Glossario

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DIO

 
(Rel.) - Dalla radice indoeuropea div che significa "luminoso, celeste", e dal latino deus; entità superiore dotata di potenza sovrumana. Il suo significato varia a seconda della cultura all'interno della quale viene usato. Per gli Ebrei ed i Cristiani significa "Signore" e con tale significato il termine si colloca nella cultura occidentale. È un Essere supremo, ultra-mondano, personale, assoluto, esistente di per sè e pertanto necessario, eterno, perfetto; creatore del mondo, legislatore, remuneratore, giudice, santo. In ogni religione il rapporto fra l'uomo ed il TU divino è diverso, mentre all'origine dev'essersi trattato di un elemento collettivo, magico oppure dell'antropomorfizzazione di un'esigenza di assolutezza e di infinitezza. La via per la conoscenza di Dio non è univoca. Per alcuni si tratta di un'Entità inconoscibile, in quanto è la negazione di tutto ciò che la mente è in grado di conoscere. Per altri Dio può essere conosciuto attraverso analogie con la realtà accessibile. Anche il rapporto con l'uomo è immaginato in diverse forme : lontano e vicino, trascendente ed immanente, autosufficiente e partecipante. Le più antiche civiltà erano monoteistiche e la diffusione dell'idea di Dio non può essere portata a prova storica della sua esistenza. La sua unicità è messa in crisi dall'animismo e dalla mitologia, la magia mette in dubbio il significato morale, il misticismo panteistico rende discutibile la sua trascendenza, il dualismo di tipo manicheo ne scalfisce l'unità. La storia delle religioni è la contrapposizione di diversi attributi dati a Dio, la prevalenza di uni sugli altri, la negazione di alcuni e l'affermazione di altri, di forzature verso Dio ed il suo rapporto con l'uomo e la natura. Le prove sull'esistenza di Dio rappresentano uno dei passatempi più deliziosi per chi voglia studiare i tanti modi in cui si può bestemmiare questo concetto. Non a caso l'ultima teoria prende il nome di "Teologia della morte di Dio" ! Bisogna dare atto agli antichi di essere stati molto più seri, limitandosi ad una visione mitica e cultuale, senza pretendere di penetrare la Sapienza e la Provvidenza divina. Semplificando al massimo, possiamo dire che la natura di Dio può essere affermata solo ontologicamente, quale principio del mondo, logicamente, come ordinatore del mondo, assiologicamente, come valore assoluto. Il suo rapporto con il mondo non può essere trascendente, a meno che non lo si voglia dichiarare finito, bensì immanente, poiché ogni cosa nasce in LUI. E per quanto riguarda la sua conoscenza, si può tranquillamente affermare, senza alcuna paura di essere smentiti, che essa è negata all'intelletto umano. Per i Cabalisti, Dio è un Numero dotato di movimento, che è percepito, ma non dimostrato. La stragrande maggioranza dei popoli antichi usava un nome di quattro lettere per designare Dio: il nome latino Deus pare derivi dall'ariano Dyaus, che significa "giorno", lo slavo Bagh da Bacco, mentre God, Gott, Godh sembra derivino dall'ebraico Yod o Jod, la decima lettera dell'alfabeto. Talvolta Dio ha una controparte: per la Cabala Shekinah è la Shakti di Dio, la sua controparte femminile. Ma il Dio Uno è l'Assoluto, ciò che sta al di là di ogni capacità di intendere e volere dell'uomo. Paolo chiamava Dio con il nome "Solus" che per lui significava Sconosciuto e non Sole come per alcuni suoi traduttori. Anche se il Sole visibile è da molti considerato il Dio terrestre. Dio non si può esprimere con alcun pensiero, nè con alcuna forma. Il Dio assoluto viene spesso simbolizzato con un Cerchio, mentre il Dio manifestato ne è il Diametro. E Dio non è il Principio Uno dell'Universo, bensì il Principio senza Principio. Il cerchio è il simbolo preferito perchè sta ad indicare che Dio non ha principio nè fine.

