Verbale della Prima Convenzione della S.T.I.

Prima Convenzione della Sezione Italiana della Società Teosofica

Premessa

L’opera di riordino e di ricomposizione dell’archivio storico della Società Teosofica Italiana presso la sede della Segreteria Generale a Vicenza, si è arricchito di una copia del verbale della seduta inaugurale della prima Convenzione della Sezione Italiana della Società Teosofica, tenuta a Roma il 1° febbraio 1902.
Il primo impulso è stato quello di farne un riassunto, una recensione da inserire nella “Rivista Italiana di Teosofia”.
Ma, dopo una attenta lettura, alla redazione della R.I.T. è parso indispensabile pubblicare il documento nella sua interezza.
Vuoi per il valore storico, vuoi per lo spaccato concreto che ci dà dell’attività teosofica del tempo, con tanti nomi noti e non e tanti aspetti che potremo definire di permanente attualità. Ma anche per la vibrante testimonianza finale di Charles Webster Leadbeater; le sue parole di straordinaria intensità hanno un valore che a tutt’oggi non possiamo misconoscere. Esse trovano una vasta eco interiore e sono lì ad indicarci una “strada” che ha il sapore del senza tempo, quella della Fratellanza Universale senza distinzioni e del Lavoro di Servizio.
Se questo è stato l’imprinting della Società Teosofica Italiana non possiamo che guardare con fiducia al futuro.

Antonio Girardi

Prima Convenzione della Sezione Italiana della Società Teosofica

Seduta inaugurale del 1° febbraio 1902

Presiede il Signor C.W. Leadbeater, speciale delegato del Presidente-Fondatore della Società
Teosofica.
Mr. Hope assiste alla Convenzione in qualità di rappresentante della Sezione Europea della Società Teosofica.
Sono presenti: il Capitano Boggiani, nominato dal Presidente-Fondatore a coprire temporaneamente le funzioni di Segretario Generale della Sezione Italiana, Mrs. Cooper Oakley, delegato dei Gruppi di Napoli e di Milano, l’Ing. Aureli e il Sig. Tamburelli, delegati del Gruppo di Roma, il Cav. Calvari, delegato del Gruppo Dante Alighieri, il Dr. Colazza, delegato del Gruppo Besant, la Signora Gordigiani, delegata del Gruppo di Firenze, e l’Avv. Arbib, delegato del Gruppo di Bologna.
A termini del Regolamento della Sezione Europea, sul quale saranno regolati i lavori della Convenzione sino all’approvazione di un Regolamento speciale per la Sezione Italiana, a questi soli delegati è riservato il diritto di voto nella Convenzione.
Sono presenti inoltre numerosi membri della S.T. residenti in Roma.
Il Presidente della Convenzione, Sig. Leadbeater, in nome del Presidente-Fondatore della S.T., dichiara costituita la Sezione Italiana ed invita il Segretario Generale pro-tempore a dar lettura della lettera del Colonnello Olcott, colla quale viene ufficialmente approvata l’istituzione della Sezione Italiana della Società Teosofica.
Il Segretario Generale legge la seguente traduzione italiana della lettera del Col. Olcott.


Adyar, Madras 25 Dicembre 1901

Mrs. Isabel Cooper-Oakley
Via delle Muratte, 53
Roma


Cara Signora Oakley,
la Sua lettera privata e quella ufficiale, con le quali si chiede un diploma per la Sezione Italiana e si domanda che venga nominato il Capitano Boggiani a Segretario Generale pro tempore, mi sono giunte fra la confusione dei preparativi per la Convenzione, di guisa che non ho tempo né di fare la copia del Diploma, né di farla stampare in questo momento: ciò sarà fatto, però, e Le sarà inviato.
Frattanto, quale dono di Natale e manifestazione dei miei sentimenti fraterni verso i nostri colleghi italiani, io Le telegrafai ieri la concessione del Diploma e la mia approvazione per la scelta di quel perfetto gentiluomo, Capitano Boggiani, alla carica di Segretario.
La notizia della formazione della Sezione Italiana farà, sono certo, grande piacere ai delegati qui riuniti e al pubblico Indiano in generale.
Io ben riconosco quanto onore sia dovuto a Lei in tale formazione ed invio i migliori auguri ufficiali e privati a Lei ed ai Suoi associati.
Delego Mr. C. W. Leadbeater a rappresentarmi personalmente in occasione dell’organizzazione ufficiale della Sezione italiana.
Fraternamente Vostro
H.S. Olcott
p. S.T.

