Discorso inaugurale del Colonnello H.S. Olcott

Discorso inaugurale del Colonnello H. Steel Olcott, Presidente della Società Teosofica, tenuto al Mott Memorial Hall a New York al primo incontro regolare della Società, il 17 novembre 1875

In tempi futuri, quando lo storico imparziale scriverà dei progressi delle idee religiose nel presente secolo, la formazione di questa Società Teosofica, al cui primo incontro per la sua formale dichiarazione di principi stiamo ora partecipando, non passerà inosservata. Questo è certo. Il mero annuncio della prevista inaugurazione di tale movimento ha attirato l’attenzione ed ha causato non poche discussioni, nell’ambito della stampa sia laica che religiosa. Tale annuncio, alle orecchie di alcuni tra i leader delle forze contrapposte di teologia e scienza è suonato come il lontano rumore assordante di una tromba alle armate in lotta, durante una battaglia. La nota è sommessa e non indica né la forza né lo scopo degli eserciti che si avvicinano. Per entrambe le parti potrebbe significare l’arrivo di rinforzi per ottenere la vittoria; potrebbe annunciare solamente il raduno di coloro che, nella contesa, sono neutrali per osservare gli eventi, o potrebbe minacciare la sconfitta ed il disarmo di entrambi gli antagonisti. Per quel poco che è stato detto a tale proposito, non è ancora chiaro al pubblico come questo “nuovo inizio” debba essere visto. Nessuna chiesa e nessuna associazione sa se adottare [nei confronti della nascente Società Teosofica, n.d.t.] una politica di denuncia, travisamento, ingiuria o amicizia. Secondo alcune riviste profane è con condiscendenza incoraggiata a “vivificare un’età prosaica con l’esibizione di trucchi medievali di stregoneria”, mentre altri la denunciano come precursore della ricaduta nelle “peggiori forme di feticismo”. Alcune settimane fa, gli spiritisti diedero il via a forti ed adirate proteste contro i suoi promotori, come se essi cercassero di soppiantare le relazioni prevalentemente democratiche verso l’altro mondo con un esoterismo aristocratico, e perfino adesso, mentre sembrano osservare la nostra prossima mossa con il massimo interesse, la loro stampa brulica di critiche diffamatorie. Nessuna delle sette religiose si è chiaramente compromessa, sebbene i nostri primi passi siano stati considerati con sospetto da alcuni dei loro membri.
Essendo tale lo stato delle cose agli albori del nostro movimento, prima di sferrare alcun colpo, non ho forse il diritto di ripetere che nei tempi che verranno è inevitabile che la nascita di questa nostra Società debba essere considerata come un elemento importante, nell’ambito che gli storici saranno chiamati a risolvere?
L’attuale esiguo numero dei suoi membri non deve essere considerato assolutamente come discriminante nella sua prevedibile crescita. Più di mille e ottocentosettanta anni fa, l’intera Chiesa Cristiana poteva essere contenuta entro il capanno di un pescatore della Galilea, e tuttavia ora abbraccia centoventi milioni di persone all’interno della sua comunione; e dodici secoli fa, il solo credente nell’Islamismo, che ora conta duecentocinquanta milioni di fedeli, cavalcava un cammello ed era un sognatore.
No, non è una questione di numeri il grande effetto che questa Società avrà sul pensiero religioso – andrò oltre, aggiungendo quello scientifico e filosofico – dell’epoca. I grandi eventi vengono a volte da inizi molto modesti. Non serve che occupi il tempo a citare esempi per rafforzare queste mie idee. E non è neppure una questione di fondi di dotazione e introiti da parte di uno dei numerosi membri. I discepoli propagandisti inviati da Gesù erano scalzi, malvestiti e senza borsellino o bisaccia.