DIOCLEZIANO

 
(Rom.) - Nacque in Dalmazia, da un liberto, nel 243 d.C. ed entrò presto nell'esercito. Salì rapidamente i vari gradi divenendo prima capo della guardia imperiale, poi Imperatore nel 284. Il suo programma era quello di riportare l'impero alle più gloriose tradizioni. Elesse al grado di Cesare il suo miglior generale, Massimiliano, cui affidò le regioni occidentali, tenendo per sè quelle orientali. Le difficoltà di governo lo costrinsero a far partecipare al potere altri Cesare, quali Galerio e Costanzo. La vittoria contro i Persiani diede nuovamente prestigio al nome di Roma, e le riforme interne ne consolidarono il potere. Due i suoi sport preferiti : la persecuzione dei cristiani e la distruzione della cultura antica. A lui va il grande merito di aver bruciato nel 296 le opere esoteriche egizie ed anche i libri di alchimia relativi alle proprietà dell'oro e dell'argento. Dopo vent'anni di ininterrotto potere abdicò assieme al suo fido Massimiliano. Si ritirò a vita privata e morì prima del 316.

DIODORO SICULO

 
(Sto.) - Agira, I sec. a.C.. Viaggiò in Asia ed in Egitto; scrisse numerose opere storiche nelle quali non riportò dati nuovi, ma si limitò a riorganizzare le notizie provenienti da scrittori antichi come Erodoto e Polibio. Scrisse una Biblioteca di 40 libri che racconta i fatti storici partendo dai barbari e dai Greci per arrivare fino al ritorno di Pompeo dall'Asia. Caratteristica la suddivisione dell'opera che dedica un capitalo a ciascun anno. Notevole la descrizione delle Olimpiadi. Il suo valore come storico è limitato, dal momento che egli è solo un compilatore, ma la sua opera rimane lo stesso di grande importanza perchè per una parte notevole dei periodi di tempo da lui trattati, abbiamo solo la storia che lui ci tramanda. Della sua storia rimangono per intero i primi cinque libri e la seconda decade. Degli altri rimangono solo frammenti.

DIOGENE LAERZIO

 
(Gr.) - III sec. d.C. - Scrittore e storico della filosofia greca, era di indirizzo epicureo, ma nulla si conosce della sua biografia. Perfino il soprannome è un mistero. Scrisse la "Raccolta delle vite e delle dottrine dei filosofi" in 10 libri, ricca di aneddoti e di motti spiritosi, di dati e di esposizioni dottrinali. In essa si esaminano 84 figure di pensatori, la materia è disposta per singole scuole filosofiche e l'ordine rispetta la successione degli scolarchi. Il primo è relativo ai Sette Sapienti, l'ultimo ad Epicuro. L'opera ha scarso valore dal punto di vista speculativo ed anche come sintesi del pensiero dei personaggi trattati; per converso ha un valore inestimabile perchè ci fornisce dati biografici e dottrinali su pensatori greci che non esistono da alcun'altra parte. Scrisse anche una raccolta di Epigrammi per la morte di grandi personaggi del passato.

DIONIGI L'AEROPAGITA

 
(???) - Autore ignoto, vissuto nel V sec., filosofo e teologo, scrisse una serie di trattati di ispirazione neoplatonica che ebbero grande influenza sul pensiero medioevale. Assunse lo stesso nome del vescovo di Atene convertito da San Paolo quasi certamente per dare importanza alle sue opere e permetterne una più facile diffusione. Qualcuno lo identifica con il Patriarca Severo di Antiochia, altri con un egiziano di nome Dionigi di Rhinocolura, altri con un senatore ateniese, e poi con Dionigi il Grande di Alessandria, con Dionigi di Gaza, e così via. I suoi scritti consistono di 10 lettere e 4 trattati dogmatici. Le lettere sono tutte indirizzate a personaggi dell'età apostolica, i quattro trattati sono dedicati ad un certo Timoteo e si dicono ispirati alle dottrine di un non meglio identificato Hierotheos. Le sue fonti, in realtà, sono le opere dei neoplatonici, Proclo in particolare. Essi costituiscono il più audace tentativo di cristianizzazione del neoplatonismo : UNO, processione di tutte le cose da LUI, ritorno di tutte le cose a LUI. Da Proclo deriva il sistema triadico e la dottrina dell'emanazione. Il trattato fondamentale è De Divinis Nominibus, dove Dionigi afferma che la Scrittura è l'unica fonte della nostra conoscenza di Dio, ed espone la teoria del male e quella della estetica. Esso è anche il trattato della teologia positiva, o catafatica, in opposizione a quella negativa o apofatica. Dionigi è per la seconda, poiché afferma che il modo più corretto di nominare Dio non è quello di dire positivamente ciò che Egli è bensì di dire negativamente ciò che Egli non è, negando progressivamente ogni determinatezza concettuale ed ogni attributo, sino a pervenire alla conclusione che il suo essere è nulla, ovvero nessuna delle cose finite. Il culmine della teologia negativa è il "silenzio mistico". Nel De Coelesti Hierarchia espone l'ordinamento degli Angeli : 1^ - Serafini, Cherubini, Troni 2^ - Dominazioni, Virtù, Potestà 3^ - Principati, Arcangeli, Angeli Nel De Ecclesiastica Hierarchia, Dionigi tenta di creare una corrispondenza fra la gerarchia celeste e quella terrestre, ma con scarsi risultati. Gli scritti di Dionigi ebbero molta risonanza, furono tradotti in diverse lingue dell'epoca, ed ebbero moltissimi commentatori e scolastici.

