Maggio-giugno 2023

Anno LXXIX - N.05-06
cover maggio-giugno 2023

La Rivista Italiana di Teosofia esce con cadenza bimestrale. L'invio avviene tramite il servizio postale. In alternativa è possibile riceverla anche in formato PDF. Il costo dell'abbonamento annuo è fissato in euro 30,00 per l’Italia e per l’Estero in euro 50,00 (formato cartaceo) o 30,00 (invio in PDF). Il versamento può essere effettuato: tramite bollettino sul conto corrente postale numero 55010367, intestato a Società Teosofica Italiana APS - Tesoreria; tramite bonifico al conto Bancoposta: Società Teosofica Italiana APS - CODICE IBAN: IT93 D076 0111 8000 0005 5010 367; oppure con PayPal: https://www.eti-edizioni.it/collane-libri-e-dvd/770-rivista-italiana-di-teosofia.html

Area riservata

Riscoprire il valore della letteratura teosofica, anche italiana
A. Girardi 1

Ai nuovi membri
T. Boyd 2

L’8 di maggio
P.G. Parola 5

Il dono dei Maestri
N. De Grandis 7

H.P.B. in Tibet
P. Oliveira 12

Un atteggiamento pacifista
D. Audoin 17

Diritto e dovere – due facce della stessa medaglia
Una visione teosofica della dualità (prima parte)

S. Calvi 20

Riflessione sugli scopi della Società Teosofica
G. Lepore 28

L’accordatura tra pittura, musica e Teosofia
P. Rosati 30

I sogni che non muoiono
37

I numerosi progetti dell’Ordine Teosofico di Servizio
39

Testi per l’intuizione [LXXIV]
39

Edizioni Teosofiche Italiane – novità editoriale
41

Segnalazioni
42

Recensioni
44

Dai Gruppi
45

Al di là del velo
45

Riscoprire Il valore della letteratura teosofica, anche italiana

La letteratura teosofica è ricca di testi legati alla dimensione della conoscenza spirituale e della crescita individuale nel segno del Bello e del Buono.
Ci sono i classici della letteratura teosofica di fine Ottocento, si pensi in primis a quelli di Helena Petrovna Blavatsky che rappresentano la pietra d’angolo della tradizione teosofica moderna; si pensi, ad esempio, a quelli di Annie Besant e di Charles Webster Leadbeater dei primi decenni del Novecento.
Anche successivamente il contributo degli studiosi del pensiero e della pratica teosofica non è mai venuto a mancare, in una realtà internazionale e dunque con pubblicazioni in varie lingue.
Nel catalogo di Edizioni Teosofiche Italiane, consultabile on line all’indirizzo web www.eti-edizioni.it, tutto questo è puntualmente riscontrabile.
La Teosofia è un sistema vivente e i suoi principi universali possono (e debbono) essere declinati utilizzando i linguaggi propri del tempo, naturalmente senza tradire il messaggio originario.
Un segmento della letteratura teosofica che merita di essere riscoperto è quello degli autori italiani. Fra essi c’è chi ha indagato la dimensione propria della conoscenza teosoficamente intesa (si pensi a Edoardo Bratina); c’è chi ha intrecciato la Teosofia con l’esperienza esistenziale (si pensi a Bernardino del Boca); c’è chi ha avuto la capacità di coniugare teosofia e cultura (si pensi a Silvano Demarchi); c’è chi ha intrecciato arte, poesia e teosofia (si pensi a Livia Lucchini).
Da non trascurare poi il contributo di teosofi italiani allo sviluppo di alcune scienze: si pensi, in ambito pedagogico, a Maria Montessori, in ambito psicoanalitico alla psicosintesi di Roberto Assagioli e, nell’ambito della botanica, al contributo del prof. Ottone Penzig dell’Università di Genova.
È questo un elenco meramente esemplificativo, che vuole avere anche l’obiettivo di suggerire alle persone interessate un ampliamento di questo ambito di ricerca.
In alcune biblioteche teosofiche, ad esempio, è presente il volume “Perché siamo infelici” del teosofo prof. Sante di Gangi, pubblicato dall’editore Edoardo Bresci (anch’egli teosofo) nel 1980. È un testo di straordinaria attualità, che non solo analizza le cause dell’infelicità umana ma mostra anche la via per una crescita individuale e sociale che si basi sul criterio di responsabilità e di presa di coscienza consapevole delle possibilità di un cambiamento in grado non solo di portare serenità agli individui ma anche di migliorare il mondo dove viviamo.
Scrive Sante Di Gangi nelle righe finali del suo libro: “Ogni giorno leggiamo cose spaventose che ci angosciano, e diciamo: ‘Non posso fare niente!’. Non è vero, possiamo fare qualcosa se dentro di noi non siamo violenti e conduciamo una vita pacifica, non competitiva, una vita che non crea odio. I nostri pensieri, le nostre azioni, ogni movimento, sono energia. Se lasciamo che questa energia fluisca liberamente nella vita, essa sarà potente e benefica, ma quando c’è conflitto in noi stessi, tra uomo e uomo, tra nazione e nazione, essa diventa distruttiva, porta sofferenza e infelicità. Quello che è veramente importante è perciò prendere coscienza delle cause del nostro incessante dolore, della nostra infelicità; prendere coscienza del fatto che esse sono principalmente dentro di noi e che solo noi possiamo trasformarle. È importante imparare a pensare e a sentire in modo positivo, libero e nuovo per ritrovare la pace e la gioia di vivere.
Dobbiamo dunque ricordare che, più che un diritto, essere felici è un dovere, poiché solo quando siamo felici noi possiamo dare felicità agli altri”.

Antonio Girardi

Segnalazioni

Cinque per mille alla S.T.I.
Informiamo tutti i nostri lettori che anche quest’anno la Società Teosofica Italiana APS è inserita nella lista dei soggetti destinatari del 5 per mille.
Vi invitiamo pertanto a destinare il 5 per mille delle imposte versate all’Erario alla Società Teosofica Italiana.
L’opzione del 5 per mille a favore della S.T.I. non è inoltre alternativa a quella dell’8 per mille, già in vigore da anni e pertanto le opzioni possono essere esercitate entrambe.
La scelta va esercitata in occasione della presentazione della dichiarazione dei redditi (modello 730 o Modello Unico) apponendo la propria firma di adesione. Tassativo è anche indicare il codice fiscale della Società Teosofica Italiana, che di seguito viene riportato: 80022260329.
Da ultimo, ma certo non ultima cosa in ordine di importanza, sottolineiamo che le somme che saranno destinate alla Società Teosofica Italiana verranno utilizzate per il sostegno ad iniziative umanitarie, opportunamente illustrate sulla Rivista Italiana di Teosofia.
Grazie per la sensibilità!

109° Congresso Nazionale della S.T.I.
Il 109° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana si terrà dal 2 al 4 giugno prossimi presso l’Hotel Internazionale di Cervignano del Friuli (UD), nei pressi del sito archeologico di Aquileia e del centro turistico-termale di Grado.
Il tema trattato sarà: “La sublime Armonia, bellezza della Vita”.
Quello del Congresso è l’appuntamento più rilevante cui sono chiamati i Soci e i Simpatizzanti della Società Teosofica Italiana. È l’occasione non solo di approfondire un importante argomento di studio ma anche di condividere i diritti e i doveri della vita associativa, oltre alla possibilità di incontro fraterno con gli altri partecipanti.
Unito a questo numero della Rivista c’è il volantino con la Convocazione del Congresso e dell’Assemblea dei Soci (che si svolgerà in presenza); il volantino contiene il programma di massima e le informazioni di dettaglio per la prenotazione, che andrà perfezionata entro il 15 maggio.

