Ordine Teosofico di Servizio

di Bernardino del Boca

Nel 1928 la Theosophical Publishing House di Londra diede alle stampe un piccolo libretto rilegato in tela rossa, con eleganti impressioni in oro, intitolato “Offering”. Ѐ un testo in cui Jinarajadasa illustra le sue visioni del futuro e che può essere apprezzato soprattutto ora, perché solo oggi, dopo l’enorme sviluppo culturale degli ultimi decenni, siamo in grado di comprender il vero significato di quelle visioni, che preannunciano il nuovo piano di coscienza dell’umanità.

Di questo volumetto ci interessa soprattutto la seguente frase: “Nei tempi del futuro, che saranno senza altari e senza dei, non si reciteranno più preghiere, non si chiederà più nulla, poiché la religione futura si baserà solo sull’offerta, sul dare, non sul chiedere”. Anche l’Ordine Teosofico di Servizio, che è un’unione di chi ama prodigarsi per tutti coloro che soffrono, basa la propria azione sul dare e rappresenta la più alta espressione della Società Teosofica.

L’O.T.S. non raccoglie fondi, non organizza la beneficenza, non socializza le risorse, ma si basa soltanto sull’aiuto reciproco. L’atto di aiutare non è che la manifestazione di ciò che dentro di noi e, dove il pensiero è puro e altruista, dove la parola è giusta e vera, l’azione diventa inevitabilmente nobile e di vero servizio. Perciò deve sempre essere solo l’individuo a rispondere direttamente e personalmente a chi gli chiede assistenza infondendo, con il suo aiuto, quella carica magnetica che è la sola che può rendere veramente efficace l’azione.

Lo scorso anno molti membri di gruppi della Società Teosofica Italiana hanno compreso che la Teosofia è soprattutto un modo di vivere e hanno perciò collaborato in questo senso con l’O.T.S., raccogliendo personalmente oggetti e denaro finalizzati a un particolare caso, o anche soltanto aiutando con la parola o con il pensiero le persone in difficoltà, legando così il proprio karma a quello del fratello bisognoso. L’amore è l’olio che lubrifica le ruote della vita e, imparando a rispondere con amore e comprensione a chi si trova nel bisogno, non soltanto materiale, si agisce direttamente sulle acque tempestose della vita, poiché ogni atto d’amore o d’aiuto è una piccola goccia d’olio che viene a galleggiare e a calmare le tormentose acque della vita, continuamente scosse dall’incomprensione e dall’ignoranza.

Sul numero speciale della rivista “Dharma”, che è un atto di servizio e di buona volontà del gruppo teosofico di Porto Alegre (Brasile), è riportato l’articolo “La mia concezione della fratellanza” di R.H. Patel, che termina con queste parole: “L’uomo è un Dio in divenire che può trovare dentro di sé infinite possibilità creative, se soltanto le cerca e sceglie di usarle, senza dover distruggere o fare del male agli altri”. Il nostro spirito di fratellanza ci deve spingere a usare queste possibilità creative per aiutare gli altri e ci deve far ricordare le parole di G.S. Arundale: “Ogni volta che vedo una mensa in cui si trova della carne e del pesce, so di veder uno dei semi della guerra e dell’odio – un seme che si sviluppa in un’erbaccia di atrocità. Ogni volta che leggo di partite di caccia, vedo un seme di guerra e di odio. Ogni volta che leggo o sento parlare di vivisezione, io so che sono stati gettati semi di guerra e di odio che matureranno nelle future generazioni. Ogni volta che vedo atti di crudeltà verso gli animali o ne sento parlare, io so che un’altra guerra si prepara”.

Diffondere i nostri princìpi, insegnare a essere comprensivi, far apprendere come è più costruttivo imparare ad aiutare gli altri con il pensiero invece di fare del male con il pensiero e con la parola sono utili atti di servizio, i soli che fanno penetrare lo spirito della Teosofia nel mondo della cultura e nella vita di chi soffre.

L’O.T.S. ha agito, lo scorso anno, anche collettivamente, ma ciò non è nello spirito teosofico, poiché già troppe organizzazioni filantropiche operano nel mondo solo come risultato dello slancio di qualche cuore generoso e queste, dopo che esso ha cessato di battere, sono diventate soltanto aridi centri in cui la collettività sente appagato, con egoismo e ipocrisia, il proprio senso di responsabilità verso i bisognosi. La vera attività dell’O.T.S. è stata perciò quella degli individui, conosciuti e sconosciuti, che ci hanno aiutato a sollevare molte miserie, che hanno afferrato le mani tese per ricevere aiuto. Ci è molto gradito ringraziare soprattutto le sorelle Gretchen Boggiani per aver tradotto il libretto dell’O.T.S. riguardante il modo di guarire gli animali, l’attivissimo fratello Carlo Gentile e sua moglie per il loro fattivo aiuto e la loro pronta segnalazione di casi, il fratello Edoardo Bresci per il suo aiuto ai detenuti, il fratello Roberto Pederielli per un suo gesto che è valso a far conoscere la Teosofia di più di molti altri libri, e tanti fratelli e sorelle che hanno compreso che si può aiutare l’umanità riconoscendo, nel profondo del proprio essere, che ogni individuo è nostro fratello, una parte di Dio, e che hanno imparato a insegnare come riconoscere l’eterna bontà racchiusa in tutte le cose.

Tratto da “Atti del convegno 1919-2019 Centenario Bernardino del Boca”, pubblicato originariamente in “Alba Spirituale, Rassegna mensile della Società Teosofica Italiana” n.5, maggio 1955.