DIONISIO

 
(San.) - Il Demiurgo che, come Osiride, fu ucciso dai Titani e smembrato in 14 parti. Era il Sole personificato o, come dice l'autore del Grande Mito Dionisiaco: "Egli è Phanes, lo spirito della Visibilità materiale, il Ciclope gigante dello Universo, con un luminoso occhio solare, il potere del divenire del mondo, l'animismo onnipervadente delle cose, figlio di Semele ..." Dionisio nacque a Nysa o Nissa, il nome dato dagli Ebrei al Monte Sinai (Esodo,XVII,15), il luogo natale di Osiride, il che identifica entrambi, con giusto sospetto, con "Jehovah Nissi". Come personificazione della vite e dell'ebbrezza che producono i suoi grappoli, è identico a Bacco. Il suo culto gioioso, caratterizzato da danze sfrenate, musiche squillanti, eccessi avvinazzati, sembra sia nato in Tracia. L'analogia fra la sua storia ed i suoi riti con la storia ed i riti di Osiride, hanno indotto gli studiosi a sostenere che il Dioniso greco è l'equivalente di Osiride egizio. Dioniso era anche il dio degli alberi e viene spesso raffigurato con una bacchetta in mano, sormontata da una pigna. Era considerato anche dio del grano e dell'agricoltura; in proposito si racconta che egli sia stato il primo contadino ed abbia insegnato l'agricoltura agli uomini. Secondo la leggenda morì di morte violenta, per poi rinascere. Nei sacri riti a lui dedicati si racconta la sua sofferenza, la sua morte e la sua resurrezione. A lui sono consacrati il toro ed il capretto. Le sue feste erano celebrate dalle Baccanti. Una trattazione dettagliata del mito di Osiride e di quello di Dioniso si trova nel "Ramo d'oro" di Frazier. Il Dioniso Solare è Bacco, Dioniso Chthonius è Dioniso Sotterraneo, Dioniso Sabasio è Epafo Negro.

DIOSCURI

 
(Gr.) - Il nome speciale di Castore e Polluce, i figli di Giove generati con Elena dall'uovo di Leda. La loro festa, la Dioscura, era celebrata solennemente dai Lacedemoni. Castore, domatore di cavalli, e Polluce, valente nel pugilato, ebbero culto nel Peloponneso. Protettori dei naviganti nelle burrasche, parteciparono a varie e famose imprese. Morto Castore, Polluce chiese a Zeus di morire anche lui. Ma Zeus, impietosito, diede loro la possibilità di vivere un giorno per uno : quando uno era nell'Olimpo, l'altro si trovava nel regno dei morti, e viceversa. Furono ripresi anche in ambiente romano e venivano festeggiati il 15 luglio, anniversario della battaglia del lago Regillo nella quale i Dioscuri guidarono i Romani alla vittoria contro i Tuscolani. Esotericamente, Castore è l'uomo mortale e Polluce l'uomo immortale; personalità ed individualità, separate dalla morte. Ma l'individualità, quando è resa vivente, dona l'immortalità alla personalità : questo è il significato dell'amore di Polluce per Castore. Talvolta i Dioscuri vengono assimilati ai Cabiri, ma ciò sembra improprio.

DIPAMKARA

 
(San.) - Letteralmente, "il Buddha di immutabile luce"; un predecessore di Gautama, il Buddha.

DIPLOTERATOLOGIA

 
(Gr.) - Produzione di un miscuglio di Mostri; abbreviando il termine, teratologia.

DIS

 
(Gr.) - Nella Teogonia di Damascio è lo stesso che Protogonos, la "luce nata per prima", chiamato dallo stesso autore, "il dispensatore di tutte le cose". Per i Greci era Giove di Dodona, mentre per i Romani era Plutone.
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