FAQ su Teosofia e Società Teosofica
Società Teosofica ha l’esigenza di trovare risposte chiare alle domande che possono sorgere spontaneamente sia sul significato della Teosofia e dei suoi contenuti sia sull’attività della Società Teosofica e sulla sua organizzazione.
Per favorire un’informazione semplice, completa e doverosamente trasparente è stata inserita nel sito internet della S.T.I. una rubrica che riguarda proprio le FAQ, le domande che più frequentemente vengono poste sulla Teosofia e sulla Società Teosofica: https://www.teosofica.org/it/faq/,619
Naturalmente tutto questo non esclude la possibilità di un contatto diretto, che in ambito teosofico è sempre il benvenuto: sti@teosofica.org

Il Sentiero di Cooperazione e la Vita Spirituale
È questo il titolo del Raduno Internazionale dei Giovani Teosofi che si terrà dal 9 al 15 giugno prossimi presso il Centro Teosofico internazionale di Naarden. L’evento, organizzato dalla World Federation of Young Theosophists (Federazione Internazionale dei Giovani Teosofi), sarà condotto da Kurt Leland, conferenziere internazionale della S.T. e specializzato nella ricerca sulle leggi inesplicate della natura e sui poteri latenti nell’uomo.
A questo raduno potranno partecipare tutti gli iscritti alla Società Teosofica che abbiamo meno di 40 anni.
Per ulteriori informazioni: https://wfyt.org
o, per un contatto: info.wfyt@gmail.com

Il lavoro di cooperazione con i mondi invisibili
Il Centro Teosofico internazionale di Naarden, in Olanda, dal 2 al 6 giugno prossimi, ospiterà un importante seminario sul tema: “Cooperative Work with the Invisibile Worlds” (Il lavoro di cooperazione con i mondi invisibili). Condurrà i lavori Kurt Leland, conferenziere internazionale della S.T. e specializzato nella ricerca sulle leggi inesplicate della natura e sui poteri latenti nell’uomo. Si tratta di un workshop immersivo in cui si approfondiranno i temi dei piani e degli esseri invisibili, della chiaroveggenza e dei sensi interiori e dei sentieri spirituali di mistici, sensitivi e chiaroveggenti. Si potrà inoltre approfondire come lavorare al meglio con chi non si trova più su questo piano di coscienza, sia esso umano, spirito di natura o angelo.
Programma e scheda di iscrizione sono consultabili cliccando su: https://www.itcnaarden.org/events/2-6-june-seminar-cooperative-work-with-invisible-worlds/.

Osservare la realtà per dare valore alla cronaca
In un mondo in grado di generare simultaneamente una grande quantità di informazioni viviamo tutti al centro di notizie amplificate dai mezzi di comunicazione. C’è una sorta di rincorsa a colpire emozionalmente il destinatario dell’informazione, con tutti i rischi e gli inganni del caso.
L’essere umano che ambisce a comportarsi da soggetto pensante e non pensato può privilegiare il canale di un’osservazione attenta e quindi in grado di cogliere il messaggio che la vita vuol dare nel momento. Più che reagire c’è un gran bisogno di intuire.
La cronaca degli ultimi giorni ci ha consegnato, ad esempio, due notizie contrapposte, ma non per questo da trascurare.
Da un lato c’è stato l’ennesimo dramma di una giovane che non è riuscita a sopportare i fallimenti in campo scolastico, fallimenti mascherati in ambito familiare e sociale per non apparire incapace di sostenere il ritmo competitivo della società di oggi. Dall’altro c’è il bell’esempio di una comunità di ex studenti che si attiva per rintracciare prima e assistere poi il professore di filosofia lontano e ammalato.
La prima notizia induce una riflessione sulla necessità di dare attenzione e calore umano ai giovani, facilitando le loro possibilità espressive e i loro sogni, senza sottoporli agli stress dei risultati a ogni costo. La seconda evidenzia lo straordinario potere della solidarietà e della riconoscenza, importanti antidoti alla cultura dell’indifferenza.

Integrità e disciplina secondo J. Krishnamurti
Nel maggio 1980, mentre si trovava a Ojai in California, Krishnamurti rispose così a una domanda che gli era stata posta: “La parola buono significa che va bene; significa che non c’è attrito; buono significa anche intero e non qualcosa che è a pezzi, in frantumi”. Dalle sue parole emerge un ulteriore e fondamentale aspetto del fatto educativo visto con un approccio teosofico. Si tratta dell’“integrità” dell’essere umano. Integrità, dice Krishnamurti, “significa essere interi, significa dire quello che veramente si intende, e non dire una cosa e poi farne un’altra. Integrità implica onestà … se vogliamo insegnare ai giovani, dobbiamo sentire in noi stessi una profonda esigenza di bontà. La bontà non è un ideale, è essere interi, integri, bontà significa non avere paura”.
L’approccio pedagogico krishnamurtiano esalta il fatto metodologico e tende a superare la divisione fra concreto e astratto. Afferma ancora J.K.: “La disciplina deve essere priva di controllo, di repressione, senza alcuna forma di paura … Non è prima disciplina e dopo libertà, è libertà proprio fin dall’inizio, non alla fine. Comprendere questa libertà, che è libertà dal conformismo della disciplina, è in se stesso disciplina. Proprio l’atto di imparare è disciplina, proprio l’atto di imparare diventa chiarezza. Comprendere l’intera natura e struttura del controllo, della repressione e dell’indulgenza richiede attenzione. Non dovete imporre la disciplina per poter studiare, è proprio l’atto dello studiare che genera la propria disciplina in cui non c’è repressione”.

Meditazione sul tempo
Michel Quoist (Le Havre, 18 giugno 1921 – 18 dicembre 1997), presbitero e scrittore francese, ha condiviso nella sua vita testimonianze ed esperienze sia sul piano della meditazione sia su quello del servizio agli altri. Ha anche scritto brani emblematici; ne riportiamo uno di seguito che si riferisce al tempo e si titola (davvero di grande attualità!) “Signore non ho tempo …”:
“Sono uscito, Signore: fuori tutti andavano venivano,
camminavano correvano.
Correvano le bici, le macchine, i camion, la strada,
la città, tutti …
Arrivederci scusi … non ho tempo
Non posso attendere, ripasserò … non ho tempo
Termino questa lettera perché non ho tempo
Avrei voluto aiutarti … ma non ho tempo
Non posso accettare perché non ho tempo
Non posso riflettere, leggere, non ho tempo
Vorrei pregare ma non ho tempo
Tu comprendi, Signore, vero? … non abbiamo tempo …
Il bambino gioca: non ha tempo subito … più tardi …
Lo scolaro deve fare i compiti: non ha tempo … più tardi …
Lo studente ha un sacco di lavoro: non ha tempo … più tardi …
Il giovane ha gli allenamenti da fare: non ha tempo … più tardi …
Lo sposo novello ha la casa da arredare: non ha tempo … più tardi …
Il padre di famiglia ha i bambini: non ha tempo … più tardi …
I nonni hanno i nipotini … non hanno tempo … più tardi …
Sono malati! Hanno le loro cure: non hanno tempo … più tardi …
Sono moribondi, non hanno …
Troppo tardi! … non hanno più tempo! …
Signore, Tu che sei fuori dal tempo
Sorridi nel vederci lottare col tempo.
Tu sai quello che fai e non ti sbagli
Quando distribuisci il tempo agli uomini.
Stasera ti chiedo di fare coscienziosamente,
Nel tempo che Tu mi dai, quello che Tu vuoi che io faccia”.

