Calligrafia, sviluppo cognitivo ed espressione dell’essere

Calligrafia, sviluppo cognitivo ed espressione dell’essere
Con il titolo “Scrivere a mano fa bene” il quotidiano “La Repubblica” di sabato 10 febbraio scorso ha pubblicato un interessante articolo di Marco Belpoliti che affronta il tema dell’importanza della calligrafia come espressione dell’essere umano e strumento di sviluppo cognitivo.
È dal 1985 che la calligrafia è diventata insegnamento opzionale nelle scuole elementari italiane. Molti bambini oggi si limitato all’utilizzo delle maiuscole e anche gli strumenti tecnologici indeboliscono l’uso della scrittura “a mano”. Quel che è certo è che l’assenza dell’apprendimento del corsivo riduce le capacità cognitive dei ragazzi. Dopo aver citato positivamente l’esempio delle Scuole Waldorf, di ispirazione steineriana, e il metodo Montessori, Marco Belpoliti ricorda che “la scrittura è la cosa più personale che abbiamo. Ciascuno di noi possiede un segno specifico che un archivista tedesco, Wilhelm Wattenbach, nel 1866 ha chiamato ‘ductus’, che consiste non in una forma quanto in un movimento e in un ordine”. La calligrafia è la cosa più personale che abbiamo e fa bene al pensiero. Proprio per questo non ne dobbiamo trascurare l’uso, inserendolo anche come elemento fondamentale dell’educazione dei bambini.