La lettera del Presidente-Fondatore è accolta con vivi applausi dalla Convenzione.
Il Presidente Signor Leadbeater in un breve discorso intrattiene la Convenzione sui doveri dei membri, principalmente avuto riguardo al 1° oggetto della Società Teosofica; spiega, quindi, quale deve essere il lavoro dei membri per modo che la Società Teosofica ne riceva aiuto e forza, e infine conchiudendo il suo dire, accenna alla grande importanza del momento attuale: “Noi siamo qui pochi”, egli dice, “molto pochi, e nessuno all’infuori di noi ne sa qualche cosa. Eppure potrebbe esser questo un momento veramente storico, e potrà forse avvenire che questo piccolo principio si allarghi, si allarghi molto più che non possiamo ora neppure sospettare. Noi qui siamo ora un piccolo gruppo, ma dietro di noi abbiamo una forza potente; tutta la forza di Coloro che noi chiamiamo i Maestri, sorregge questa Società e questo lavoro e tutta questa Loro forza può essere diffusa per mezzo vostro se solamente vorrete prepararvi ad essere dei canali adatti per essa. Così, voi lo vedete, tutto è nelle vostre mani”.
Dopo aver invitato i Signori Capitano Boggiani, Cav. Calvari, Ing. Aureli, Dr. Colazza e Avv. Arbib a costituirsi in Commissione per redigere un progetto di Regolamento da presentarsi nella seduta dell’indomani, il Presidente scioglie la seduta inaugurale.

Seduta del 2 febbraio 1902

Presiede il Sig. C. W. Leadbeater.
Proposto dal Cap. Boggiani, appoggiato da Mr. Hope, viene eletto a tale ufficio il Sig. G.B. Amendola, a Segretario della Convenzione.

Regolamento della Sezione

La Commissione eletta il giorno innanzi per presentare uno schema di regolamento, ha nominato relatore il Cap. Oliviero Boggiani, il quale prima di riferire sui lavori della Commissione, avverte che bisogna anzitutto approvare con mozione speciale il Regolamento generale della Società Teosofica, che formerà parte integrante di quello della nostra Sezione e sarà sempre stampato insieme.
Il Cap. Boggiani presenta tale mozione, Calvari l’appoggia e la Sezione l’approva unanimemente.
Quindi il Relatore legge lo schema di Regolamento per la sezione.
La Signora Gordigiani osserva che il numero di tre presenti, stabilito come necessario per le riunioni del Comitato esecutivo, non le sembra sufficiente.
Mr. Leadbeater spiega che la Sezione Europea ha fissato il numero di tre, perché a Londra non si possono mai avere più di cinque membri presenti.
Gli altri due dimorano uno in Germania e l’altro in Ispagna.
Ma L’Italia può benissimo regolarsi diversamente.
Il Relatore dice che la Commissione propose il numero di tre presenti come minimo nella previsione che possano darsi casi di riunioni indispensabili del Comitato esecutivo, quando una gran parte dei suoi componenti trovinsi assenti da Roma, nei quali casi se il minimo di membri presenti fosse maggiore del proposto, si andrebbe incontro all'impossibilità di deliberare.
Sull’argomento della maggior quota annua proposta per i membri indipendenti in confronto a quella per gli iscritti ai Gruppi, il membro Amendola chiede spiegazione, temendo che nel fare questa proposta la Commissione possa non aver tenuto conto dei motivi, anche d'ordine economico, per i quali un membro può astenersi dall’entrare in un gruppo speciale.
I membri Mrs. Oakley, Dott. Colazza e Cav. Gaven sostengono invece il proposto aumento, ed il Relatore spiega che questa proposta venne introdotta in analogia a quanto dispone lo Statuto generale per i membri non ascritti a nessuna sezione e fa, inoltre, osservare che nel Regolamento stesso è compreso un articolo diretto particolarmente a proteggere i membri poveri, i quali possono per esso essere esentati dal pagamento della contribuzione.
Non essendovi altre osservazioni, il Presidente sottopone all’approvazione della Convenzione il Regolamento presentato dalla Commissione.
E’ approvato.