Un frammento di saggezza tratto dalla tradizione buddhista
Le tradizioni filosofico-religiose accumulano nel tempo frammenti di conoscenza dal grande significato spirituale.
Sono parole e frasi che assumono un carattere universale che va ben oltre il momento in cui sono state scritte o pronunciate.
Questo è il caso del brano che riportiamo di seguito, ricollegabile all’insegnamento di Lama Thubten Yeshe (1935-1984): “Poiché sono deciso a trarre il massimo beneficio da tutti gli esseri, che sono superiori anche alla gemma che esaudisce i desideri, avrò sempre cura più di loro che di me stesso.
Quando sarò con gli altri, considererò sempre me stesso come il meno importante e mi prenderò cura di loro sin dal profondo del cuore, come se ognuno fosse il più elevato degli esseri.
Osservando con attenzione il fluire della mia mente, affronterò ed eliminerò senza indugi, al suo primo apparire, la minima emozione negativa, prima che possa nuocere a me e agli altri.
Quando incontro qualcuno in preda alla malvagità, il quale, privo
di controllo, causa danno e dolore, avrò sempre cura di un
essere così raro, come se fosse un tesoro difficile da trovarsi.
Quando vengo maltrattato o aspramente ingiuriato dagli altri, dominati dalla gelosia, non mi vendicherò bensì, accettando la sconfitta, offrirò loro la vittoria.
Ogni qualvolta coloro cui ho fatto del bene e in cui ho riposto fiducia e grandi speranze mi offendono o mi fanno del male, io li vedrò come il mio Santo Maestro.
In breve, sia in questa sia nel corso delle prossime vite, offro a tutti gli esseri, mie madri, ogni sorta di bene e fonte di gioia, dopo aver preso segretamente su di me le loro sofferenze.
Praticando così, privo di superstizioni, senza compiere azioni inquinate da scopi mondani, mi libererò da ogni sofferenza vedendo tutti i fenomeni come illusori”.

Enzo Bianchi e la sua testimonianza
“La Repubblica” ha recentemente intervistato Enzo Bianchi, il fondatore della Comunità di Bose, dopo tre anni dal suo allontanamento da quella che a pieno titolo è stata la sua casa e il luogo di una sperimentazione monastica aperta agli altri e alla natura.
Bianchi non ha nascosto la propria sofferenza ma ha ben rappresentato la forza della sua ispirazione cristiana, legata a un rapporto armonico con la natura e alla forza dell’amore, un amore in grado di superare tutte le difficoltà, le amarezze e il dolore che l’esistenza porta con sé.
Rispondendo alle domande di Antonio Gnoli, Enzo Bianchi ha affermato: “Mi sento distante da un’interpretazione dolorista del cristianesimo. Penso che il dolore e le sofferenze siano insensate. E in fondo dove c’è una persona – un uomo o una donna - che soffre, lì si è chiamati a starle accanto, spesso senza parole, perché le parole possono essere inadeguate, ma sapendo che la resistenza al dolore, il combatterlo, è una battaglia di umanesimo e di cristianesimo”.
L’ex priore di Bose ha recentemente pubblicato con la casa editrice “Il Mulino” il libro Cosa c’è di là. Inno alla vita, opera che dà spazio al dubbio filosofico e mostra grande comprensione per tutti coloro che soffrono e forte sensibilità umana per quanto riguarda, ad esempio, i temi del suicidio e dell’eutanasia. Ma nel testo c’è anche grande spazio per l’amore e per la gioia, come quando Bianchi delinea una sognante e poetica visione del paradiso: “Spero che il paradiso sia vita, comunione, festa, danza per tutti gli umani, per tutte le creature, per tutto il cosmo ... Impossibile immaginare cosa accadrebbe se non ritrovassi di là chi ho amato, i miei amici, anche chi ho amato in modo non conforme alla volontà di Dio. Forse preferirei in quel caso non andare in paradiso, ma entrare in quel nulla che c’era per me prima della mia nascita” (pp. 139-149).
Pur lontano da Bose, Enzo Bianchi continua la sua opera di testimonianza.

La Scuola del Villaggio
Da molti anni prospera a Vicenza e dintorni “La Scuola del Villaggio”, un’iniziativa promosso da don Gabriele Gastaldello, un sacerdote con solidi studi condotti in Italia e in India, che ha ben conosciuto Raimon Panikkar e che, animato da spirito autenticamente cristiano, promuove incessantemente relazioni positive e costruttive.
Il Villaggio in questa sperimentazione è uno stile di vita che coltiva relazioni Vere-Buone-Belle in famiglia e con la gente; è scuola di dialogo fra culture e generazioni differenti; è educazione allo scambio di competenze e servizi, in un clima di fiducia, di reciprocità e di generosità; è immagine guida per una comunicazione diretta, calda, creativa e coraggiosa; è incontro-piazza dove arrivano e partono esperienze e progetti di collaborazione.
Il Villaggio suggerisce quattro impegni per crescere in umanità: donati tempo per vivere il presente con calma, serenità e quiete; coltiva il gruppo degli amici veri e perseveranti; pratica il volontariato per educarti all’amicizia sociale e alla solidarietà civile; allarga la cultura, essa è il sole della mente.
http://www.scuoladelvillaggio.it/

Recensioni

In bici per riscoprire la bellezza e la storia di Perugia
Segnaliamo il bel libro di Giancarlo Mazzasette, il cui titolo “Perugia in bici – girovagando tra santi patroni, chiese e vestigia degli antichi rioni2 svela il duplice intento dell’autore: offrire al lettore una riscoperta per così dire esperienziale della bellezza e della storia del capoluogo umbro e proporre una visita in bici.
Il testo è pubblicato dalla casa editrice “Il Formichiere” di Foligno e ha una prefazione di Gaetano Mollo, docente emerito dell’Università di Perugia, che osserva: “I nostri centri storici sono meravigliosi per l’arte, le chiese, i palazzi, i panorami. Perugia è stupenda per l’arte, le chiese, i palazzi, i panorami. Scoprirli, apprezzarli, goderli ricrea lo spirito, alimenta la mente, ristora l’anima”.
Giancarlo Mazzasette, nella premessa, sottolinea come la bici rappresenti un mezzo importante di riscoperta del territorio, con un ritmo “lento”, in grado di valorizzare appieno l’osservazione e lo scambio.
Il testo è corredato da un ricco insieme di belle foto a colori.

Pubblicati gli atti del convegno “1919-2019 Centenario di Bernardino del Boca”
La Fondazione Bernardino del Boca, presieduta da Enrico Sempi, ha pubblicato, in elegante veste editoriale, gli Atti del Convegno “1919-2019 Centenario Bernardino del Boca”, svoltosi a Novara il 7 dicembre 2019.
Il volume contiene le relazioni e gli interventi presentati nell’occasione da Enrico Sempi (“Un uomo buono” e “Il sogno che tiene acceso il fuoco”), Giorgio Pisani (“Bernardino del Boca e i movimenti acquariani e alternativi”), Antonio Girardi (“Bernardino del Boca e la Società Teosofica”), Marina Tappa (“La raccolta della Fondazione”), Oscar Torretta (“Bernardino del Boca, antropologia, animismo e culto dei Nat”), Francesca De Col Tana (“La biblioteca dormiente”).
La lettura di queste pagine consente un approfondimento a tutto campo del pensiero e dell’opera di una persona che ha saputo esplorare con convinzione la Via del Cuore, praticare la Fratellanza Universale senza distinzioni, nutrire il culto del Bello (come si può constatare anche nei suoi quadri e collage), mettere insieme una biblioteca eccezionale, dar vita al sogno comunitario del Villaggio Verde di Cavallirio.
Gli Atti del convegno testimoniano a tutto tondo l’attualità del pensiero delbochiano e la forza dei suoi sogni.
Link al libro: https://www.eti-edizioni.it/orizzonti/738-atti-congresso-del-centenario-del-boca.html

Non siamo Sufi
Pejman Tadayon è un artista poliedrico che si dedica sia alla musica sia alla pittura. Nato ad Esfahan in Persia, vive e lavora in Italia. La pubblicazione del suo CD “Non siamo Sufi – Composizioni per poesie mistiche persiane”, contenente 10 brani, è accompagnata da un testo che riproduce alcuni dipinti dell’autore e un pregevole lavoro sia introduttivo al tema sia illustrativo dei brani stessi.
Il testo, edito dalla casa editrice “Squilibri” di Roma, si prospetta, come ben articolato nella presentazione, quale “Omaggio che un artista rivolge alla sua stessa formazione, con la trasposizione in musica di alcune poesie di quattro grandi mistici persiani come Rumi, Omar Khayyam, Hafez e Saadi: musiche originali ma eseguite con gli strumenti classici della tradizione persiana in modo da rievocare le sonorità pertinenti a quei versi, cantati in farsi ma tradotti in italiano nei testi. Brano dopo brano, con il commento visivo dei quadri sonori dello stesso autore, si va così svelando una verità più grande, affidata alle pagine più significative della tradizione sufi: un sentimento di estraneità a ogni appartenenza rigidamente intesa è indispensabile per vivere in piena libertà”.