Che cos’è quindi che mi fa dire con la più profonda serietà ed una piena conoscenza della sua verità ciò che ho detto? Che cosa mi fa non solo contento, ma orgoglioso di schierarmi per un breve momento quale avvocato difensore e figura chiave di questo movimento, rischiando abusi, travisamenti, ed ogni vile assalto? In effetti è che nella mia anima sento che dietro di noi, dietro il nostro piccolo gruppo, dietro la nostra organizzazione debole ed appena nata, sta un POTERE GRANDE, a cui nulla può resistere – il potere della VERITÀ! Perché sento che siamo solo l’avanguardia, che tiene il passo fino all’arrivo dell’esercito, sento che siamo schierati per una santa causa, e che la verità, ora come è sempre stato, è potente e prevarrà. Perché vedo intorno a noi una moltitudine di persone appartenenti a credo diversi che adorano, attraverso l’ignoranza allo stato puro, finte e sterili superstizioni, e che aspettano solamente che vengano loro mostrate l’impudenza e la disonestà delle loro guide spirituali per chiedere conto delle loro azioni e cominciare a pensare da se stessi. Perché sento, quale sincero teosofo, che saremo in grado di dare alla scienza prove della verità dell’antica filosofia e della globalità della scienza antica così importanti che la spinta verso l’ateismo verrà arrestata, ed i nostri scienziati, come Madame Blavatsky ha affermato, “si metteranno al lavoro per imparare un nuovo alfabeto della Scienza in grembo a Madre Natura”.
Come credente nella Teosofia, teoretica e pratica, sono personalmente fiducioso che questa Società sarà il mezzo per fornire le prove inconfutabili dell’immortalità dell’anima di cui nessuno, tranne un folle, potrà dubitare. Credo che arriverà il tempo in cui gli uomini proveranno vergogna per aver propugnato l’ateismo in una qualsiasi delle sue forme, in quanto, tra trent’anni, non avranno mai più posseduto uno schiavo o tollerato la schiavitù umana.
Voltatevi indietro di pochi, pochissimi anni, quando William Lloyd Garrison fu condotto lungo le strade di Boston con una corda attorno al collo. Paragonateli allo stato attuale della Questione della Schiavitù, e poi ditemi che cosa non farebbero poche persone oneste, determinate ed altruiste. Perché nel 1859 andai io stesso, a rischio della mia vita, a commentare per il New York Tribune l’impiccagione di John Brown; e nel 1857, mentre ero in visita al Senatore Hammond in South Carolina, semplicemente come studente di scienze agrarie, e non avendo nulla a che fare con la politica, un giornale di Augusta mi condannò alla prigione perché scrivevo per il Tribune, sebbene solo riguardo all’agricoltura. Essendo passato attraverso tali esperienze, ed avendo visto un così completo ribaltamento delle condizioni entro lo spazio di pochissimi anni, sento che né io né questa Società corriamo serio pericolo mostrando un po’ di coraggio morale in una causa così buona. Lasciate che il futuro si prenda cura di sé; sta a noi modellare il presente per farlo diventare ciò che desideriamo e che ci porterà onore. Se siamo sinceri l’uno con l’altro e con noi stessi, supereremo qualsiasi ostacolo, sconfiggeremo qualsiasi nemico e raggiungeremo quello che stiamo cercando, la pace dell’anima che deriva dalla conoscenza assoluta. Se siamo divisi, irresoluti, temporeggiatori, gesuiti, falliremo come Società nel fare quello che ora è chiaramente alla nostra portata e gli anni futuri indubbiamente ci vedranno piangere la perdita di tale occasione d’oro, come succede a pochi, nel corso dei secoli.
Ma se questa Società si dissolverà tra un anno, non avremo vissuto invano. L’oggi è nostro; il domani potrà esserlo; ma il passato è andato per sempre. Nell’economia della natura, un impulso, sebbene flebile, dato alla materia, è eterno; ed un atto, una volta compiuto, e le sue conseguenze, siano esse piccole o grandi, deve essere elaborato prima o dopo. Il capriccio passeggero di una donna ha talora cambiato il destino di nazioni; il pronunciare una parola in montagna può portare ad una valanga che schiaccia il piccolo villaggio che giace ai suoi piedi; il voltare a destra o sinistra per evitare una pietra, o il dare la caccia ad una farfalla, o gratificare non importa quale futile fantasia, può alterare l’intera vita di un uomo e, direttamente o indirettamente, causare delle conseguenze momentanee a tutto il mondo.