Si passa all’elezione delle cariche sezionali, le quali secondo il Regolamento approvato, sono: un segretario generale, un tesoriere generale ed un Comitato esecutivo composto di cinque membri e due revisori dei conti.
Aureli propone che il Cap. Boggiani, nominato dal Col. Olcott Segretario generale pro tempore, sia confermato nella carica.
Mrs. Oakley appoggia e la Convenzione legge unanimemente il Cap. Boggiani alla carica di Segretario generale.
Colazza propone che alla carica di Tesoriere generale sia eletto il Signor Decio Calvari, Aureli appoggia la proposta e la convenzione accetta.
Mrs. Oakley propone come revisori dei conti l’Avv. Rodolfo Arbib ed il Sig. Luigi Mangosi.
Boggiani appoggia e la Convenzione accetta.
Il Presidente osserva che, per l’elezione del comitato esecutivo, non esistendo in Italia che sette gruppi, i quali sono rappresentati alla Convenzione dalle persone più importanti di ciascun gruppo, queste si troverebbero nel caso di dover eleggere se stesse; posizione questa molto imbarazzante per la loro modestia; sembrerebbe perciò più opportuno che i membri del Comitato siano per quest’anno nominati dal Presidente.
La Convenzione approva.
Il Presidente allora nomina a far parte del Comitato esecutivo: Mrs. Cooper Oakley, presidente del Gruppo di Napoli; Aureli, Presidente del Gruppo di Roma; Colazza, Presidente del Gruppo Besant; Cervesato, Presidente del Gruppo Dante Alighieri; Pilla, Presidente del Gruppo di Bologna.
Mr. Hope, fino a stamane sperava di poter leggere alla Convenzione una lettera di Mr. Bertram Keightley, ma la lettera non è giunta.
In suo nome, tuttavia, egli prega la Convenzione di gradire l’espressione della più viva amicizia e del più vivo dolore di non esser presente.
Esprime le proprie felicitazioni per questo primo giorno della Sezione Italiana alla quale augura lunga vita.
“Avendo conosciuto la nostra grande fondatrice che lungamente ho amato”, egli dice, “sono certo che essa è qui e che assiste alla nostra gioia”.
Quindi il Cap. Boggiani legge due lettere di augurio alla nuova Sezione, una del Dottor Pascal in nome della Sezione Francese, e l’altra del Dottor Hùbol Sehleiden in nome dei Gruppi Tedeschi.
Calvari propone che il segretario generale risponda a queste lettere, ringraziando e contraccambiando gli auguri.
L’Avv. Arbib appoggia e la Convenzione approva.
Il Cap. Boggiani legge la seguente lettera di Mrs. Cooper Oakley agli amici e compagni italiani:

