La domenica
L’articolo di Maurizio Bettini, intitolato “E poi arrivò finalmente la domenica”, pubblicato nel supplemento al quotidiano “La Repubblica” del 16 marzo 2025, è davvero interessante e curioso. L’autore percorre diacronicamente secoli di storia per spiegare che Greci e Romani non avevano la domenica. I primi contavano i giorni del mese per decadi; i secondi li riunivano per otto, cui aggiungevano “un nono giorno”, in cui si interrompevano tutti i lavori agricoli e i contadini si trasferivano in città a vendere i prodotti della terra. Gli Ebrei suddividevano il tempo in settimane, ognuna culminante nel sabato (shabbat), giorno in cui era obbligatoriamente sospesa ogni attività, come fece Dio che, durante la Creazione, il settimo giorno si riposò.
Per influenza ebraica, ma soprattutto grazie alla diffusione delle religioni astrali - nelle quali si identificavano i sette pianeti (Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, Sole) con alcune divinità della tradizione e si ritenevano questi capaci di influire sul destino dell’uomo - si cominciò a parlare di settimana.
Il settimo giorno fu a lungo chiamato “dies Solis” (ancor oggi in inglese sun-day), anche dai cristiani. Si passò poi a chiamarlo “dies dominica”, giorno del Dominus, del Signore, in ricordo della resurrezione di Gesù, avvenuta “il giorno dopo il sabato”. Due curiosità: l’imperatore Costantino, che favorì la diffusione del cristianesimo, usava indifferentemente le diciture “dies Solis” e “dies dominica” per “accontentare” sia i pagani sia i cristiani; l’imperatore Teodosio invece proibì che la domenica si tenessero giochi e spettacoli; se questo provvedimento fosse ancor oggi valido, “che ne sarebbe del campionato di calcio?”, si chiede preoccupato l’autore dell’articolo.
(Nella foto: l'astrolabio islamico conservato al museo Miniscalchi-Erizzo di Verona. Francesco Sorbini / Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo).
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Per influenza ebraica, ma soprattutto grazie alla diffusione delle religioni astrali - nelle quali si identificavano i sette pianeti (Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, Sole) con alcune divinità della tradizione e si ritenevano questi capaci di influire sul destino dell’uomo - si cominciò a parlare di settimana.
Il settimo giorno fu a lungo chiamato “dies Solis” (ancor oggi in inglese sun-day), anche dai cristiani. Si passò poi a chiamarlo “dies dominica”, giorno del Dominus, del Signore, in ricordo della resurrezione di Gesù, avvenuta “il giorno dopo il sabato”. Due curiosità: l’imperatore Costantino, che favorì la diffusione del cristianesimo, usava indifferentemente le diciture “dies Solis” e “dies dominica” per “accontentare” sia i pagani sia i cristiani; l’imperatore Teodosio invece proibì che la domenica si tenessero giochi e spettacoli; se questo provvedimento fosse ancor oggi valido, “che ne sarebbe del campionato di calcio?”, si chiede preoccupato l’autore dell’articolo.
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