Echi dalle montagne - storie che la natura racconta
Claudio Ronco, stimato medico, docente universitario e una delle massime autorità mondiali nel campo della nefrologia, scrive non solo pubblicazioni di carattere scientifico ma anche testi e romanzi (presso Mazzanti Libri), il cui ricavato serve a sostenere la ricerca e la sperimentazione sulle malattie renali.
Fra i suoi scritti segnaliamo “Echi dalle montagne – storie che la natura racconta”, una raccolta avvincente di storie in cui l’autore, attraverso le proprie esperienze, che lo legano principalmente ad Asiago e al suo altopiano, dove ha vissuto la giovinezza, rievoca non soltanto il vissuto individuale ma anche il profondo legame fra la bellezza e il magnetismo dei luoghi con le vicende storiche che si sono succedute nel tempo.
L’autore sceglie l’eco come strumento figurativo e astratto per portare all’attenzione del lettore i più importanti temi della vita: l’amore, il rispetto per i defunti, la gioia per l’esistenza e la contemplazione della bellezza.
Scrive Ronco nella prefazione: “Il libro, in fondo, è un richiamo alla natura, un invito a rallentare il tempo e a vivere di cose semplici come i riti che si consumano nelle tradizioni di montagna”.

I “Buchi bianchi” ci portano nel futuro
Segnaliamo il nuovo libro di Carlo Rovelli “Buchi bianchi”, pubblicato da Adelphi.
Anche questo “viaggio” proposto da Rovelli che, oltre ad essere un fisico, è anche un grande divulgatore, è insieme scientifico e filosofico e porta il lettore a una profonda riflessione sul significato del tempo e dello spazio.
Queste le sue parole: “Arriviamo fino al bordo dell’orizzonte di un buco nero, entriamo, scendiamo giù nel fondo, dove spazio e tempo si sciolgono, lo attraversiamo, spuntiamo nel buco bianco, dove il tempo è ribaltato, e da qua usciamo nel futuro. Partiamo dunque verso i buchi bianchi”.
Sul libro il portale del Corriere della Sera ha pubblicato un interessante articolo di Telmo Pievani:
https://www.corriere.it/cultura/23_marzo_02/carlo-rovelli-esplora-buchi-bianchi-viaggio-vertiginoso-futuro-79d7b9e6-b8ed-11ed-b194-e55eac395b06.shtml?refresh_ce

I numerosi progetti dell'Ordine Teosofico di Servizio

Le attività dell’Ordine Teosofico di Servizio della Società Teosofica Italiana restano sempre fedeli al motto dell’O.T.S., così come concepito da Annie Besant: “Unire tutti coloro che amano, nel servizio a coloro che soffrono”.
Le attività del 2023 stanno proseguendo con particolare intensità. Numerosi sono i progetti che continuano ad essere sostenuti nel tempo; si pensi, fra gli altri, a quello a favore di una piccola comunità di Sinti, ai numerosi interventi in campo educativo in India e in Pakistan, alla Lega di Guarigione, al progetto umanitario in Myanmar, alla Posta degli Elfi.
Nel sito internet della S.T.I. è possibile trovare la presentazione dei singoli progetti (https://www.teosofica.org/it/o-t-s/progetti-incorso/,588).
Ma le attività dell’O.T.S. si stanno ulteriormente espandendo, nella consapevolezza che il Servizio è il vero antidoto all’indifferenza e ci può avvicinare a una dimensione autenticamente spirituale.
In questo numero della Rivista desideriamo dunque portare l’attenzione su tre nuovi progetti: il primo fa riferimento al sostegno che da molti anni l’Ordine Teosofico di Servizio ha dato ai profughi siriani sia durante le loro peregrinazioni sia in un campo profughi ai confini fra la Siria e la Turchia, con il sostegno all’ambulatorio pediatrico del dott. Alì Nasser. In questo caso ora l’O.T.S. ha deciso di appoggiare il progetto “Neonati e mamme” di un gruppo di medici indipendenti raggruppati nell’associazione no profit IDA (Independent Doctors Association) e operanti in due ospedali nelle vicinanze del campo di Bab al Saalam. In queste strutture avvengono complessivamente circa 750 parti al mese; l’iniziativa dell’O.T.S. vorrebbe venire in aiuto delle puerpere con dei “baby kit”, dal costo base di 40 euro cadauno.
Il secondo progetto è denominato “La luce degli occhi” ed è promosso su iniziativa di Azzorino Guadagnin, per favorire l’acquisto di due oftalmoscopi indiretti. Queste apparecchiature permettono la diagnosi precoce delle malattie degli occhi nei bimbi prematuri.
Il terzo progetto, chiamato “Un’ambulanza per la pace”, fa riferimento alla collaborazione fra l’Ordine Teosofico di Servizio italiano e quello ucraino e vuole contribuire all’acquisto di un auto medica che sarà utilizzata da un medico volontario. Questa giovane donna presterà soccorso alle vittime della guerra in atto dopo l’invasione da parte della Russia.
I contributi per l’Ordine Teosofico di Servizio possono essere versati sul conto corrente Bancoposta della Società Teosofica Italiana-Tesoreria utilizzando il seguente codice IBAN IT93 D076 0111 8000 0005 5010 367 oppure possono essere versati sul conto corrente postale n. 55010367.
È importante indicare le causali che, per quanto riguarda i tre progetti appena descritti sono, rispettivamente: “Progetto neonati e mamme”; “Progetto La luce degli occhi” e “Progetto un’ambulanza per la Pace”.
Si ricorda che le donazioni elargite alla S.T.I., previa indicazione del codice fiscale e dell’indirizzo del donatore, possono godere delle agevolazioni fiscali riservate alle Associazioni di Promozione Sociale. A questo riguardo ulteriori informazioni possono essere fornite dalla Segreteria Generale della S.T.I. (e-mail sti@teosofica.org, telefono 0444-962921).

Dai gruppi

Sul sito web della S.T.I. le attività dei Gruppi e dei Centri
Le attività dei Gruppi e dei Centri della Società Teosofica Italiana sono presentate, giorno per giorno, su internet e sono consultabili collegandosi al sito della S.T.I. all’indirizzo: www.teosofica.org
Aprendo la sezione “Eventi e Convegni” è possibile registrarsi accedendo così all’elenco delle riunioni e delle conferenze organizzate nelle varie località.

centro Studi Teosofici “Luce sul Sentiero” di Torino
Il Centro di Studi Teosofici di Torino, recentemente costituitosi per iniziativa della Sorella Rita Selicati, ha assunto la definitiva denominazione “La Luce sul Sentiero”. A tutte le Socie che lo compongono un vivo augurio di fraterno e proficuo lavoro teosofico.

Gruppo “Vis et Amor”
Il 12 dicembre 2022 anche il Gruppo Teosofico “Vis et Amor” di Reggio Calabria ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali, rieleggendo con voto unanime alla presidenza il Fratello Daniele Zangari. A lui e a tutto il Gruppo vanno gli auguri di buon lavoro teosofico da parte della Segreteria Generale.

Nuovo Centro Studi
A Vibo Valentia lo scorso 22 marzo è stato costituito un nuovo Centro di Studi Teosofici, promosso dal Fratello Renato Fernando Facciolo, che ne è stato eletto Segretario.
Il Centro ha assunto la denominazione di “Shanti”.
Auguri di buon lavoro teosofico a questa nuova sperimentazione teosofica in terra di Calabria.