Mercoledì, 29 Gennaio 1902
Roma, Via delle Muratte 53


Miei cari Amici e Compagni di studio,
in questa prima Convenzione della Sezione Italiana, io ho da rivolgervi alcune parole intorno a questioni pratiche; e mi limiterò solo a questo, poiché tutto quanto ha relazione coi lati morale e spirituale del nostro lavoro, è nelle mani del nostro caro Amico e Capo, Mr. Leadbeater.
Parliamo innanzi tutto dei locali.
Le stanze nelle quali ora ci troviamo sono state, da me, prese in affitto per un anno, cioè fino al 1° ottobre 1902, e spero che potremo rimanervi anche dopo che quel tempo sarà decorso, poiché questa posizione è essenzialmente buona per un Ufficio Centrale.
E’ con grande piacere che offro alla Sezione Italiana, quale piccolo dono, gli oggetti di arredamento (ad eccezione delle sedie ultimamente acquistate) ed i libri che qui si trovano; questi libri devono formare il nucleo di una Libreria che, spero, si svilupperà quanto quella della Sezione Europea.
Gli apparecchi della Luce Elettrica fanno parte di questi arredi e divengono ora proprietà dei Membri italiani.
Il Comitato per le Pubblicazioni Letterarie conserva l’esclusivo diritto e la cura della “Sapienza Antica” e di altri libri ed opuscoli da esso pubblicati.
Questo Comitato è privato, invitato da me per aiutare il lavoro letterario, e siccome io sono l’unica rappresentante di Mrs. Besant e di Mr. Leadbeater in Italia, la Sezione Italiana non ha alcuna giurisdizione sopra di esso, né alcun diritto di dirigerne il lavoro.
La “Teosofia” sarà pubblicata a cura del Comitato Letterario, allo scopo di alleggerire la Loggia di Roma del suo peso e anche per non aggravare la giovane Sezione con spese straordinarie.
Tale periodico formerà l’anello di congiunzione fra le Logge d’Italia, come il Vahan lo è fra le Loggie della Sezione Europea.
Debbo ora annunciarvi una buona notizia e cioè che un allievo del nostro caro amico Mr. Leadbeater, educato ed allevato da lui, viene a lavorare in Italia.
Egli è un valente erudito in Pali ed in Sanscrito e prese i suoi Gradi d’Onore all’Università di Cambridge in Inghilterra; è Cingalese di nascita, ma educato ed allevato in Inghilterra da Mr. Leadbeater.
Noi non sappiamo ancora dove sarà il suo miglior campo di azione, ma per noi egli servirà da anello di congiunzione con gli studiosi dell’Università.
Presto non avremo più fra noi Mr. Leadbeater, ma assicuriamolo fin d’ora che, quando egli ritornerà in Italia, troverà la Teosofia profondamente radicata nelle menti e nei cuori italiani.
Io spero di rimanere ancora qualche tempo con voi per aiutarvi nel vostro lavoro ed ora voglio cogliere l’opportunità per rivolgervi i più profondi e riconoscenti ringraziamenti, specialmente a coloro fra voi, il cui costante e devoto aiuto ha reso possibile la formazione della Sezione italiana della Società Teosofica: io veglierò su loro per dare consiglio ed aiuto durante il primo ed il secondo anno dell’Indipendenza italiana; e le due parole d’ordine che dobbiamo conservare sono: pace ed armonia.
Con le congratulazioni più sincere ed affettuose a tutti i miei amici italiani per il loro presente successo, sono sempre la vostra fedele amica e compagna di lavoro

Isabel Cooper Oakley

La lettera è accolta da vivi applausi.
Cap. Boggiani: “Essendo stato per due anni accanto a Mrs. Oakley ed avendo avuto occasione di conoscerne ed apprezzarne le alte qualità, non ho potuto leggere questa lettera senza sentirmi vivamente commosso e questa mia commozione valga ad esprimere tutta la gratitudine che le dobbiamo. Propongo che la Commissione rifiuti i suoi ringraziamenti; poiché siamo noi, invece, che dobbiamo a Lei i ringraziamenti più vivi”.
Aureli si associa alle parole del Cap. Boggiani.
L’Italia deve agli stranieri – e specialmente a Mrs. Oakley - quanto s’è fatto di lavoro teosofico; senza di essi forse non si sarebbe ancora incominciato.
Ciò che noi possiamo fare, è di continuare degnamente.
Mrs. Oakley: “I ringraziamenti non sono dovuti a me, ma a quel Maestro che ha veduto le possibilità spirituali del vostro paese. Io sono soltanto uno strumento; se Egli non avesse veduto le possibilità dei vostri cuori, io non sarei mai venuta fra voi. Non dimentichiamo mai che le persone sono strumenti e pensiamo sempre ai Maestri, come a quelli, ai quali soltanto dobbiamo la nostra gratitudine”.

