L’alchimia della vita
Come ci insegna l’alchimia trasformare il piombo in oro non è soltanto una questione legata alla “conoscenza” di un processo ma anche un quid che deriva dalla consapevolezza che solo la dimensione dell’essere può dare. Così il piombo della nostra personalità (il nostro piccolo io) si può trasformare nell’oro di ciò che “è” e che non può essere descritto in termini di linguaggio. È la Voce del Silenzio di cui parla H.P. Blavatsky nell’omonimo testo (https://www.eti-edizioni.it/devozione/479-la-voce-del-silenzio.html).
E “quando vi è silenzio, quando vi è quella tranquillità mentale che non è un risultato, allora constateremo in tale quiete un’attività straordinaria, una straordinaria azione, che una mente agitata dal pensiero non potrà mai conoscere. In tale quiete non si formula nulla, non si hanno idee, non c’è memoria; tale quiete è una condizione creativa che può sperimentarsi soltanto quando vi sia intendimento completo dell’intero processo dell’‘io’. Altrimenti, la quiete non ha significato. Soltanto in tale quiete, che non è un risultato, si scopre l’eterno, ciò che è al di là del tempo” (Jiddu Krishnamurti).
E “quando vi è silenzio, quando vi è quella tranquillità mentale che non è un risultato, allora constateremo in tale quiete un’attività straordinaria, una straordinaria azione, che una mente agitata dal pensiero non potrà mai conoscere. In tale quiete non si formula nulla, non si hanno idee, non c’è memoria; tale quiete è una condizione creativa che può sperimentarsi soltanto quando vi sia intendimento completo dell’intero processo dell’‘io’. Altrimenti, la quiete non ha significato. Soltanto in tale quiete, che non è un risultato, si scopre l’eterno, ciò che è al di là del tempo” (Jiddu Krishnamurti).
Foto di Matt Briney su Unsplash