Attorno a noi scorgiamo gente che lotta ciecamente per emancipare il proprio pensiero dal dispotismo ecclesiastico – senza vedere più di un debole barlume di luce nell’orizzonte nero delle proprie idee religiose. Queste persone lottano contro un irrefrenabile desiderio di liberarsi dai vincoli che legano la loro zoppicante ragione, dopo che la loro agile intuizione se ne è liberata. Da una parte, gli scienziati, con fare filosofico, le invitano ad un’apoteosi della materia; dall’altra gli spiritisti spalancano loro le porte dipinte del “mondo degli angeli”. Il clero tiene questa gente in pugno e sibila avvertimenti ed anatemi alle sue orecchie. Tentenna, incerta su dove andare. Erede delle brame spirituali della razza, indietreggia davanti alla prospettiva dell’annichilimento che, nel suo caso, quando il fardello della vita fa pressione pesantemente, può non sembrare sempre sgradito, ma che non è stato mai designato per coloro che, vicini e cari, sono morti in gioventù e purezza, ed hanno lasciato dietro di loro una dolce fragranza, quando la scatola di alabastro è stata rotta ed essi sono passati dietro il Velo di Iside.
Ma quando le persone si rivolgono allo spiritismo, per trovare conforto e sicurezza, incontrano una tale barriera di impostura, medium ingannatori, spiriti a riposo e rivoltanti teorie sociali da far fare loro un balzo indietro con ribrezzo, mentre si lamentano segretamente della necessità che li obbliga a fare questo. Contano, forse, tra le loro conoscenze, molte persone di carattere irreprensibile che possono dimostrare di poter identificare gli amici scomparsi e definirsi spiritisti; ma vedono questi amici frequentare le chiese come prima, astenendosi dagli incontri spiritistici, mentre ne consultano in segreto i documenti. Quando essi chiedono perché è così, la risposta universale è che molte persone immorali si sono legate alla causa, ed i medium vengono costantemente scoperti ad imbrogliare, tanto che è considerato quasi disdicevole essere un aperto e confesso spiritista. I membri di tale gruppo si scusano per il fatto che ci siano dei medium che barano, chiedendo agli scettici di ignorare le frodi e prendere in considerazione i fenomeni genuini ma dimenticano che ciò richiede nervi saldi ed una forte volontà di scavare in fondo ad un mucchio di letame con la possibilità di trovarvi qualcosa di valore.
Le sette protestanti partono, nei loro ragionamenti, con il fatale presupposto che una Bibbia infallibile ed ispirata porterà la prova della bontà dei loro argomenti, e così anticipano il loro destino; poiché il potere analitico della ragione è legato solo dai limiti della verità accertata, e ogni giorno vengono alla luce nuove scoperte tra le rovine dell’antichità, scoperte che attaccano le fondamenta su cui poggia l’intero schema della Cristianità. I più audaci esploratori della scienza sono adepti del Protestantesimo; questa aspirante signora della nostra coscienza è pugnalata dai suoi stessi figli. La Chiesa Cattolica, avendo eretto una teocrazia sulle rovine di antiche fedi, e rubato non solo le loro allegorie, ma anche il loro simbolismo esoterico per plasmarlo secondo il suo uso, sta radunando le forze per la battaglia che sa essere molto vicina, e che sarà mortale. Furiosa con il progresso dell’epoca, che ha estinto i suoi fuochi punitivi, distrutto le sue camere di tortura, spuntato la sua ascia così da renderle impossibile immergere le sue mani nel sangue umano, sta lavorando in silenzio, astutamente, e con una forte impazienza di guadagnare la sua supremazia perduta. Possiamo vedere ciò che rappresenta questa corrente sotterranea nell’ignominiosa insurrezione di Orange del 1872; la recente condanna della povera Leymarie1 a Parigi e la faccenda di Guibord, a Montreal, il cui corpo è appena stato seppellito in una tonnellata di cemento di Portland e sotto la scorta di milletrecento poliziotti armati, fanteria ed artiglieria, per proteggerlo dalla rabbia dei Cattolici, perché Guibord apparteneva ad una società che ammetteva testi liberali nella sua biblioteca! Potremmo anche vedere le segrete macchinazioni della Chiesa nella perversione alla sua comunione; lo stabilire scuole, collegi, conventi, monasteri; gli schemi per romanizzare una porzione delle nostre scuole; la costruzione di costose cattedrali e l’innalzamento di parrocchie a vescovadi e vescovadi a sedi arcivescovili.
Su cosa poggia questa Chiesa o qualsiasi altra gerarchia ecclesiastica se non sulla brama congenita dell’uomo per un’esistenza immortale, sulla mancanza di chiarezza nella nostra comprensione dell’altro mondo e sull’urgenza di necessità materiali, che ci obbligano ad accettare l’intervento di una classe selezionata di guide spirituali ed esegeti, o a fare senza nutrimento spirituale, non avendo altro che quello che possiamo raccogliere lungo la strada polverosa lungo la quale arranchiamo dalla giovinezza alla vecchiaia?
