La Laminetta di Hipponion e la definitiva rivelazione dei rituali orfici
Quasi mezzo secolo fa a Vibo Valentia, nel corso di scavi in una necropoli, venne alla luce una laminetta d’oro recante una scritta in greco di sedici versi di andamento esametrico. Questo reperto, avente il grande pregio della compiutezza, stimolò uno studio più approfondito dell’Orfismo.
Segnaliamo in proposito il testo di Maurizio Bonanno, giornalista e scrittore vibonese, pubblicato dall’editrice “Il Cristallo”, con un’incisiva prefazione di Giacinto Namia.
Bonanno, attraverso sei avvincenti e sintetici capitoli, approfondisce l’Orfismo nei suoi vari aspetti, collegandolo con la realtà storica, con quella sociale e con quella mitico-religiosa.
Emerge anche l’importanza della “Laminetta di Hipponion” (così denominata dall’antico nome greco di Vibo Valentia), la più antica tra quelle auree orfiche magno-greche; essa reca il messaggio del ruolo fondamentale per il raggiungimento della salvezza svolto dalla dea Mnemosyne (Memoria), il divieto di abbeverarsi alla prima fonte (quella dell’oblio), e l’importanza del farlo alla seconda, “la fonte per l’appunto della dea Memoria, atto indispensabile per avviarsi alla via sacra”.
La Laminetta sintetizza un vero e proprio messaggio di accompagnamento nell’Aldilà, la cui lettura si ricollega alla parabola umana, nel suo più profondo significato.
Questo il testo della Laminetta, nella traduzione di Giacinto Namia: “Di Mnemosine è questa tomba. Quando ti toccherà di morire andrai alle case ben costruite di Ade; vi è a destra una fonte, presso di essa si erge si erge un bianco cipresso. Là discendendo le anime dei morti e trovano refrigerio, A questa fonte non avvicinarti affatto. Più avanti troverai la fredda acqua che scorre dal lago di Mnemosine; vi stanno dinnanzi custodi; essi ti chiederanno con mente accorta che cosa tu vada cercando attraverso la tenebra del caliginoso Ade. Dì: ‘Sono figlio della Terra e del Cielo stellato, sono arso di sete e muoio; ma datemi presto da bere la fresca acqua che scorre dal lago di Mnemosine’. Ed essi lo riferiranno al re di sottoterra, e ti daranno da bere dal lago di Mnemosine. E tu, dopo aver bevuto, t’incamminerai sulla sacra via che anche altri iniziati e consacrati percorrono gloriosi”.
Segnaliamo in proposito il testo di Maurizio Bonanno, giornalista e scrittore vibonese, pubblicato dall’editrice “Il Cristallo”, con un’incisiva prefazione di Giacinto Namia.
Bonanno, attraverso sei avvincenti e sintetici capitoli, approfondisce l’Orfismo nei suoi vari aspetti, collegandolo con la realtà storica, con quella sociale e con quella mitico-religiosa.
Emerge anche l’importanza della “Laminetta di Hipponion” (così denominata dall’antico nome greco di Vibo Valentia), la più antica tra quelle auree orfiche magno-greche; essa reca il messaggio del ruolo fondamentale per il raggiungimento della salvezza svolto dalla dea Mnemosyne (Memoria), il divieto di abbeverarsi alla prima fonte (quella dell’oblio), e l’importanza del farlo alla seconda, “la fonte per l’appunto della dea Memoria, atto indispensabile per avviarsi alla via sacra”.
La Laminetta sintetizza un vero e proprio messaggio di accompagnamento nell’Aldilà, la cui lettura si ricollega alla parabola umana, nel suo più profondo significato.
Questo il testo della Laminetta, nella traduzione di Giacinto Namia: “Di Mnemosine è questa tomba. Quando ti toccherà di morire andrai alle case ben costruite di Ade; vi è a destra una fonte, presso di essa si erge si erge un bianco cipresso. Là discendendo le anime dei morti e trovano refrigerio, A questa fonte non avvicinarti affatto. Più avanti troverai la fredda acqua che scorre dal lago di Mnemosine; vi stanno dinnanzi custodi; essi ti chiederanno con mente accorta che cosa tu vada cercando attraverso la tenebra del caliginoso Ade. Dì: ‘Sono figlio della Terra e del Cielo stellato, sono arso di sete e muoio; ma datemi presto da bere la fresca acqua che scorre dal lago di Mnemosine’. Ed essi lo riferiranno al re di sottoterra, e ti daranno da bere dal lago di Mnemosine. E tu, dopo aver bevuto, t’incamminerai sulla sacra via che anche altri iniziati e consacrati percorrono gloriosi”.