Ancora sulla Pace

Ancora sulla Pace
Le immagini della violenza e del dolore, nel sud di Israele come a Gaza, lungo le rotte nel Mediterraneo che dall’Africa portano sulle nostre coste come in Ucraina, a Roma come a Kabul testimoniano una sostanziale infelicità, il cui peso non risparmia nessuno.
L’egoismo, l’identificazione con il piccolo “io” e con l’interesse particolare, l’affermazione del principio “mors tua vita mea” sembrano dominare la scena, ma non dobbiamo dimenticare che nell’intreccio karmico, spesso tragico, che coinvolge tutta l’umanità e l’intera manifestazione, non sono pochi gli esseri umani che testimoniano con il loro vivere i valori del Bello e del Buono, nel segno della positività e della solidarietà.
L’uomo di buona volontà – che, è bene ricordare, non giudica i carnefici ma sta sempre dalla parte delle vittime - guarda con profonda compassione tutto ciò che accade e si chiede: “Cosa posso fare io per riaffermare i valori dell’amore e della fratellanza? Quali cambiamenti posso mettere in atto per testimoniare concretamente il mio sentire etico? Come posso ribadire la forza della tolleranza e della libertà di espressione?”.
In occasione di uno dei suoi ultimi discorsi a Saanen, nel luglio del 1985, Jiddu Krishnamurti osservò: “L’egoismo divide, l’egoismo è la più grande corruzione (la parola corruzione significa spezzare e dividere) e dove c’è egoismo c’è frammentarietà, confusione, violenza – il tuo interesse opposto al mio interesse, il mio desiderio opposto al tuo desiderio, la mia ansia di salire la scala del successo opposta alla tua… quando iniziate ad essere spassionatamente consapevoli del vostro egoismo e a sopportarlo, studiandolo, imparando, osservandone tutte le complicazioni, allora potrete scoprire quando è in atto e quanto sia completamente inutile”.
Con Albert Camus ripetiamo: “La Pace è l’unica battaglia che valga la pena intraprendere”