Grand Egyptian Museum
Lo scorso 1° novembre è stato inaugurato, nell’area metropolitana del Cairo, a poco meno di due chilometri dalla piramide di Giza, il GEM (Grand Egyptian Museum). I lavori di allestimento, su progetto di un team guidato dallo studio Heneghan Peng Architects (con sedi a Dublino e a Berlino) sono durati vent’anni. Le collezioni esposte sono imponenti, con oltre centomila oggetti e reperti e una superficie espositiva di cinquecentomila metri quadrati. Una galleria del museo, di oltre settemila metri quadrati, è dedicata al corredo aureo della tomba di Tutankhamon, il Faraone bambino (1341- 1323 a.C.), scoperta nel 1922 dall’archeologo inglese Howard Carter.
Intervistato da Stefano Bucci per l’inserto “La Lettura” de Il Corriere della Sera del 14 dicembre, Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, ha sottolineato: “Credo che l’aspetto più affascinante della civiltà dei faraoni sia il fatto che i suoi resti sembrano trascendere il tempo, sconfiggere la morte, mirare all’eternità: tutti desideri che condividiamo come esseri umani. Questo è certamente dovuto alla sopravvivenza di numerosi grandi monumenti, ma anche all’importanza che gli egizi attribuivamo al concetto di memoria”.
Intervistato da Stefano Bucci per l’inserto “La Lettura” de Il Corriere della Sera del 14 dicembre, Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, ha sottolineato: “Credo che l’aspetto più affascinante della civiltà dei faraoni sia il fatto che i suoi resti sembrano trascendere il tempo, sconfiggere la morte, mirare all’eternità: tutti desideri che condividiamo come esseri umani. Questo è certamente dovuto alla sopravvivenza di numerosi grandi monumenti, ma anche all’importanza che gli egizi attribuivamo al concetto di memoria”.