Articoli del mese

P.G. Parola
L'8 di maggio

P. Oliveira
H.P.B. in Tibet

Maggio-giugno 2023

Anno LXXIX - N.05-06
cover maggio-giugno 2023

La Rivista Italiana di Teosofia esce con cadenza bimestrale. L'invio avviene tramite il servizio postale. In alternativa è possibile riceverla anche in formato PDF. Il costo dell'abbonamento annuo è fissato in euro 30,00 per l’Italia e per l’Estero in euro 50,00 (formato cartaceo) o 30,00 (invio in PDF). Il versamento può essere effettuato: tramite bollettino sul conto corrente postale numero 55010367, intestato a Società Teosofica Italiana APS - Tesoreria; tramite bonifico al conto Bancoposta: Società Teosofica Italiana APS - CODICE IBAN: IT93 D076 0111 8000 0005 5010 367; oppure con PayPal: https://www.eti-edizioni.it/collane-libri-e-dvd/770-rivista-italiana-di-teosofia.html

Riscoprire il valore della letteratura teosofica, anche italiana
A. Girardi 1

Ai nuovi membri
T. Boyd 2

L’8 di maggio
P.G. Parola 5

Il dono dei Maestri
N. De Grandis 7

H.P.B. in Tibet
P. Oliveira 12

Un atteggiamento pacifista
D. Audoin 17

Diritto e dovere – due facce della stessa medaglia
Una visione teosofica della dualità (prima parte)

S. Calvi 20

Riflessione sugli scopi della Società Teosofica
G. Lepore 28

L’accordatura tra pittura, musica e Teosofia
P. Rosati 30

I sogni che non muoiono
37

I numerosi progetti dell’Ordine Teosofico di Servizio
39

Testi per l’intuizione [LXXIV]
39

Edizioni Teosofiche Italiane – novità editoriale
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Segnalazioni
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Recensioni
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Dai Gruppi
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Al di là del velo
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Riscoprire Il valore della letteratura teosofica, anche italiana

La letteratura teosofica è ricca di testi legati alla dimensione della conoscenza spirituale e della crescita individuale nel segno del Bello e del Buono.
Ci sono i classici della letteratura teosofica di fine Ottocento, si pensi in primis a quelli di Helena Petrovna Blavatsky che rappresentano la pietra d’angolo della tradizione teosofica moderna; si pensi, ad esempio, a quelli di Annie Besant e di Charles Webster Leadbeater dei primi decenni del Novecento.
Anche successivamente il contributo degli studiosi del pensiero e della pratica teosofica non è mai venuto a mancare, in una realtà internazionale e dunque con pubblicazioni in varie lingue.
Nel catalogo di Edizioni Teosofiche Italiane, consultabile on line all’indirizzo web www.eti-edizioni.it, tutto questo è puntualmente riscontrabile.
La Teosofia è un sistema vivente e i suoi principi universali possono (e debbono) essere declinati utilizzando i linguaggi propri del tempo, naturalmente senza tradire il messaggio originario.
Un segmento della letteratura teosofica che merita di essere riscoperto è quello degli autori italiani. Fra essi c’è chi ha indagato la dimensione propria della conoscenza teosoficamente intesa (si pensi a Edoardo Bratina); c’è chi ha intrecciato la Teosofia con l’esperienza esistenziale (si pensi a Bernardino del Boca); c’è chi ha avuto la capacità di coniugare teosofia e cultura (si pensi a Silvano Demarchi); c’è chi ha intrecciato arte, poesia e teosofia (si pensi a Livia Lucchini).
Da non trascurare poi il contributo di teosofi italiani allo sviluppo di alcune scienze: si pensi, in ambito pedagogico, a Maria Montessori, in ambito psicoanalitico alla psicosintesi di Roberto Assagioli e, nell’ambito della botanica, al contributo del prof. Ottone Penzig dell’Università di Genova.
È questo un elenco meramente esemplificativo, che vuole avere anche l’obiettivo di suggerire alle persone interessate un ampliamento di questo ambito di ricerca.
In alcune biblioteche teosofiche, ad esempio, è presente il volume “Perché siamo infelici” del teosofo prof. Sante di Gangi, pubblicato dall’editore Edoardo Bresci (anch’egli teosofo) nel 1980. È un testo di straordinaria attualità, che non solo analizza le cause dell’infelicità umana ma mostra anche la via per una crescita individuale e sociale che si basi sul criterio di responsabilità e di presa di coscienza consapevole delle possibilità di un cambiamento in grado non solo di portare serenità agli individui ma anche di migliorare il mondo dove viviamo.
Scrive Sante Di Gangi nelle righe finali del suo libro: “Ogni giorno leggiamo cose spaventose che ci angosciano, e diciamo: ‘Non posso fare niente!’. Non è vero, possiamo fare qualcosa se dentro di noi non siamo violenti e conduciamo una vita pacifica, non competitiva, una vita che non crea odio. I nostri pensieri, le nostre azioni, ogni movimento, sono energia. Se lasciamo che questa energia fluisca liberamente nella vita, essa sarà potente e benefica, ma quando c’è conflitto in noi stessi, tra uomo e uomo, tra nazione e nazione, essa diventa distruttiva, porta sofferenza e infelicità. Quello che è veramente importante è perciò prendere coscienza delle cause del nostro incessante dolore, della nostra infelicità; prendere coscienza del fatto che esse sono principalmente dentro di noi e che solo noi possiamo trasformarle. È importante imparare a pensare e a sentire in modo positivo, libero e nuovo per ritrovare la pace e la gioia di vivere.
Dobbiamo dunque ricordare che, più che un diritto, essere felici è un dovere, poiché solo quando siamo felici noi possiamo dare felicità agli altri”.

Antonio Girardi

Segnalazioni

Cinque per mille alla S.T.I.
Informiamo tutti i nostri lettori che anche quest’anno la Società Teosofica Italiana APS è inserita nella lista dei soggetti destinatari del 5 per mille.
Vi invitiamo pertanto a destinare il 5 per mille delle imposte versate all’Erario alla Società Teosofica Italiana.
L’opzione del 5 per mille a favore della S.T.I. non è inoltre alternativa a quella dell’8 per mille, già in vigore da anni e pertanto le opzioni possono essere esercitate entrambe.
La scelta va esercitata in occasione della presentazione della dichiarazione dei redditi (modello 730 o Modello Unico) apponendo la propria firma di adesione. Tassativo è anche indicare il codice fiscale della Società Teosofica Italiana, che di seguito viene riportato: 80022260329.
Da ultimo, ma certo non ultima cosa in ordine di importanza, sottolineiamo che le somme che saranno destinate alla Società Teosofica Italiana verranno utilizzate per il sostegno ad iniziative umanitarie, opportunamente illustrate sulla Rivista Italiana di Teosofia.
Grazie per la sensibilità!

109° Congresso Nazionale della S.T.I.
Il 109° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana si terrà dal 2 al 4 giugno prossimi presso l’Hotel Internazionale di Cervignano del Friuli (UD), nei pressi del sito archeologico di Aquileia e del centro turistico-termale di Grado.
Il tema trattato sarà: “La sublime Armonia, bellezza della Vita”.
Quello del Congresso è l’appuntamento più rilevante cui sono chiamati i Soci e i Simpatizzanti della Società Teosofica Italiana. È l’occasione non solo di approfondire un importante argomento di studio ma anche di condividere i diritti e i doveri della vita associativa, oltre alla possibilità di incontro fraterno con gli altri partecipanti.
Unito a questo numero della Rivista c’è il volantino con la Convocazione del Congresso e dell’Assemblea dei Soci (che si svolgerà in presenza); il volantino contiene il programma di massima e le informazioni di dettaglio per la prenotazione, che andrà perfezionata entro il 15 maggio.

