Il tempo dei sogni - una mostra dei collage di Marina Tappa
Dal 2 all’8 settembre Palazzo Tornielli a Borgomanero (NO) ospiterà una rassegna delle opere di Marina Tappa, artista di grande sensibilità e attenta studiosa delle realizzazioni artistiche di Bernardino del Boca.
Riportiamo di seguito la presentazione della mostra, scritta da Emiliana Mangiat: “Un ‘tempo dei sogni’ come dimensione dell’anima, in cui l’artista ha fatto confluire ricordi, pensieri, sensazioni seguendo il flusso della memoria e delle emozioni del presente. Opere come scrigni aperti, per mostrare al mondo senza timore il loro contenuto, espresso da immagini ritagliate, sovrapposte e trasformate ora in narrazione, ora in allegoria, ora in scatti fotografici sul quotidiano.
Il modulo quadrato delle composizioni rilega fra loro tematiche diverse, che nella omogeneità della sequenza ritmica trovano una naturale relazione. L’artista, infatti, crea le sue composizioni senza seguire schemi prestabiliti ma solo il filo sottile e trasparente delle suggestioni che i soggetti evocano in lei rammentandole letture, eventi, incontri, luoghi. Un filo nato da un pensiero addestrato alla riflessione dalla filosofia, dalla teosofia, dal misticismo orientale derivato dal rapporto con Bernardino del Boca, artista, teosofo ed esoterista personalmente conosciuto da Marina negli anni Settanta. Riflessioni trasformate dalle immagini in un percorso visivo che, attraverso le sottili corrispondenze di linee e figure, riesce a condurre l’osservatore dentro il mondo dell’artista, dentro i suoi ‘Sogni’, ‘Mandala’, ‘Camere della memoria’ per potersi immergere nella loro dimensione surreale, condividerne il racconto oppure crearne altri paralleli. Canali privilegiati per la connessione fra lo spazio esterno dell’osservatore e quello intimo espresso dalle opere esposte, sempre sospeso fra l’onirico e il fiabesco, sono le figure del Buddha e le immagini femminili tratte dalla realtà o dall’arte, evidenti richiami alla bellezza, all’armonia, al mistero. Quello stesso che nasconde il rapporto fra gli elementi naturali o urbani degli sfondi e gli oggetti in primo piano, a cui l’artista affida le complesse simbologie di quei messaggi che tutte le opere d’arte sempre sottendono ma che, in questa occasione, lasciano l’osservatore libero di riconoscerli e interpretarli. I collage di Marina si propongono perciò come soglie percettive aperte su quella zona in chiaroscuro che tutti noi possediamo, invitandoci a esplorarla per acquisire una maggiore consapevolezza del nostro mondo segreto e poter naufragare con dolcezza nel mare di personalissimi pensieri”.
Riportiamo di seguito la presentazione della mostra, scritta da Emiliana Mangiat: “Un ‘tempo dei sogni’ come dimensione dell’anima, in cui l’artista ha fatto confluire ricordi, pensieri, sensazioni seguendo il flusso della memoria e delle emozioni del presente. Opere come scrigni aperti, per mostrare al mondo senza timore il loro contenuto, espresso da immagini ritagliate, sovrapposte e trasformate ora in narrazione, ora in allegoria, ora in scatti fotografici sul quotidiano.
Il modulo quadrato delle composizioni rilega fra loro tematiche diverse, che nella omogeneità della sequenza ritmica trovano una naturale relazione. L’artista, infatti, crea le sue composizioni senza seguire schemi prestabiliti ma solo il filo sottile e trasparente delle suggestioni che i soggetti evocano in lei rammentandole letture, eventi, incontri, luoghi. Un filo nato da un pensiero addestrato alla riflessione dalla filosofia, dalla teosofia, dal misticismo orientale derivato dal rapporto con Bernardino del Boca, artista, teosofo ed esoterista personalmente conosciuto da Marina negli anni Settanta. Riflessioni trasformate dalle immagini in un percorso visivo che, attraverso le sottili corrispondenze di linee e figure, riesce a condurre l’osservatore dentro il mondo dell’artista, dentro i suoi ‘Sogni’, ‘Mandala’, ‘Camere della memoria’ per potersi immergere nella loro dimensione surreale, condividerne il racconto oppure crearne altri paralleli. Canali privilegiati per la connessione fra lo spazio esterno dell’osservatore e quello intimo espresso dalle opere esposte, sempre sospeso fra l’onirico e il fiabesco, sono le figure del Buddha e le immagini femminili tratte dalla realtà o dall’arte, evidenti richiami alla bellezza, all’armonia, al mistero. Quello stesso che nasconde il rapporto fra gli elementi naturali o urbani degli sfondi e gli oggetti in primo piano, a cui l’artista affida le complesse simbologie di quei messaggi che tutte le opere d’arte sempre sottendono ma che, in questa occasione, lasciano l’osservatore libero di riconoscerli e interpretarli. I collage di Marina si propongono perciò come soglie percettive aperte su quella zona in chiaroscuro che tutti noi possediamo, invitandoci a esplorarla per acquisire una maggiore consapevolezza del nostro mondo segreto e poter naufragare con dolcezza nel mare di personalissimi pensieri”.