Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi

Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi
La Saggezza che ha accompagnato l’umanità nel suo cammino ha sempre messo in guardia contro gli inganni della mente, inganni che possono riguardare non soltanto la percezione di ciò che sta fuori di noi ma anche i nostri stessi processi mentali.
Le neuroscienze oggi sono in grado di fornirci molti elementi di comprensione di questi inganni. Si pensi allo studio dei bias, che sono modelli rigidi di pensiero e di comportamento che portano a trarre conclusioni errate, basate su letture parziali, semplificate e non verificate. Il risparmio di energia utilizzato in questo processo è davvero notevole ma i risultati sono alquanto imprecisi e frammentari.
Per non parlare dell’euristica, procedura che aiuta a trovare risposte adeguate a problemi complessi, saltando - per così dire - alcuni passaggi del ragionamento in modo di costruire un’idea generica su un tema o un argomento senza troppo sforzo. Qualche vantaggio dell’euristica è immediatamente visibile ma il rischio è quello di avere letture parziali e insufficienti della realtà.
Come si può facilmente riscontrare anche sui social, un gran numero di persone si crede esperto di qualche cosa o in qualche settore, senza averne in realtà le basi sul piano conoscitivo, culturale e scientifico; questo fenomeno si basa proprio sugli inganni dei bias e dell’euristica.
Il processo oggi viene studiato anche nell’ambito dell’organizzazione aziendale e, in proposito, segnaliamo l’interessante articolo “Tutta colpa delle gabbie mentali” di Silvia Gollini e Giovanna Prina, pubblicato nella rivista di Manageritalia “Dirigente” di luglio-agosto 2022.
Davvero da non dimenticare il Talmud laddove afferma: “Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi”. Da questo l’importanza di un’osservazione neutrale e capace di cogliere la vita nella sua unità.