Le relazioni dei lavori dei Gruppi, improvvisate per la circostanza dai vari delegati presenti alla Convenzione, sono necessariamente molto brevi e riassuntive; principalmente perché manca un termine comune a tutti i gruppi, al quale rifarsi per il principio della relazione: alcuni gruppi contano già qualche anno di vita – come quello di Roma – e sarebbe lungo ed inopportuno ridirne tutte le vicende; mentre altri – come quello Dante Alighieri – non possono ancora fornir materia per una relazione.
I.- L’Ing. Aureli rifà a grandi linee la storia del Gruppo di Roma.
La fondazione di questo Gruppo è dovuta principalmente a Mrs. Williams ed alla Contessa Wachtmeister, la quale trovandosi di passaggio per Roma – sei anni or sono – con grande senso pratico comprò per un migliaio di lire di libri ed aprì una biblioteca circolante.
Questo fu il mezzo col quale intorno a Mrs. Williams si raccolsero i primi pochi volonterosi.
Questi nel principio del 1897 formarono il Gruppo di Roma.
Anima del nuovo Gruppo, nei primi tempi della sua vita, fu Mrs. Lloyd, lavoratrice devota ed ardente, vincolo che riunì saldamente quei primi studiosi all’ideale teosofico.
Dopo di allora la vita del Gruppo s’è svolta ininterrotta fino ad oggi, allietata spesso da visite gradite di illustri e cari compagni di lavoro: con due visite di Mrs. Besant, una del Presidente Olcott e molte altre; oltre al soggiorno di Chatterji ed all’aiuto ed all’insegnamento autorevole ed ininterrotto di Mrs. Cooper Oakley.
Il Gruppo di Roma, dopo cinque anni di vita, si prepara a continuare costantemente nell’avvenire il lavoro incominciato con tanto entusiasmo e a prezzo di tanto sacrificio e di tanta devozione da parte dei colleghi inglesi che sono venuti ad aiutarci nei primi passi.
II.- Il Dottor Colazza, per il gruppo Besant, poco può dire, poiché è un gruppo giovane e composto di giovani, i quali si trovano tutti allo stesso livello per studio e cultura.
Nel lavoro fatto fino ad ora non hanno avuto istruttori; per cui l’unica cosa che si può dire è che si propongono seriamente di studiare, come hanno già fatto nel passato.
Del resto, il Gruppo Besant, più che al suo passato breve, deve pensare al suo avvenire.
III.- Il Cav. Calvari è dolente che l’assenza del Dottor Cervesato, causata da malattia, lo obblighi a parlare in sua vece.
Ne è dolente perché il Dottor Cervesato, specialmente negli ultimi tempi, ha fatto per la teosofia un lavoro più largo di quanto ordinariamente si faccia e, forse, per tale intenso lavoro è stato colpito da una malattia che egli s’augura passeggera, nel mentre manda un saluto all’amico assente.
Quanto al Gruppo Dante Alighieri, ha avuto appena il tempo di approvare il suo regolamento, tanto che non può far altro che augurare un fervido lavoro per l’avvenire.
E quest’augurio si confonde con quello più generale che questa terza Italia e questa terza Roma siano degne del lavoro teosofico che per loro si prepara.
Il Cap. Boggiani propone che si scriva una lettera al Dott. Cervesato, ringraziandolo del lavoro fatto ed augurandogli una rapida guarigione.
Mrs. Cooper Oakley l’associa e la Convenzione l’approva all’unanimità.
IV.- La Signora Gordigiani, per il Gruppo di Firenze, mentre è dolente di dover sostituire Mrs. Scott, d’altra parte è contenta della sua assenza perché, Lei presente, non si sarebbe potuto dire di Lei tutto quel bene che merita.
Essa ha dato tutto per il lavoro teosofico a Firenze: casa, denaro, sacrificio di sé e quel coraggio che era necessario per vincere l’indifferenza che domina sovrana in una città come Firenze.
Da parte propria e dei colleghi di Firenze, manda a Mrs. Scott i migliori auguri e i più vivi ringraziamenti.
V.- Mrs. Oakley, dovendo parlare di Napoli e di quel Gruppo, dice che in Italia non conosce ambiente più difficile per il lavoro teosofico.
Ciò non ostante, dopo la visita di Mr. Leadbeater, si sono avuti quattro nuovi membri.
