Il lato oscuro della materia

Proprio nel momento in cui la rilevazione del bosone di Higgs ha confermato per la fisica fondamentale molte conoscenze sulla struttura della materia, gli astronomi hanno raccolto molti elementi che indicano che l'universo è fatto in gran parte di qualcosa di sconosciuto e ancora inspiegabile. Su questo tema segnaliamo il bell'articolo di Carlo Rovelli, pubblicato da "La Repubblica" il 29 luglio scorso. Rovelli, dopo essersi soffermato sulle diverse ipotesi tendenti a definire la materia oscura, da quelle più semplici a quelle più audaci: nubi di polvere, corpi celesti spenti, pianeti scuri e solitari, buchi neri, sciami di neutrini... conclude che sull'argomento: "per ora non abbiamo risposte solide. Abbiamo uno splendido quadro concettuale, confermato dagli esperimenti, che descrive benissimo tutta la materia visibile dell'universo, ma stiamo scoprendo che l'universo forse è fatto in gran parte da qualcosa d'altro... è una splendida lezione di umiltà, credo, che arriva nel momento del trionfo". Dopo aver ricordato Isacco Newton che scriveva di sentirsi come un bambino che ha giocato con ciottoli sulla spiaggia, davanti al mare immenso di tutto ciò che c'era ancora da scoprire, Rovelli conclude, con saggezza, che è necessario anche "riconoscere la nostra vastissima ignoranza e accettarla".
Nel riflettere davanti all'universo ed ai suoi misteri, risuonano le parole tratte dal Rig Veda con cui Helena Petrovna Blavatsky apre La Dottrina Segreta: “Nulla esisteva; nè il cielo luminoso, / Nè l'immensa volta celeste al di sopra delle nostre teste, / Che cosa vi era per coprire tutto? Per tutto proteggere? / Per tutto celare? / Era forse l'abisso insondabile delle acque? / Non esisteva morte — eppure niente era immortale; / Nessun limite fra il giorno e la notte; / L'Uno solo respirava senza Soffio di per Sè stesso; / Dopo, nient'altro vi fu all'infuori di Lui. / Regnavano le Tenebre e tutto al principio era velato, / In un'oscurità profonda — oceano senza luce. / Il germe che dormiva ancora nel suo involucro / Sbocciò, come natura una, sotto l'influenza del calore / ardente. / Chi conosce il segreto? Chi l'ha qui proclamato? / Donde è sorta questa creazione multiforme? / Gli Dei stessi vennero più tardi in esistenza. / Chi sa donde è sorta questa immensa creazione? / Chi conosce ciò che le ha dato origine? / Se la Sua volontà creò o rimase muta, / Il più Alto Veggente che è nei cieli
Lo saprà — o forse non lo sa. / Spingendo lo sguardo nell'eternità / Prima della fondazione del mondo, / Tu eri. E quando la fiamma sotterranea / Spezzerà la sua prigione e distruggerà la forma, / Tu sarai ancor come eri prima / E non conoscerai cambiamento quando il tempo non / sarà più. / O pensiero senza fine, divina ETERNITÀ”.