FAQ su Teosofia e Società Teosofica
Società Teosofica ha l’esigenza di trovare risposte chiare alle domande che possono sorgere spontaneamente sia sul significato della Teosofia e dei suoi contenuti sia sull’attività della Società Teosofica e sulla sua organizzazione.
Per favorire un’informazione semplice, completa e doverosamente trasparente è stata inserita nel sito internet della S.T.I. una rubrica che riguarda proprio le FAQ, le domande che più frequentemente vengono poste sulla Teosofia e sulla Società Teosofica: https://www.teosofica.org/it/faq/,619
Naturalmente tutto questo non esclude la possibilità di un contatto diretto, che in ambito teosofico è sempre il benvenuto: sti@teosofica.org

Il Sentiero di Cooperazione e la Vita Spirituale
È questo il titolo del Raduno Internazionale dei Giovani Teosofi che si terrà dal 9 al 15 giugno prossimi presso il Centro Teosofico internazionale di Naarden. L’evento, organizzato dalla World Federation of Young Theosophists (Federazione Internazionale dei Giovani Teosofi), sarà condotto da Kurt Leland, conferenziere internazionale della S.T. e specializzato nella ricerca sulle leggi inesplicate della natura e sui poteri latenti nell’uomo.
A questo raduno potranno partecipare tutti gli iscritti alla Società Teosofica che abbiamo meno di 40 anni.
Per ulteriori informazioni: https://wfyt.org
o, per un contatto: info.wfyt@gmail.com

Il lavoro di cooperazione con i mondi invisibili
Il Centro Teosofico internazionale di Naarden, in Olanda, dal 2 al 6 giugno prossimi, ospiterà un importante seminario sul tema: “Cooperative Work with the Invisibile Worlds” (Il lavoro di cooperazione con i mondi invisibili). Condurrà i lavori Kurt Leland, conferenziere internazionale della S.T. e specializzato nella ricerca sulle leggi inesplicate della natura e sui poteri latenti nell’uomo. Si tratta di un workshop immersivo in cui si approfondiranno i temi dei piani e degli esseri invisibili, della chiaroveggenza e dei sensi interiori e dei sentieri spirituali di mistici, sensitivi e chiaroveggenti. Si potrà inoltre approfondire come lavorare al meglio con chi non si trova più su questo piano di coscienza, sia esso umano, spirito di natura o angelo.
Programma e scheda di iscrizione sono consultabili cliccando su: https://www.itcnaarden.org/events/2-6-june-seminar-cooperative-work-with-invisible-worlds/.

Osservare la realtà per dare valore alla cronaca
In un mondo in grado di generare simultaneamente una grande quantità di informazioni viviamo tutti al centro di notizie amplificate dai mezzi di comunicazione. C’è una sorta di rincorsa a colpire emozionalmente il destinatario dell’informazione, con tutti i rischi e gli inganni del caso.
L’essere umano che ambisce a comportarsi da soggetto pensante e non pensato può privilegiare il canale di un’osservazione attenta e quindi in grado di cogliere il messaggio che la vita vuol dare nel momento. Più che reagire c’è un gran bisogno di intuire.
La cronaca degli ultimi giorni ci ha consegnato, ad esempio, due notizie contrapposte, ma non per questo da trascurare.
Da un lato c’è stato l’ennesimo dramma di una giovane che non è riuscita a sopportare i fallimenti in campo scolastico, fallimenti mascherati in ambito familiare e sociale per non apparire incapace di sostenere il ritmo competitivo della società di oggi. Dall’altro c’è il bell’esempio di una comunità di ex studenti che si attiva per rintracciare prima e assistere poi il professore di filosofia lontano e ammalato.
La prima notizia induce una riflessione sulla necessità di dare attenzione e calore umano ai giovani, facilitando le loro possibilità espressive e i loro sogni, senza sottoporli agli stress dei risultati a ogni costo. La seconda evidenzia lo straordinario potere della solidarietà e della riconoscenza, importanti antidoti alla cultura dell’indifferenza.

Integrità e disciplina secondo J. Krishnamurti
Nel maggio 1980, mentre si trovava a Ojai in California, Krishnamurti rispose così a una domanda che gli era stata posta: “La parola buono significa che va bene; significa che non c’è attrito; buono significa anche intero e non qualcosa che è a pezzi, in frantumi”. Dalle sue parole emerge un ulteriore e fondamentale aspetto del fatto educativo visto con un approccio teosofico. Si tratta dell’“integrità” dell’essere umano. Integrità, dice Krishnamurti, “significa essere interi, significa dire quello che veramente si intende, e non dire una cosa e poi farne un’altra. Integrità implica onestà … se vogliamo insegnare ai giovani, dobbiamo sentire in noi stessi una profonda esigenza di bontà. La bontà non è un ideale, è essere interi, integri, bontà significa non avere paura”.
L’approccio pedagogico krishnamurtiano esalta il fatto metodologico e tende a superare la divisione fra concreto e astratto. Afferma ancora J.K.: “La disciplina deve essere priva di controllo, di repressione, senza alcuna forma di paura … Non è prima disciplina e dopo libertà, è libertà proprio fin dall’inizio, non alla fine. Comprendere questa libertà, che è libertà dal conformismo della disciplina, è in se stesso disciplina. Proprio l’atto di imparare è disciplina, proprio l’atto di imparare diventa chiarezza. Comprendere l’intera natura e struttura del controllo, della repressione e dell’indulgenza richiede attenzione. Non dovete imporre la disciplina per poter studiare, è proprio l’atto dello studiare che genera la propria disciplina in cui non c’è repressione”.

Meditazione sul tempo
Michel Quoist (Le Havre, 18 giugno 1921 – 18 dicembre 1997), presbitero e scrittore francese, ha condiviso nella sua vita testimonianze ed esperienze sia sul piano della meditazione sia su quello del servizio agli altri. Ha anche scritto brani emblematici; ne riportiamo uno di seguito che si riferisce al tempo e si titola (davvero di grande attualità!) “Signore non ho tempo …”:
“Sono uscito, Signore: fuori tutti andavano venivano,
camminavano correvano.
Correvano le bici, le macchine, i camion, la strada,
la città, tutti …
Arrivederci scusi … non ho tempo
Non posso attendere, ripasserò … non ho tempo
Termino questa lettera perché non ho tempo
Avrei voluto aiutarti … ma non ho tempo
Non posso accettare perché non ho tempo
Non posso riflettere, leggere, non ho tempo
Vorrei pregare ma non ho tempo
Tu comprendi, Signore, vero? … non abbiamo tempo …
Il bambino gioca: non ha tempo subito … più tardi …
Lo scolaro deve fare i compiti: non ha tempo … più tardi …
Lo studente ha un sacco di lavoro: non ha tempo … più tardi …
Il giovane ha gli allenamenti da fare: non ha tempo … più tardi …
Lo sposo novello ha la casa da arredare: non ha tempo … più tardi …
Il padre di famiglia ha i bambini: non ha tempo … più tardi …
I nonni hanno i nipotini … non hanno tempo … più tardi …
Sono malati! Hanno le loro cure: non hanno tempo … più tardi …
Sono moribondi, non hanno …
Troppo tardi! … non hanno più tempo! …
Signore, Tu che sei fuori dal tempo
Sorridi nel vederci lottare col tempo.
Tu sai quello che fai e non ti sbagli
Quando distribuisci il tempo agli uomini.
Stasera ti chiedo di fare coscienziosamente,
Nel tempo che Tu mi dai, quello che Tu vuoi che io faccia”.