Se i fondatori di questa Società sono onesti con loro stessi, si metteranno al lavoro per studiare la questione religiosa dal punto di vista degli antichi, raduneranno le loro saggezze, verificheranno le loro presunte scoperte teosofiche (dico presunte, quale presidente di una Società che ama indagare senza posizioni preconcette) e contribuiranno alla ricerca collettiva di qualsiasi cosa sia di comune interesse. Se c’è qualcuno che ha iniziato senza calcolare il costo; se c’è qualcuno che pensa di corrompere questa associazione facendola diventare parte di una setta di qualsiasi altra egoista fazione; se c’è qualche codardo che spera di incontrarci in segreto ed insultarci in pubblico; se c’è qualcuno che inizia con la speranza o l’aspettativa di piegare tutto alle proprie nozioni preconcette, senza tener conto delle prove; se c’è qualcuno che, attenendosi al generico principio, che scopriremo tutto ciò che possiamo su tutte le leggi della natura, ma che lo faremo con la limitazione mentale di indietreggiare se le teorie, i credo o gli interessi vengono messi in pericolo; se c’è qualcuno di loro, io lo invito, con tutta la gentilezza possibile, a farsi da parte adesso, ora che può farlo senza parole o sentimenti cattivi. Poiché, se comprendo lo spirito di questa Società, essa si dedica all’intrepido e coscienzioso studio della verità, e si impegna, individualmente e collettivamente, a non tollerare niente che intralci il suo cammino. Per quanto mi riguarda – povero, debole uomo, onorato oltre ogni limite dall’elezione a questo posto d’onore e di pericolo – posso solo dire che nel bene e nel male, il mio cuore, la mia anima, la mia mente e le mie forze sono impegnate in questa causa, e sarò saldo fino a quando in me ci sarà un soffio di vita, anche se gli altri si ritireranno e mi lasceranno solo. Ma non sarò solo, e neppure la Società Teosofica lo sarà. Già ora programmiamo di fondare delle succursali in questo paese. La nostra organizzazione è stata notata in Inghilterra, e mi è stato riferito che un articolo a riguardo apparirà in uno dei maggiori trimestrali. Se sarà espresso in termini amichevoli od ostili poco importa; la nostra protesta e sfida sarà annunciata, e potremo lasciare in tutta sicurezza il resto al naturale ordine degli eventi.
Se comprendo correttamente il nostro lavoro, è e sarà quello di aiutare a liberare le menti dalla superstizione teologica e da un’umile arrendevolezza all’arroganza della scienza. Per quanto poco o tanto possiamo fare, penso che sarebbe stato difficilmente possibile sperare in qualcosa, se il lavoro fosse iniziato in un Paese che non permette una perfetta libertà politica e religiosa. Certamente sarebbe stato inutile tentare, tranne dove tutte le religioni sono simili di fronte alla legge e dove l’eterodossia religiosa non opera alcuna limitazione dei diritti civili.
La nostra Società è, oso dire, senza precedenti. Dai giorni in cui i neoplatonici e gli ultimi teurgi di Alessandria furono dispersi dalla mano assassina della Cristianità fino ai nostri giorni, non si è mai tentato un rilancio degli studi della Teosofia.
Ci sono state società segrete politiche, commerciali ed industriali, e società di massoni e loro deviazioni ma, anche in segretezza, non hanno cercato di attuare il compito che si presenta davanti a noi, e che noi svolgeremo apertamente.
Ai membri delle sette Protestanti e Cattoliche dobbiamo mostrare l’origine pagana di molti dei loro idoli sacri e dei loro dogmi più cari; alle menti liberali nella scienza le profonde conquiste scientifiche degli antichi magi. La società è arrivata ad un punto in cui qualcosa deve essere fatto; sta a noi indicare dove quel qualcosa può essere trovato.
