguarda anche la sfera del pensiero e quella della benedizione interiore. Possiamo fare molto per gli altri, anche in modo silente e discreto. Un dono che incorpora l’assenza del desiderio di trarre beneficio dall’azione compiuta è particolarmente caro alla vita. Nella “Bhagavad Gita” troviamo questa affermazione: “È la sola azione quella che Ti concerne, mai i suoi frutti”.
Ampi sono dunque gli spazi e i tempi del donare e nessun essere umano, nemmeno il più povero, è escluso dalla possibilità di questa pratica, che può trovare anche nell’educazione una ulteriore e importante possibilità di espressione.
Il sorriso dei giovani è sempre lì a dimostrarci come la vita proceda costantemente nel suo cammino evolutivo ed a tutti è affidato il compito di non far sfiorire quel sorriso, donando ai giovani - a tutti i giovani - la possibilità di esprimere la ricchezza interiore di cui la vita li ha arricchiti.
L’atto del donare implica una globalità di approccio, mettendo l’essere umano nelle condizioni di intrecciare il fare, il sentire, il pensare e di collegare il mondo interiore con quello della manifestazione.
La storia e la cronaca ci offrono numerosi esempi della “normale” eccezionalità del donare: si pensi, e sono solo pochi esempi, al dott. Schweitzer, o a Lanza del Vasto.
Il donare non è necessariamente collegato agli aspetti squisitamente materiali ma riguarda anche la sfera del pensiero e quella della benedizione interiore. Possiamo fare molto per gli altri, anche in modo silente e discreto. Un dono che incorpora l’assenza del desiderio di trarre beneficio dall’azione compiuta è particolarmente caro alla vita. Nella “Bhagavad Gita” troviamo questa affermazione: “È la sola azione quella che Ti concerne, mai i suoi frutti”.
Ampi sono dunque gli spazi e i tempi del donare e nessun essere umano, nemmeno il più povero, è escluso dalla possibilità di questa pratica, che può trovare anche nell’educazione una ulteriore e importante possibilità di espressione.
Il sorriso dei giovani è sempre lì a dimostrarci come la vita proceda costantemente nel suo cammino evolutivo ed a tutti è affidato il compito di non far sfiorire quel sorriso, donando ai giovani - a tutti i giovani - la possibilità di esprimere la ricchezza interiore di cui la vita li ha arricchiti.