Un frammento di saggezza tratto dalla tradizione buddhista
Le tradizioni filosofico-religiose accumulano nel tempo frammenti di conoscenza dal grande significato spirituale.
Sono parole e frasi che assumono un carattere universale che va ben oltre il momento in cui sono state scritte o pronunciate.
Questo è il caso del brano che riportiamo di seguito, ricollegabile all’insegnamento di Lama Thubten Yeshe (1935-1984): “Poiché sono deciso a trarre il massimo beneficio da tutti gli esseri, che sono superiori anche alla gemma che esaudisce i desideri, avrò sempre cura più di loro che di me stesso.
Quando sarò con gli altri, considererò sempre me stesso come il meno importante e mi prenderò cura di loro sin dal profondo del cuore, come se ognuno fosse il più elevato degli esseri.
Osservando con attenzione il fluire della mia mente, affronterò ed eliminerò senza indugi, al suo primo apparire, la minima emozione negativa, prima che possa nuocere a me e agli altri.
Quando incontro qualcuno in preda alla malvagità, il quale, privo
di controllo, causa danno e dolore, avrò sempre cura di un
essere così raro, come se fosse un tesoro difficile da trovarsi.
Quando vengo maltrattato o aspramente ingiuriato dagli altri, dominati dalla gelosia, non mi vendicherò bensì, accettando la sconfitta, offrirò loro la vittoria.
Ogni qualvolta coloro cui ho fatto del bene e in cui ho riposto fiducia e grandi speranze mi offendono o mi fanno del male, io li vedrò come il mio Santo Maestro.
In breve, sia in questa sia nel corso delle prossime vite, offro a tutti gli esseri, mie madri, ogni sorta di bene e fonte di gioia, dopo aver preso segretamente su di me le loro sofferenze.
Praticando così, privo di superstizioni, senza compiere azioni inquinate da scopi mondani, mi libererò da ogni sofferenza vedendo tutti i fenomeni come illusori”.

Enzo Bianchi e la sua testimonianza
“La Repubblica” ha recentemente intervistato Enzo Bianchi, il fondatore della Comunità di Bose, dopo tre anni dal suo allontanamento da quella che a pieno titolo è stata la sua casa e il luogo di una sperimentazione monastica aperta agli altri e alla natura.
Bianchi non ha nascosto la propria sofferenza ma ha ben rappresentato la forza della sua ispirazione cristiana, legata a un rapporto armonico con la natura e alla forza dell’amore, un amore in grado di superare tutte le difficoltà, le amarezze e il dolore che l’esistenza porta con sé.
Rispondendo alle domande di Antonio Gnoli, Enzo Bianchi ha affermato: “Mi sento distante da un’interpretazione dolorista del cristianesimo. Penso che il dolore e le sofferenze siano insensate. E in fondo dove c’è una persona – un uomo o una donna - che soffre, lì si è chiamati a starle accanto, spesso senza parole, perché le parole possono essere inadeguate, ma sapendo che la resistenza al dolore, il combatterlo, è una battaglia di umanesimo e di cristianesimo”.
L’ex priore di Bose ha recentemente pubblicato con la casa editrice “Il Mulino” il libro Cosa c’è di là. Inno alla vita, opera che dà spazio al dubbio filosofico e mostra grande comprensione per tutti coloro che soffrono e forte sensibilità umana per quanto riguarda, ad esempio, i temi del suicidio e dell’eutanasia. Ma nel testo c’è anche grande spazio per l’amore e per la gioia, come quando Bianchi delinea una sognante e poetica visione del paradiso: “Spero che il paradiso sia vita, comunione, festa, danza per tutti gli umani, per tutte le creature, per tutto il cosmo ... Impossibile immaginare cosa accadrebbe se non ritrovassi di là chi ho amato, i miei amici, anche chi ho amato in modo non conforme alla volontà di Dio. Forse preferirei in quel caso non andare in paradiso, ma entrare in quel nulla che c’era per me prima della mia nascita” (pp. 139-149).
Pur lontano da Bose, Enzo Bianchi continua la sua opera di testimonianza.

La Scuola del Villaggio
Da molti anni prospera a Vicenza e dintorni “La Scuola del Villaggio”, un’iniziativa promosso da don Gabriele Gastaldello, un sacerdote con solidi studi condotti in Italia e in India, che ha ben conosciuto Raimon Panikkar e che, animato da spirito autenticamente cristiano, promuove incessantemente relazioni positive e costruttive.
Il Villaggio in questa sperimentazione è uno stile di vita che coltiva relazioni Vere-Buone-Belle in famiglia e con la gente; è scuola di dialogo fra culture e generazioni differenti; è educazione allo scambio di competenze e servizi, in un clima di fiducia, di reciprocità e di generosità; è immagine guida per una comunicazione diretta, calda, creativa e coraggiosa; è incontro-piazza dove arrivano e partono esperienze e progetti di collaborazione.
Il Villaggio suggerisce quattro impegni per crescere in umanità: donati tempo per vivere il presente con calma, serenità e quiete; coltiva il gruppo degli amici veri e perseveranti; pratica il volontariato per educarti all’amicizia sociale e alla solidarietà civile; allarga la cultura, essa è il sole della mente.
http://www.scuoladelvillaggio.it/

Recensioni

In bici per riscoprire la bellezza e la storia di Perugia
Segnaliamo il bel libro di Giancarlo Mazzasette, il cui titolo “Perugia in bici – girovagando tra santi patroni, chiese e vestigia degli antichi rioni2 svela il duplice intento dell’autore: offrire al lettore una riscoperta per così dire esperienziale della bellezza e della storia del capoluogo umbro e proporre una visita in bici.
Il testo è pubblicato dalla casa editrice “Il Formichiere” di Foligno e ha una prefazione di Gaetano Mollo, docente emerito dell’Università di Perugia, che osserva: “I nostri centri storici sono meravigliosi per l’arte, le chiese, i palazzi, i panorami. Perugia è stupenda per l’arte, le chiese, i palazzi, i panorami. Scoprirli, apprezzarli, goderli ricrea lo spirito, alimenta la mente, ristora l’anima”.
Giancarlo Mazzasette, nella premessa, sottolinea come la bici rappresenti un mezzo importante di riscoperta del territorio, con un ritmo “lento”, in grado di valorizzare appieno l’osservazione e lo scambio.
Il testo è corredato da un ricco insieme di belle foto a colori.

Pubblicati gli atti del convegno “1919-2019 Centenario di Bernardino del Boca”
La Fondazione Bernardino del Boca, presieduta da Enrico Sempi, ha pubblicato, in elegante veste editoriale, gli Atti del Convegno “1919-2019 Centenario Bernardino del Boca”, svoltosi a Novara il 7 dicembre 2019.
Il volume contiene le relazioni e gli interventi presentati nell’occasione da Enrico Sempi (“Un uomo buono” e “Il sogno che tiene acceso il fuoco”), Giorgio Pisani (“Bernardino del Boca e i movimenti acquariani e alternativi”), Antonio Girardi (“Bernardino del Boca e la Società Teosofica”), Marina Tappa (“La raccolta della Fondazione”), Oscar Torretta (“Bernardino del Boca, antropologia, animismo e culto dei Nat”), Francesca De Col Tana (“La biblioteca dormiente”).
La lettura di queste pagine consente un approfondimento a tutto campo del pensiero e dell’opera di una persona che ha saputo esplorare con convinzione la Via del Cuore, praticare la Fratellanza Universale senza distinzioni, nutrire il culto del Bello (come si può constatare anche nei suoi quadri e collage), mettere insieme una biblioteca eccezionale, dar vita al sogno comunitario del Villaggio Verde di Cavallirio.
Gli Atti del convegno testimoniano a tutto tondo l’attualità del pensiero delbochiano e la forza dei suoi sogni.
Link al libro: https://www.eti-edizioni.it/orizzonti/738-atti-congresso-del-centenario-del-boca.html

Non siamo Sufi
Pejman Tadayon è un artista poliedrico che si dedica sia alla musica sia alla pittura. Nato ad Esfahan in Persia, vive e lavora in Italia. La pubblicazione del suo CD “Non siamo Sufi – Composizioni per poesie mistiche persiane”, contenente 10 brani, è accompagnata da un testo che riproduce alcuni dipinti dell’autore e un pregevole lavoro sia introduttivo al tema sia illustrativo dei brani stessi.
Il testo, edito dalla casa editrice “Squilibri” di Roma, si prospetta, come ben articolato nella presentazione, quale “Omaggio che un artista rivolge alla sua stessa formazione, con la trasposizione in musica di alcune poesie di quattro grandi mistici persiani come Rumi, Omar Khayyam, Hafez e Saadi: musiche originali ma eseguite con gli strumenti classici della tradizione persiana in modo da rievocare le sonorità pertinenti a quei versi, cantati in farsi ma tradotti in italiano nei testi. Brano dopo brano, con il commento visivo dei quadri sonori dello stesso autore, si va così svelando una verità più grande, affidata alle pagine più significative della tradizione sufi: un sentimento di estraneità a ogni appartenenza rigidamente intesa è indispensabile per vivere in piena libertà”.