Se paragoniamo la nostra organizzazione al suo archetipo, dove può essere trovato? Non può essere chiamato teurgico, poiché i teurghi non solo credevano in Dio, ma Lo conoscevano attraverso i Suoi attributi poiché essi esistono nella LUCE ASTRALE, o, come la chiamavano i Cabalisti del mondo antico, la Matrice del Mondo. I teurghi avevano due tipi di misteri, l’exoterico, o pubblico, e l’esoterico, o segreto. L’exoterico comprendeva la realizzazione di prodigiosi effetti in occasione delle cerimonie pubbliche – tra le altre cose statue che camminavano, parlavano e profetizzavano. Questi effetti si diceva fossero prodotti dalle forze della natura in combinazione con gli spiriti elementari che aleggiano nella luce astrale. Poiché la pratica della teurgia exoterica è pericolosa, essa veniva lasciata ai Sommi Sacerdoti ed agli “Iniziati del Tempio Esteriore”. Ma i veri misteri esoterici erano sostanzialmente riservati allo ierofante. A costui si richiedeva una vita della più severa purezza e abnegazione, una vita come quella di Gesù o di Apollonio. Di certo la Società Teosofica non può essere paragonata ad un’antica scuola di teurgia, in quanto difficilmente uno dei suoi componenti ritiene che il raggiungimento della conoscenza occulta richieda più sacrifici di ogni altro ramo della conoscenza.
I Neoplatonici formarono una scuola di filosofia che nacque ad Alessandria in concomitanza con il Cristianesimo, e fu l’ultima scuola pubblica di teurgia. Basò il suo sistema psicologico su quelli di Pitagora e Platone, ma derivò molto di più dalla fonte primordiale di tutte le religioni, i libri di Hermes ed i Veda, rispettivamente dell’Egitto e dell’India. L’esoterismo ebraico influenzò non poco il Neoplatonismo, in quanto la vera teurgia a quel tempo era degenerata ed i pochi adepti rimasti avevano cercato la solitudine con gli Esseni ed in India i Neoplatonici non avevano più accesso ai veri trattati sulla Divina Scienza (che furono raccolti e nascosti con cura in un posto segreto pochi giorni prima dell’incendio della biblioteca di Alessandria per mano di Giulio Cesare), pertanto dovettero rivolgersi all’esoterismo di Mosè e dei Settanta. Il Neoplatonismo fu influenzato sia dal pensiero orientale che da quello occidentale; ed i suoi esegeti tentarono di presentare gli elementi della Teosofia e della Filosofia secondo le dottrine primitive dei profeti orientali in combinazione con il Platonismo poetico ed il Positivismo di Aristotele sotto forma di dialettica greca. Le loro dottrine furono: la dottrina Orientale dell’Emanazione; il Numero Pitagorico dell’Armonia; le idee Platoniche della creazione e la separazione dal mondo dei sensi2. Essi credevano negli spiriti elementari, che evocavano e controllavano, fatto questo di particolare interesse per noi.
Non possiamo, ovviamente, includerci tra il numero di spiritisti americani che accettano implicitamente tutti i fenomeni genuini prodotti da spiriti incorporei, poiché mentre alcuni di noi credono senza riserve nel ritorno occasionale degli spiriti umani e nell’esistenza dei veri medium, altri screditano entrambi. In più, di coloro che credono, alcuni non solo ammettono la possibilità di forze occulte della natura che vengono dirette, consciamente od inconsciamente, dalla volontà umana per la produzione di risultati strabilianti, ma riconoscono anche, in molti dei fenomeni fisici chiamati spiritistici, l’intervento di spiriti elementari che spesso falsamente incarnano delle persone che non sono in comunione con i circoli [spiritici n.d.t.] e rispondono ai pensieri che sono percepiti da loro chiari come appaiono i ciottoli dentro i ruscelli ed echeggiano e risuonano ad ogni idea stravagante che agita la mente di chi interroga.
Lo Spiritismo imperversò a Roma al tempo di Ammiano Marcellino, il quale racconta che nei giorni dell’Imperatore Valente (371 d.C.) alcuni Greci che desideravano formare una società di teurghi furono portati a processo per aver tentato di accertare, attraverso le arti magiche, chi dovesse succedere al trono. Utilizzarono una piccolo tavolo a forma di treppiede, prodotto a corte, e sotto tortura confessarono quanto segue: “Abbiamo costruito questo tavolo in legno d’alloro sotto solenni auspici. Avendolo debitamente consacrato pronunciando sopra di esso le preghiere, come ordinato nei trattati che abbiamo sottratto ad un Sommo Sacerdote a Delfi, e usando manipolazioni magnetiche, siamo riusciti a fargli emettere degli oracoli”. Sopra il tavolo pendeva dal soffitto un grande anello in bronzo che si muoveva qua e là, e colpendo le lettere intagliate nella circonferenza della sommità del tavolo, dava prolisse comunicazioni. Valente odiava Teodoro, un uomo virtuoso, e mentre l’anello in movimento sillabava le lettere T-e-o-d e poi si fermava, l’Imperatore, per assicurarsi che l’oggetto del suo malcontento non occupasse il trono, lo condannò a morte: ma l’assassino prese una precauzione inutile, in quanto Teodosio succedette alla porpora, ed il pronostico del tavolo si rivelò essere esatto.
