Testi per l’intuizione [LXXI]

la mia strada
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto da “Meditazione sul vivere– La mia strada è la tua strada” di Jiddu Krishnamurti, Edizioni Oscar Mondadori, 2011, pp. 173 – 174:
“Senza occupazione, la mente non è, e la paura di non essere rende la mente irrequieta e attiva. Questa irrequieta attività ha l’apparenza della vita, ma non è vita; porta sempre alla morte – una morte che è la stessa attività in un’altra forma.
Il sogno è un’occupazione della mente, un simbolo della sua irrequietezza. Sognare è la continuazione dello stato di coscienza, l’estensione di ciò che non è attivo durante le ore di veglia. L’attività della mente tanto superficiale quanto profonda è basata sull’occupazione. Una mente siffatta non può essere conscia d’una fine se non come di un principio che si continua; non può essere mai conscia della conclusione, ma solo di un risultato, e il risultato è perennemente continuo. La ricerca di un risultato è la ricerca della continuità. La mente, l’occupazione, non ha fine; e soltanto quello che finisce può esserci di nuovo, soltanto per quello che muore può esserci vita. La morte dell’occupazione, della mente, è il principio del silenzio, del silenzio totale.
Non c’è rapporto fra questo silenzio imponderabile e l’attività della mente. Per avere rapporto ci deve essere contatto, comunione; ma non c’è contatto tra il silenzio e la mente. La mente non può comunicare col silenzio; può avere contatto solo col suo stato di proiezione dell’io, che essa chiama silenzio. Ma questo silenzio non è silenzio, è semplicemente un’altra forma di occupazione. L’occupazione non è silenzio. C’è silenzio soltanto con la morte di quell’occuparsi del silenzio da parte della morte.
Il silenzio è al di là del sogno, al di là delle occupazioni della mente profonda. La mente profonda è un residuo, il residuo del passato, aperto o nascosto. Questo passato residuale non può sperimentare il silenzio; può sognarne, come fa spesso, ma il sogno non è il reale. Il sogno è spesso scambiato per il reale, ma il sogno e il sognatore sono l’occupazione della mente. La mente è un processo totale e non una parte esclusiva. Il processo totale dell’attività, residua e acquisitiva, non può comunicare con quel silenzio che è inesauribile”.

Articolo tratto dal numero di settembre-ottobre 2022 della Rivista Italiana di Teosofia.