La Besse von Ubrich ha preso a sue spese un locale nel quale si tengono le riunioni.
L’ambiente è molto difficile ed è necessaria molta pazienza; tuttavia possiamo sperare in un buon sviluppo per l’anno prossimo.
VI.- L’Avv. Arbib dice che a Bologna un complesso di fortunate circostanze ha fatto sì che alcuni desiderosi di studi spirituali si siano raccolti, costituendo così il primo nucleo del Gruppo di Bologna.
Fortunatamente egli s’è venuto a trovare a Bologna e, così, ha avuto occasione di conoscere quei primi studiosi e di metterli a contatto gli uni cogli altri.
Ringraziamenti vivissimi sono dovuti alle persone che sono venute a stabilirsi a Bologna coll’intendimento di aiutare il movimento teosofico – e cioè alle Signorine De Garnett e De Livers.
A proposito del movimento a Bologna, il Cap. Boggiani legge alcuni brani di una lettera del Sig. Pilla, Presidente del Gruppo, nei quali questi ringrazia vivamente l’Avv. Arbib e la Signora Gordigiani per il lavoro fatto in quella città.
VII.- Mrs. Oakley parla di Milano dove, nel Novembre scorso, si trattenne dieci giorni e dove Mr. Leadbeater rimase per una settimana.
Le condizioni del Gruppo di Milano non sono per il momento troppo felici, perché ai membri manca il tempo da consacrare a studi seri.
Ultimamente la C.ssa Wachtmeister si trattenne a Milano più di un mese, tenendo tre classi per settimana, e si può augurare che il Sig. Jinarajadasa – che prossimamente sarà in Italia – si rechi a Milano nel mese di Maggio.
Malgrado le difficoltà, noi possiamo sperare per Milano un buono sviluppo perché ce n’è la promessa.
Esaurite le relazioni dei gruppi, si viene alle proposte varie.
Aureli propone che a Mrs. Besant, che tanto ha lavorato non soltanto per la Società Teosofica, ma per il mondo, e che è la persona più cara ai nostri cuori, sia mandato il seguente telegramma: “Besant, Benares – Italian Section sends love gratitude”. (Applausi)
Il Cap. Boggiani propone un caldo ringraziamento a Mr. Leadbeater, che da un mese e mezzo si trova a lavorare fra noi.
(Vivi applausi)
Mr. Leadbeater è grato di queste espressioni di riconoscenza, ma piuttosto che a lui, egli le crede dovute a Mrs. Oakley.
Egli dice di essere soltanto un visitatore venuto in Italia per fare conferenze e, fare conferenze, è una cosa facile.
La conferenza è una novità che attrae e richiama momentaneamente l’attenzione.
Ma il lavoro difficile è quello di chi resta in un luogo sforzandosi continuamente di mantenere l’entusiasmo allo stesso livello.
“Mrs. Oakley ha detto che lascia a me il lato spirituale del lavoro. Ora la grande difficoltà non sta nel conoscere, ma nell’applicare. E’ cosa facile fare grandi azioni sotto l’impulso dell’entusiasmo, ma è cosa difficile vivere continuamente avendo nel cuore l’ideale di questa grande causa. Sant’Agostino fa la stessa osservazione quando dice che molti vi sono pronto a morire per il Cristo, ma pochi disposti a vivere per lui. Ciò è vero per la Teosofia come per il Cristianesimo. Noi dobbiamo mantenere sempre vivo l’entusiasmo senza del quale non è possibile il lavoro; e deve essere un entusiasmo regolato dalla ragione e dal senso comune. E’ indispensabile il fuoco interno che sospinge l’uomo in avanti. Occorre rammentare quale grande causa è quella della Teosofia, la causa gloriosa dei Maestri che sono dietro di noi aiutandoci, ma che per quanto grandi, possono aiutarci soltanto se vogliamo. In Italia le responsabilità del lavoro riposano sugli Italiani.