Ecco la differenza tra i fenomeni spiritici moderni e gli effetti prodotti dai teurghi: mentre nessuna fiducia può apparentemente essere riposta sulle comunicazioni spontanee dei primi senza convalida, i secondi non possono essere menzogneri, poiché gli adepti non permetteranno agli spiriti di avvicinarsi o parlare. I fenomeni mesmerici, che necessariamente ci invitano ad un attento studio, erano noti già nell’antichità, e sono descritti da Seneca, Marziale, Plauto e Pausania.
Non siamo rappresentanti della scuola degli Stoici, in quanto “essi pensavano che l’Universo fosse fatto di materia, e che fosse un grande animale che vive, perché non c’è niente che interferisce con esso”3. Inoltre, gli allievi di Zeno insegnavano non solo che gli uomini dovrebbero essere liberi dalle passioni ed impassibili davanti a gioia o dolore, ma anche che dovrebbero sottomettersi all’inevitabile necessità dalla quale tutte le cose sono governate; e fondiamo questa Società come simbolo del nostro scontento per lo stato attuale delle cose e per sforzarci di portare qualcosa di meglio.
Infine, non assomigliamo agli atei legati all’atomismo, che consideravano ogni cosa un’ammasso di atomi, in quanto la materia può essere separata in particelle, e quindi non può esserci un essere incorporeo indivisibile, mentre il titolo della nostra Società indica che speriamo di ottenere conoscenza dell’esistenza di un’Intelligenza Suprema e di un mondo di spiriti, con l’aiuto dei processi fisici. No, non siamo niente di tutto ciò, ma semplicemente investigatori con lo scopo più onesto e la mente più imparziale, che studiano tutte le cose, le provano tutte e si attengono saldamente a ciò che è buono.
Plotino, Porfirio, Giamblico ed i Neoplatonici lavoravano tutti alla teurgia separatamente, e nei loro incontri si scambiavano l’un l’altro i risultati dei loro studi ed esperimenti. I loro neofiti erano obbligati a seguire questa regola diligentemente, e tutti dovevano proteggere ed aiutare ogni filosofo, specialmente ogni teurgo, non importa da dove venisse o quale scuola rappresentasse.
Gli Ermetisti del Medioevo erano tutti Neoplatonici ed impararono le loro dottrine da essi. Per alcuni aspetti siamo simili a loro, e tuttavia essi avevano dei dogmi da impartire, che noi non abbiamo; ed inoltre erano tutti credenti della Teosofia mentre noi siamo, con due o tre eccezioni, dei semplici investigatori, che intraprendono un compito molto più difficile del loro, in quanto non abbiamo a portata di mano “materiale” pronto per credere, ma dobbiamo crearlo da noi stessi.
Siamo della nostra epoca, e tuttavia alcuni passi più avanti, sebbene alcune riviste e scrittori di opuscoli, più loquaci che veritieri, ci abbiano già accusato di essere reazionari che passano dalla luce della modernità (!) all’oscurità medievale ed antica! Cerchiamo, indaghiamo, non rifiutiamo niente senza un motivo, e non accettiamo niente senza prova: siamo studenti, non insegnanti.
Dovremmo familiarizzare con i molteplici poteri della mente umana e testare le asserzioni relative alla potenza della volontà umana. Mesmerismo, Spiritismo, Od, la luce astrale degli antichi (adesso chiamata etere universale) e le sue correnti – tutto ciò ci offre i più vasti ed affascinanti campi di esplorazione. Ai nostri incontri quindicinali leggeremo, per istruirci, le ricerche e gli esperimenti dei membri e degli eminenti corrispondenti in questo ed in altri paesi, ed avremo test, esperimenti e dimostrazioni pratiche a seconda dell’occasione offerta. In base alla disponibilità di fondi, stamperemo e diffonderemo i nostri documenti e tradurremo, ristamperemo e pubblicheremo opere dei più grandi maestri di Teosofia di tutti i tempi.
