The 12th Room

Ezio Bosso
E’ questo il titolo del primo disco ufficiale da solista di Ezio Bosso, il noto compositore, pianista e direttore d’orchestra torinese.
Nel presentare la sua opera Bosso scrive: “C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze. Sono le dodici in cui lasceremo qualcosa di noi, che ci ricorderanno. Dodici sono le stanze che ricorderemo quando passeremo l’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare”. E sottolinea come ci sia in lui una stanza che “Mi ha fatto conoscere Helena Blavatsky, una teosofa che tra i suoi libri cita frammenti del libro tibetano proibito o maledetto che si chiamava proprio ‘Libro delle 12 stanze’, un libro perduto che racchiude il pensiero di cui scrivevo all’inizio”.
Una singolare ispirazione, dunque, da approfondire ascoltando l’opera di Bosso, che si articola nel modo seguente: Sonata No. 1 in G minor for solo Piano, “The 12th Room” 1 Adagio doloroso, verso il brio, con furore, Al tempo Primo (Entering the Rooms) 2 Trio: Sospeso, Dolcemente, Con Moto, Agitato. (Dressing the Rooms, Imaginary Room Mates) 3 Finale: Allegro molto, Calmo, Presto, Danza (The 12th Room).
Scrive ancora Bosso: “La parola stanza significa fermarsi, ma anche affermarsi. E una parola così importante eppure non ci pensiamo mai. La diciamo e basta. Le abbiamo inventate. Le abbiamo costruite quando abbiamo trovato finalmente un posto dove fermarci. E gli abbiamo dato nomi, numeri e significati, a volte poetici: la stanza dei giochi, la stanza della musica, la stanza dei sogni. La stanza della luce o la stanza cieca. Altre volte pratici: la sala, il salone, la stanza da bagno, la cucina. Sono infinite le stanze, ma non ci pensiamo mai”.