Echi dalle montagne - storie che la natura racconta
Claudio Ronco, stimato medico, docente universitario e una delle massime autorità mondiali nel campo della nefrologia, scrive non solo pubblicazioni di carattere scientifico ma anche testi e romanzi (presso Mazzanti Libri), il cui ricavato serve a sostenere la ricerca e la sperimentazione sulle malattie renali.
Fra i suoi scritti segnaliamo “Echi dalle montagne – storie che la natura racconta”, una raccolta avvincente di storie in cui l’autore, attraverso le proprie esperienze, che lo legano principalmente ad Asiago e al suo altopiano, dove ha vissuto la giovinezza, rievoca non soltanto il vissuto individuale ma anche il profondo legame fra la bellezza e il magnetismo dei luoghi con le vicende storiche che si sono succedute nel tempo.
L’autore sceglie l’eco come strumento figurativo e astratto per portare all’attenzione del lettore i più importanti temi della vita: l’amore, il rispetto per i defunti, la gioia per l’esistenza e la contemplazione della bellezza.
Scrive Ronco nella prefazione: “Il libro, in fondo, è un richiamo alla natura, un invito a rallentare il tempo e a vivere di cose semplici come i riti che si consumano nelle tradizioni di montagna”.

I “Buchi bianchi” ci portano nel futuro
Segnaliamo il nuovo libro di Carlo Rovelli “Buchi bianchi”, pubblicato da Adelphi.
Anche questo “viaggio” proposto da Rovelli che, oltre ad essere un fisico, è anche un grande divulgatore, è insieme scientifico e filosofico e porta il lettore a una profonda riflessione sul significato del tempo e dello spazio.
Queste le sue parole: “Arriviamo fino al bordo dell’orizzonte di un buco nero, entriamo, scendiamo giù nel fondo, dove spazio e tempo si sciolgono, lo attraversiamo, spuntiamo nel buco bianco, dove il tempo è ribaltato, e da qua usciamo nel futuro. Partiamo dunque verso i buchi bianchi”.
Sul libro il portale del Corriere della Sera ha pubblicato un interessante articolo di Telmo Pievani:
https://www.corriere.it/cultura/23_marzo_02/carlo-rovelli-esplora-buchi-bianchi-viaggio-vertiginoso-futuro-79d7b9e6-b8ed-11ed-b194-e55eac395b06.shtml?refresh_ce

I numerosi progetti dell'Ordine Teosofico di Servizio

Le attività dell’Ordine Teosofico di Servizio della Società Teosofica Italiana restano sempre fedeli al motto dell’O.T.S., così come concepito da Annie Besant: “Unire tutti coloro che amano, nel servizio a coloro che soffrono”.
Le attività del 2023 stanno proseguendo con particolare intensità. Numerosi sono i progetti che continuano ad essere sostenuti nel tempo; si pensi, fra gli altri, a quello a favore di una piccola comunità di Sinti, ai numerosi interventi in campo educativo in India e in Pakistan, alla Lega di Guarigione, al progetto umanitario in Myanmar, alla Posta degli Elfi.
Nel sito internet della S.T.I. è possibile trovare la presentazione dei singoli progetti (https://www.teosofica.org/it/o-t-s/progetti-incorso/,588).
Ma le attività dell’O.T.S. si stanno ulteriormente espandendo, nella consapevolezza che il Servizio è il vero antidoto all’indifferenza e ci può avvicinare a una dimensione autenticamente spirituale.
In questo numero della Rivista desideriamo dunque portare l’attenzione su tre nuovi progetti: il primo fa riferimento al sostegno che da molti anni l’Ordine Teosofico di Servizio ha dato ai profughi siriani sia durante le loro peregrinazioni sia in un campo profughi ai confini fra la Siria e la Turchia, con il sostegno all’ambulatorio pediatrico del dott. Alì Nasser. In questo caso ora l’O.T.S. ha deciso di appoggiare il progetto “Neonati e mamme” di un gruppo di medici indipendenti raggruppati nell’associazione no profit IDA (Independent Doctors Association) e operanti in due ospedali nelle vicinanze del campo di Bab al Saalam. In queste strutture avvengono complessivamente circa 750 parti al mese; l’iniziativa dell’O.T.S. vorrebbe venire in aiuto delle puerpere con dei “baby kit”, dal costo base di 40 euro cadauno.
Il secondo progetto è denominato “La luce degli occhi” ed è promosso su iniziativa di Azzorino Guadagnin, per favorire l’acquisto di due oftalmoscopi indiretti. Queste apparecchiature permettono la diagnosi precoce delle malattie degli occhi nei bimbi prematuri.
Il terzo progetto, chiamato “Un’ambulanza per la pace”, fa riferimento alla collaborazione fra l’Ordine Teosofico di Servizio italiano e quello ucraino e vuole contribuire all’acquisto di un auto medica che sarà utilizzata da un medico volontario. Questa giovane donna presterà soccorso alle vittime della guerra in atto dopo l’invasione da parte della Russia.
I contributi per l’Ordine Teosofico di Servizio possono essere versati sul conto corrente Bancoposta della Società Teosofica Italiana-Tesoreria utilizzando il seguente codice IBAN IT93 D076 0111 8000 0005 5010 367 oppure possono essere versati sul conto corrente postale n. 55010367.
È importante indicare le causali che, per quanto riguarda i tre progetti appena descritti sono, rispettivamente: “Progetto neonati e mamme”; “Progetto La luce degli occhi” e “Progetto un’ambulanza per la Pace”.
Si ricorda che le donazioni elargite alla S.T.I., previa indicazione del codice fiscale e dell’indirizzo del donatore, possono godere delle agevolazioni fiscali riservate alle Associazioni di Promozione Sociale. A questo riguardo ulteriori informazioni possono essere fornite dalla Segreteria Generale della S.T.I. (e-mail sti@teosofica.org, telefono 0444-962921).

Dai gruppi

Sul sito web della S.T.I. le attività dei Gruppi e dei Centri
Le attività dei Gruppi e dei Centri della Società Teosofica Italiana sono presentate, giorno per giorno, su internet e sono consultabili collegandosi al sito della S.T.I. all’indirizzo: www.teosofica.org
Aprendo la sezione “Eventi e Convegni” è possibile registrarsi accedendo così all’elenco delle riunioni e delle conferenze organizzate nelle varie località.

centro Studi Teosofici “Luce sul Sentiero” di Torino
Il Centro di Studi Teosofici di Torino, recentemente costituitosi per iniziativa della Sorella Rita Selicati, ha assunto la definitiva denominazione “La Luce sul Sentiero”. A tutte le Socie che lo compongono un vivo augurio di fraterno e proficuo lavoro teosofico.

Gruppo “Vis et Amor”
Il 12 dicembre 2022 anche il Gruppo Teosofico “Vis et Amor” di Reggio Calabria ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali, rieleggendo con voto unanime alla presidenza il Fratello Daniele Zangari. A lui e a tutto il Gruppo vanno gli auguri di buon lavoro teosofico da parte della Segreteria Generale.

Nuovo Centro Studi
A Vibo Valentia lo scorso 22 marzo è stato costituito un nuovo Centro di Studi Teosofici, promosso dal Fratello Renato Fernando Facciolo, che ne è stato eletto Segretario.
Il Centro ha assunto la denominazione di “Shanti”.
Auguri di buon lavoro teosofico a questa nuova sperimentazione teosofica in terra di Calabria.

Articoli del mese

P.G. Parola
L'8 di maggio

P. Oliveira
H.P.B. in Tibet