Ma finora i nostri in qualche modo incongrui elementi sono armonizzati, ed un interesse comune risulta dalla maggiore familiarità con la nostra materia, non affermo in via anticipata che ai nostri incontri generali testimonieremo tali fenomeni teurgici come erano esibiti nei templi antichi.
È ugualmente impossibile ottenere questi risultati senza una perfetta comunione di pensiero, volontà e desiderio, come lo era per Gesù compiere i suoi miracoli a Nazareth a causa della prevalente miscredenza, o per Paolo ad Atene, dove la plebe sapeva come controllare le sottili correnti che lui padroneggiava con la sua volontà. Una volontà singola, molto positiva ed ostile, è sufficiente, quando viene introdotta in un circolo spirituale, per distruggere completamente il potere dei medium. Se il professor Tyndall fosse stato a conoscenza di questa legge, non avrebbe scritto le sue sciocchezze alla Società Dialettica. Il professor Stainton–Moses, dello University College di Londra, mi scrive che, di frequente, in base alla sua esperienza il semplice ingresso di una persona cosí nella casa – neppure nella stanza – ha fatto questo. Il sig. Crookes dice che Florence Cook, la sua medium, è stata rovinata per una stagione da una passeggiata lungo Regent Street: ogni persona che le passava accanto sfiorandola l’ha privata di una parte dei suoi poteri di medium. Indipendentemente dal fatto che questa persona sia una medium o un’impostora, non metto in dubbio che ciò possa corrispondere a verità. Chiunque abbia studiato mesmerismo è consapevole del fatto che non si possono raggiungere risultati soddisfacenti senza un perfetto accordo tra coloro che sono impegnati nell’esperimento e quelli che stanno in disparte come spettatori. Stando così le cose, come possiamo aspettarci che come Società potremo fare delle chiare dimostrazioni del controllo degli adepti teurghi sui sottili poteri della natura?
Ma ecco che entrano in gioco le possibili scoperte di Mr. Felt. Senza pretendere di essere un teurgo, un mesmerista o uno spiritista, il nostro Vice Presidente promette, con semplici strumenti chimici, di farci vedere, come ha fatto prima con altri, le razze degli esseri che, invisibili ai nostri occhi, popolano gli elementi. Pensate per un momento a questa strabiliante pretesa! Immaginate le conseguenze della dimostrazione pratica della sua verità, per la quale il signor Felt sta ora preparando l’apparato richiesto! Che cosa dirà la Chiesa, di un intero mondo di esseri che sta dentro il suo territorio, ma fuori dalla sua giurisdizione? Che cosa dirà l’Accademia di questa prova schiacciante di un universo nascosto, data dalla meno immaginativa delle sue scienze? Che cosa diranno i Positivisti, che hanno chiacchierato sull’impossibilità che esista un’entità che non può essere pesata con la bilancia, filtrata con l’imbuto, testata con il tornasole o scolpita con uno scalpello? Che cosa diranno gli spiritisti quando, attraverso la colonna del vapore saturo aleggeranno le spaventose figure degli esseri che, nella loro cecità, hanno mille volte riverito e dei quali hanno parlato a vanvera come delle ombre dei loro parenti ed amici? Ahimè, poveri spiritisti – editori e corrispondenti – che si sono fatti gioco della mia impudenza ed apostasia. Ahimè, insipidi scienziati, troppo tronfi dell’applauso del popolo! Il giorno del giudizio è vicino ed il nome della Società Teosofica, se gli esperimenti di Mr. Felt risulteranno favorevoli, otterrà il suo posto nella storia, come quello del soggetto che per primo ha fatto conoscere gli “Spiriti Elementari” in questo diciannovesimo secolo di vanità ed infedeltà, anche se non sarà menzionata per nessun’altra ragione.

Note:
1. Si veda la bozza di una lettera con la calligrafia del Maestro Serapis a Madame Leymarie, a pag. 483 – C. J.
2. Si veda la Storia della Magia di Ennemoser.
3. Si veda Storia del Sovrannaturale di Howitt.

Traduzione Patrizia Moschin Calvi.