L’opportunità di effettuare tale lavoro ci è data e, se ne saremo degni, ci sarà dato anche l’aiuto; ma per certo i Maestri non ci forzeranno. Soltanto se faremo il nostro meglio, aiuto e forza ci verranno da loro. E’ molto necessario per voi tener chiara questa nozione. Rammentate che dietro di voi sono i Maestri, canali della forza divina del Logos, e vedrete che abbiamo con noi una forza potente che deve prevalere. Ed allora non conviene farsi la domanda se questo lavoro deve essere fatto o no, ma invece l’altra: Siamo noi le persone che dovremo compierlo? Nella nostra qualità di membri della S. T. noi siamo i primi ad avere tale opportunità; rifiutandoci, l’Italia imparerà egualmente la verità, ma il compito di propagarla passerà in altre mani ed il nostro Karma sarà peggiorato. Noi possiamo ritardare il trionfo della verità, ma non impedirlo, ed in tal modo avremo soltanto perduto un’opportunità che ci avrebbe schiuso un grande avvenire. Ma le cose non andranno così. Più si studia la grande scienza teosofica, più si vede che grande cosa è l’essere un veicolo di tale forza. Ognuno sa che cosa ha fatto per lui la teosofia e, perciò, col più grande ardore e con la maggiore gratitudine desidera di passare ad altri il dono della sua conoscenza. Questa ci è venuta dai Maestri dai fondatori della Società – e nessuna cosa che noi potremo fare potrà mai ripagare un tal dono. Che cosa possiamo fare noi per loro che si trovano ad un livello così alto? Noi sentiamo gratitudine ed amore, ma la sola cosa che possiamo fare è di dare ad altri ciò che essi hanno dato a noi; cioè fare quanto possibile per diffondere la cognizione di queste idee e portare ad altri la stessa felicità che noi godiamo. Questo s’impone a noi quale dovere, e comprendendolo capiremo che dobbiamo riuscire. Non v’è ragione di disperare, perché sappiamo quale sarà l’avvenire; la diffusione di queste idee non può esser dubbia. Sono le grandi verità spirituali che stanno dietro ad ogni religione. La teosofia si trova dietro la religione e dietro la scienza, poiché verso di essa anche la scienza s’avoca. Perciò non v’è dubbio che l’avvenire è per noi; ma la parte che ognuno avrà ciascuno può dire. Sotto molti aspetti l’Italia è un buon campo per la diffusione delle idee teosofiche; ma il lavoro richiede perseveranza sul principio perché la religione del paese si è messa fuori di certe linee e, in conseguenza di ciò, la parte colta ha raggiunto la posizione di non credere. In tali condizioni è necessario avere pazienza e molta chiarezza nell’esposizione, perché il primo impulso delle persone colte è di mettere da parte ogni cosa che abbia l’apparenza di religione, e le persone religiose sono religiose secondo linee limitate. Alle prime noi dobbiamo dimostrare che esiste una religione scientifica; alle seconde dobbiamo mostrare che v’è una più larga e più scientifica veduta della religione. Gradualmente e lentamente le idee si diffonderanno nel paese; ma impariamo a non perder coraggio se i risultati sembrano piccoli. Ricordate che molto più si va facendo di quanto appare alla superficie: noi tocchiamo il pensiero e l’opinione pubblica. Ognuno deve lavorare fortemente. Non è soltanto il numero dei membri quello che dà la misura del movimento, poiché vi sono molti, che pur non essendo membri per ragioni speciali, tuttavia simpatizzano con noi. E così si fa grande lavoro che non appare. Non permettetevi mai di essere scoraggiati. Voi avete imparato qualche cosa delle grandi forze che agiscono nel mondo e, perciò, dovete aver fede nella riuscita ed essere capaci di dire: “veda o non veda i risultati di questo lavoro, pure in esso persevererò con entusiasmo”. Studiate molto per voi: più studiate, più vedete la sicurezza del futuro; e noi abbiamo bisogno di entusiasmo come di tatto, ragione e senso comune. E’ stato per me un grande piacere rappresentare fra voi il Presidente Fondatore. Sono certo ch’egli avrà sentito la notizia della fondazione di questa Sezione con grande piacere, perché spesso aveva parlato di questa possibilità. Finisco come ho incominciato, dicendo che la possibilità di questa Sezione è stata dovuta alla permanenza in Italia di Mrs. Oakley.Io spero che essa potrà restare a lungo per continuare il lavoro, il quale sarà così affidato in buone mani”.
(Applausi)

La Convenzione si scioglie alle ore 17.00.


Il Segretario Generale della Sezione Italiana
Capitano O. Boggiani